A Roma apre Ch18 87. Cocktail bar interno al ristorante tradizionale Checchino

11 Mag 2016, 10:09 | a cura di

Cucina romana e cocktail? Chi l'avrebbe mai detto. Eppure il bere miscelato va d'accordo coi colossi della tradizione capitolina, dai sapori decisi e la spiccata componente grassa. Cosรฌ il regno della ristorazione del quinto quarto cambia le carte in tavola e apre il suo cocktail bar.

Chi รจ di Roma con tutta probabilitร  conosce Checchino, il ristorante che dal 1887 - come recita l'insegna - รจ lรฌ a testimoniare la storia gastronomica romana. E in un certo senso a crearla. Perchรฉ รจ anche qui, nel locale nato davanti al mattatoio poco prima che questo fosse costruito, che nell'800 origina la cucina del quinto quarto, ovvero delle frattaglie, le parti di scarto che avanzano dai quarti nobili delle bestie macellate. Quelle date a integrazione della magra paga di vaccinari e scortichini che lavoravano al mattatoio, che quel cartoccio portavano nelle trattorie alla buona affinchรฉ gliele cucinassero.

Nascevano cosรฌ, nella Roma Papalina, i rigatoni con la pajata e la coda alla vaccinara, la trippa alla romana e gli altri piatti che compongono la sapida cucina romanesca. E grande parte ha avuto Checchino che, primo tra tutti, ha saputo creare ricette nuove poi diventate storiche, dare lustro alla cucina povera, consolidare e valorizzare le pietanze locali in una struttura che, negli anni, non ha mai visto incertezze.

 

Cantina nel Monte dei Cocci

La cucina

Cucina romana senza deroghe. Ma negli anni non sono mancate innovazioni, anche in anticipo sui tempi. Come nella cantina (bellissima, incastrata nel monte dei Cocci): erano gli anni '50 e giร  comparivano le prime etichette francesi, 20 anni dopo la carta dei vini era enciclopedica, con centinaia di etichette e il carrello delle grappe. Oggi si continua su quella strada e la sterzata la dร  l'ultima generazione, la sesta, che rimescola le carte per dare vita al Ch18 87. Cocktail bar che alloggerร  nella sala superiore del ristorante dall'inizio di febbraio. L'anima di questo progetto รจ Simone Mina, trentatreenne figlio di Marina Mariani (oggi ai dolci) e nipote di Elio e Francesco Mariani (in cucina e in sala), barman Aibes e brand ambassador del rum guatemalteco Botran. Un'esperienza maturata in sala, nel ristorante di famiglia, e dietro al bancone. Un nonno paterno allievo di Escoffier e cuoco al Quirinale, la famiglia materna portavoce della cucina regionale. โ€œMio padre invece era giornalista di politica interna: รจ stato importante per imparare a parlare e trovare i modi e gli spazi per inserirmi nell'attivitร  di famigliaโ€.

 

Aria di mare

Miscelazione internazionale e cucina romana

Un cocktail bar di stampo internazionale in un ristorante come Checchino? โ€œIn fondo non รจ molto diverso dal lavoro fatto 30 anni fa sui vini: figuriamoci cos'era avere 500 etichette in un ristorante tipico come il nostro. Non c'era nessuna cultura, al massimo si sceglieva tra bianco o rosso. E cosรฌ per i cocktail fino a pochi anni fa, visti solo come drink di scarsa qualitร , ovviamentee se escludiamo i grandi bar d'albergo. Il bere bene e bere consapevole sono arrivati dopoโ€. Come ritagliarsi uno spazio proprio in una storia cosรฌ importante? โ€œCon la diplomazia. Prima di me 5 generazioni hanno passato la vita da Checchino, persone aperte e disposte al dialogo, ma molto legate alle cose che hanno creato lรฌโ€. Inutile negare qualche reticenza di fronte a una cosa che potrebbe contaminare una tradizione lunga 130 anni. โ€œMa nel momento in cui riesci a realizzarla hai giร  risposto a tante domande che ti trovi avvantaggiato perchรฉ non te le dovrai piรน fare dopoโ€.

La macchina oggi รจ avviata. Ma inserirsiin una struttura dall'identitร  cosรฌ forte non รจ cosa facile, a partire dagli ambienti: lo stile rimane quello Checchino, solo un po' reinterpretato; con bancone e tavoli sociali โ€œper restituire al bar la funzione di luogo di condivisione e di incontro. Anche se non siamo su strada non vogliamo diventi un posto elitario, ma sia collegato al ristoranteโ€ anticipa Simone, che ricorda come questi lavori siano legati agli imminenti festeggiamenti per i 130 anni, โ€œquando avremo anche drink in edizione limitataโ€. A celebrare anche l'unione tra queste due anime.
 

Marie Claire

La lista dei drink

L'obiettivo? Portare โ€œsperimentazioni da cucina liquida in un ambiente mainstreamโ€. E farlo senza stravolgere niente ma con decisione: piรน di 60 drink in carta, dai grandi classici, ai twist come il Negroni a base rum e Vermouth bianco (con Campari, bitter all'arancia e al cardamomo, miscelato con la tecnica del rolling โ€œa metร  tra mescolato e shakerato, che lo rende piรน morbido e beverinoโ€), ai signature drink. Un locale non concentrato su un solo genere, sia il tiki o gli anni del proibizionismo come molti speakeasy, ma con un'idea di grande miscelazione e la voglia di tirar su un pubblico sempre piรน competente, anche con l'aiuto di una lista โ€œparlanteโ€, capace di raccontare non solo la composizione dei drink, ma anche la loro storia e l'origine. โ€œUn po' quel che fanno i barman quando parlano con i clienti al banconeโ€. E Simone, un passato in editoria, il gusto del racconto ce l'ha innato. Distillato d'elezione, il Rum, di cui รจ brand ambassador per Botran, ma il gioco della miscelazione si muove libermente, tra spirits classici, vini (in fondo "tra Vermouth e Marsala non c'รจ molta differenza, e allora perchรฉ non pensare a cockatil a base di questo vino?"), grappe (tra cui una al miele). L'ingrediente creativo รจ il vero segreto, senza barriere o limiti, si tratti di twist sullo spritz, "ingiustamente bistrattato" o la replica fedele di un grande classico.

 

Il ristorante e cocktail bar

Inizierร  con tre giorni di apertura, dal giovedรฌ a partire dall'aperitivo fino all'after dinning, da febbraio a maggio, per riservare l'inizio della settimana a degustazioni ed eventi a tema โ€œil legame con un'associazione di categoria come l'Aibes porterร  i suoi fruttiโ€. Ma senza che ci sia una cesura con le altre attivitร : โ€œIl ristorante deve entrare nel cocktail bar e viceversaโ€ dice, e aggiunge: โ€œil bar seguirร  una strada parallela ma comunicante con quella di Checchinoโ€. Che significa: una piccola proposta gastronomica di accompagnamento ai cocktail coerente con quella del ristorante. โ€œDue formule aperitivo, una con scarpette con sughi romani come amatriciana o coda, e un'altra con bruschette e assaggi di altri piatti giร  presenti in menuโ€. Ereditร  del cocktail futurista Avanvera riportato in auge da Fulvio Piccinino. Ci sarร  poi una piccola carta con un paio di proposte per il cocktail bar. โ€œE gli abbinamenti con i piatti nel menu del ristoranteโ€. Con un food pairing inedito.

Gli abbinamenti

โ€œAffiancheremo una miscelazione di stampo internazionale alla cucina romanaโ€: la parte alcolica ben si abbina ai sapori forti e mette in equilibrio la componente grassa. Qualche esempio? โ€œPer la pajata arrosto uno dei signature drink: El Gringo Italiano (Ron Botran Solera 18; Marsala Florio; Maraschino; Fernet Branca; gocce di succo d'arancia; affumicatura del bicchiere con il sigaro Romeo & Julieta) con la cacio e pepe il Vodka Martini del mio maestro Domenico Maura (del Time al Jumeirah di Roma): un Martini shakerato con miele (che richiama la parte grassa) e aromatizzato pepe rosa che tira fuori profumi affini al piatto, con la vodka che richiama proprio al cereale della pasta. La versione smoked, al toscano, รจ per la griciaโ€. Sono abbinamenti per assonanza, โ€œil contrasto รจ giร  presente con il cocktailโ€. In ogni caso l'idea รจ proporre il singolo drink con il singolo piatto.

 

Sala risstorante

 

Gioie e dolori della tradizione

Come la vede un giovane di 33 anni che ha nel suo Dna proprio quella tradizione? โ€œNon mi piacciono i posti in cui si dimentica che si sta facendo ristorazione, gli show room. Il cliente deve sentirsi a casa, essere coccolato, viene per fare un'esperienza ma soprattutto per mangiare. Con i drink e il cibo vendiamo emozioni, possiamo far passare una bella o una brutta serata. Va bene la sperimentazione, ma ci deve essere sostanzaโ€. E questo vale anche per i cocktail: โ€œci sono colleghi che si dimenticano che lavoro stanno facendoโ€ e magari preparano drink invernali in piena estate, pure sulla spiaggia, o ne creano di improbabili. Nei bar si sperimenta di piรน, senza che la tradizione metta dei limiti. Perchรฉ, pure se esiste persino una codifica internazionale dei drink, quella dell'Iba, questi non rivestono da noi un ruolo identitario come accade invece per la cucina, quindi si รจ piรน liberi, anche di sbagliare: โ€œbisogna stare con i piedi ben piantati per terraโ€. E dire che l'Italia ha vissuto stagioni felici nella miscelazione, basti pensare ai cocktail futuristi, e le creazioni degli anni '30 o '40.

 

Il pubblico

Chi sono i clienti di Checchino oggi? โ€Per fortuna non sono piรน i tempi in cui si pensava che la cucina romana fosse per forza greve e di scarsa qualitร . C'รจ un nuovo interesse da parte degli italiani e anche dei giovani verso la cucina tradizionale. E in sala oggi ci sono sempre piรน persone che parlano lingue diverseโ€. Metร  italiani e metร  resto del mondo. Ma c'รจ stata una fase in cui erano solo gli stranieri (abituati anche a pasteggiare con distillati e cocktail) a guardare alla nostra cucina come a una cosa valore: in Italia si correva dietro la sperimentazione.

Ma non sono neanche piรน i tempi delle grandi star di Hollywood o di casa nostra, dei personaggi mitici per la competenza gastronomica. Qualche aneddoto? โ€œMi hanno raccontato di scene pazzesche, come la cena del centenario, con tanti personaggi famosi, e Tognazzi che raccontava le ricette preparate per Elizabeth Taylor. O delle visite di Rรฉmi Krug. Roma non รจ piรน cosรฌ internazionale e anche i personaggi nell'ambiente sono cambiatiโ€. Piรน facilitร  a reperire informazioni, ma meno cultura. โ€œOgnuno si sente autorizzato a dire la sua, ma non sempre รจ all'altezza e sa le cose in modo corretto. Un tempo informarsi era difficile, e chi era preparato lo era davvero, aveva passione, si documentava e voleva capire a fondo. Parlare con alcuni di questi personaggi, e di molti ho solo avuto racconti in famiglia, era incredibileโ€. Oggi si trova tutto in rete, ma non sempre รจ giusto. L'idea del menu dei drink nasce anche dalla voglia di ricreare quel tessuto ricco di conoscenza. E di creare una nuova tradizione.

 

Checchino dal 1887 | Roma | via di Monte Testaccio, 30 | tel. 06 5743816 - 06 5746318 | http://www.checchino-dal-1887.com/ 

https://www.facebook.com/ch1887/?fref=ts

a cura di Antonella De Santis

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