A Roma lo Zio d'America raddoppia. Una storia imprenditoriale da Talenti a Piazza Bologna

4 Dic 2014, 12:36 | a cura di
Hanno rilevato il vecchio Zio d'America giusto 10 anni fa, rinnovando nel segno della qualitร . Ora Roberto Imperatori e Aida Maria Capone raddoppiano e aprono a un passo da Piazza Bologna un locale gemello ma piรน piccolo. 400 metri quadrati di eccellenze gastronomiche: dal croissant al banco di formaggi, dalla pizza alla pasticceria.

Per molti Talenti si dice Zio d'America. Tanto ha inciso nel quartiere questo mega locale (quasi 2000 mq) negli anni. Ma la storia di uno dei primi spazi multifunzionali della Capitale non รจ stata sempre facile. Rilevato 10 anni fa dalla famiglia Imperatori, esperienza della GDO (loro erano i Sir), quando era ormai chiuso da tempo, all'epoca monumento decadente di una crisi che ancora non aveva toccato le vette che abbiamo conosciuto in anni piรน recenti. Da allora l'impegno di Roberto Imperatori e sua moglie, Aida Maria Capone, ha avuto come obiettivo la rinascita di questo locale storico e il suo riposizionamento nel tessuto del quartiere. Non solo. Inaugura in questi giorni una seconda sede, in zona Nomentano, che ripropone in miniatura l'identitร  della casa madre, tanto negli arredi quanto nella proposta vocata all'alta qualitร  e alla facilitร  di fruizione.

Quando avete preso la gestione dello Zio d'America, il locale era chiuso. Quali sono stati i primi passi?
รˆ stato difficile. Quando lo abbiamo rilevato era ormai chiuso, si mise di mezzo il comune per garantire il futuro dei tanti dipendenti, abbiamo fatto un accordo per riassumere tutto il personale della vecchia gestione. Oggi sono 80 persone, un po' meno rispetto a 10 anni fa: nel tempo qualcuno รจ andato in pensione, e qualche piccolo taglio รจ stato fatto. Abbiamo riorganizzato gli spazi. Al piano terra ci sono bar e pasticceria, e all'altro angolo il supermercato, al primo piano enoteca e ristorante; tutto collegato internamente. Si puรฒ mangiare in ogni parte del locale: la gastronomia รจ il core business, abbiamo banchi di fresco, salumi e formaggi, pescheria, macelleria. Il pane e i dolci sono di nostra produzione. Da un anno a questa parte c'รจ una partnership con Illy e Biasetto che ci fornisce i lieviti per la colazione e alcuni suoi dolci, come la famosa Setteveli.

Com'รจ stato?
Faticosissimo, quando l'abbiamo rilevato non versava in buone condizioni, persino Vissani aveva tentato inutilmente di risollevarne le sorti. Ma non รจ semplice, soprattutto il primo piano dove c'รจ il ristorante, che non รจ visibile da strada.

Cosa rimane del vecchio locale?
Lo Zio d'America รจ sempre stato un locale fuori dalle regole, in anticipo rispetto a quel che รจ venuto dopo: aperto 365 giorni l'anno, Natale incluso, dalla mattina presto alla sera tardi. Ha saputo rispondere a tante esigenze diverse: bar, enoteca, gastronomia, ristorante, supermercato. I clienti hanno sempre potuto fruire di queste cose in un solo posto e a qualsiasi ora. Ora l'apertura รจ dalle sei di mattina a dopo mezzanotte, mentre il supermercato chiude alle dieci di sera.

Come avete gestito l'ereditร  di un posto del genere?
Puntando sulla qualitร  e freschezza, facendo tesoro dell'esperienza della famiglia di mio marito. Ma abbiamo anche cercato di lavorare sul territorio per creare fidelizzare i nostri clienti. Li conosciamo tutti, conosciamo le loro storie e le loro famiglie, portiamo loro a casa la spesa o la cena. Abbiamo investito sulla qualitร  costante.

E la clientela come ha reagito?
Molto bene: sanno che di noi si possono fidare, si sentono a casa loro, spesso costruiamo insieme a loro le serate che organizziamo, come le due degustazioni che facciamo ogni mese, o le serate di jazz. Possono contare su di noi in ogni occasione. Pochi giorni fa un cliente ci ha detto: โ€œmeno male che c'รจ lo Zio d'America altrimenti cambierei quartiereโ€.

Come รจ cambiato Talenti in questi 10 anni?
A Talenti l'etร  media รจ piuttosto alta, con molti professionisti e persone in pensione, e sono molto esigenti. L'arrivo dei nuovi palazzi in zona Bufalotta ha portato abitanti piรน giovani, e altri ne arrivano dalle aree limitrofe. C'รจ poi uno zoccolo di giovanissimi, intorno ai 15 anni, e mi piacerebbe sviluppare un'offerta piรน allettante per loro. Abbiamo cercato di organizzare con i vigili urbani un percorso educativo sul consumo di alcol. Un locale cosรฌ grande e inserito nel territorio deve essere in prima linea anche su questioni del genere. Non vendiamo alcol ai minorenni e se ci capita di vedere ragazzi che bevono cerchiamo, dove possibile, di avvisare le famiglie.

E la clientela รจ cambiata?
Piuttosto i consumi sono cambiati, perchรฉ la crisi si fa sentire, ma il lavoro che abbiamo fatto ha dato i suoi frutti. Abbiamo cercato di spiegare che il risparmio non esclude la possibilitร  di comprare bene. Faccio l'esempio della pasta al pomodoro: tre semplici ingredienti di grande qualitร , pasta, passata e olio, non sono una spesa insostenibile. Si tratta di pochi centesimi a piatto.

E le persone hanno raccolto questo messaggio?
Sรฌ, consumano meno, ma meglio: il cornetto adesso รจ piรน piccolo, ma eccellente (รจ quello di Biasetto). Cosรฌ il caffรจ: una volta se ne prendevano anche tre o piรน nella giornata. Adesso il consumo รจ ridotto, ma la scelta รจ sempre quella della qualitร , con illy. Cosรฌ per la cioccolata, Domori o Venchi, o i tรจ Damman Frรจres. Stesso discorso per prosciutto, formaggi e altri prodotti. Il cliente abituato alla qualitร  continua a sceglierla, magari in quantitร  minore. I nostri clienti sono abituati a una proposta di valore, e su quello puntiamo. E loro lo sanno.

Insomma un esperimento piuttosto inedito di qualitร  direzionate alle masse. Quali sono gli spazi che funzionano meglio?
Il bar (circa 1800 scontrini ogni mattina) e il supermercato, il ristorante va forte soprattutto il fine settimana, e cosรฌ l'enoteca che conta quasi 1000 etichette, da quelle piรน importanti, come Petrus o Masseto, alle piccole aziende.

Parliamo dell'enoteca: c'รจ interesse?
I clienti si affidano, noi gli facciamo assaggiare i prodotti, glieli raccontiamo, organizziamo molte degustazioni, abbiamo avuto anche serate con Ornellaia o Querciabella. Non รจ mai stata un'enoteca statica, abbiamo un concetto piรน moderno. Va bene le grandi etichette, ma ci piace fare proposte diverse e i vini escono dallo scaffale perchรฉ abbiamo un sommelier che li sa spiegare. E poi abbiamo una carta varia: italiani, esteri, champagne, birre artigianali, distillati.

Come si fa a far funzionare un posto cosรฌ?
Siamo entrati in un luogo che aveva una storia. Dovevamo essere credibili, dimostrare di essere coerenti, affidabili, di venire incontro alle esigenze senza mai trascurare la qualitร . Quindi anche quando ci sono delle offerte, il prodotto non cambia. Riusciamo a farle perchรฉ, credo, siamo bravi noi per primi a fare gli acquisti. E poi abbiamo conquistato la fiducia delle persone stando sempre qui, tra i tavoli, anche per il servizio. Le persone hanno capito chi c'รจ dietro questo mega locale. E si sentono a casa, si fidano.

Siete riusciti a selezionare la clientela?
Ci piacciono le famiglie, vogliamo che ognuno stia bene e trovi quel che cerca. E vogliamo far capire che la qualitร  non significa spendere tanto.

Ci faccia un esempio
La cioccolata calda sta a 4,50 euro. รˆ Venchi e la serviamo con la granella di nocciole o pistacchio. Oppure il tรจ: ognuno puรฒ scegliere la propria miscela e acquistarla per casa, non ci sono le solite bustine. Riusciamo a dare attenzioni e servizio curato ai clienti, anche in locale di queste dimensioni. E il pomeriggio in molti si fermano da noi.

Per la sera invece?
Abbiamo portato al primo piano l'aperitivo con un barman professionista per i cocktail e il buffet. Facciamo provare nuovi prodotti e nuovi cocktail. In questo modo abbiamo conquistato anche una clientela imprevista, come delle signore di etร  anche superiore ai 70 anni, che vengono per l'happy hour. Abbiamo dato nuove abitudini ai clienti. E vogliamo che siano tranquilli.

Quindi niente calcio?
Abbiamo grandi schermi visibili sia al piano terra che a quello superiore. Perรฒ le partite in alcuni orari, come nel pomeriggio, impediscono a chi viene di stare tranquillo. Quindi a volte rinunciamo a trasmettere il calcio per fare stare meglio i nostri clienti. La sera incide meno perchรฉ al ristorante non si crea chiasso, per come รจ organizzato lo spazio.

Ora avete deciso di investire su un altro locale. Come mai?
Capita spesso che quando parlo di Piazza Talenti, mi dicano: โ€œah allo Zio d'Americaโ€. Abbiamo creduto che fosse un nome forte, che potesse funzionare anche in altri quartieri, con gli stessi criteri di qualitร  e versatilitร .

Come sarร  questo locale al Nomentano?
Una versione della casa madre in miniatura: 400 metri quadrati, con tutto quello che c'รจ a Talenti: ristorante, tavola calda, gastronomia, forno, bar, bistrot, gelateria, pasticceria, enoteca e un piccolo market dove abbiamo una selezione dei marchi che lavoriamo abitualmente: pasta Gentile, Cocco, Verrigni, oppure Robiola di Roccaverano. E cosรฌ via, con il meglio del made in Italy. L'ambiente รจ coerente con il locale di Talenti, con molto legno e tocchi di marrone e rosso, che sono quelli del logo. Ci sono banconi e tavoli sociali all'ingresso e tavolini piรน riservati dentro.

In quanti siete in questa nuova avventura?
In questa operazione sono coinvolti tre imprenditori: chi ha venduto chi ha comprato e chi ha affittato. Abbiamo creato un indotto economico. Nello specifico poi dietro al nuovo Zio d'America siamo sempre in due: io e mio marito. Con una grande squadra di professionisti: 20 persone assunte giร  da 3 mesi, che hanno lavorato prima a Talenti per capire dinamiche e obiettivi di questo posto.

Come รจ il quartiere?
C'รจ un pubblico piรน giovanile, credo, ma ancora non sappiamo cosa ci aspetta. Lo scopriremo nei prossimi giorni.

Il ristorante cosa propone?
Abbiamo Emanuele Di Cuonzo, un ragazzo giovane con esperienze sia in Italia che all'estero. La sua รจ una cucina moderna ma affonda le sue radici in sapori e piatti tradizionali. I suoi riferimenti sono quelli di una volta, ma la sua etร  e le sue esperienze portano un rinnovamento. Si occupa anche del pane e delle pizze, che il quartiere ci ha chiesto.

Date molto seguito alle richieste del pubblico?
Abbiamo guardato anche alle esigenze alimentari: con prodotti per celiaci e vegani. Per l'aperitivo ci sono i taglieri di formaggi, di solo parmigiano (24 mesi, 60 mesi e vacche rosse) e uno di formaggi di soia, per dare anche ai vegani un'offerta allettante e non banale. Cosรฌ per i panini gourmet. La proposta per il pranzo che cambia continuamente. Per i vini (anche qui un migliaio di etichette) si va dagli 8 a centinaia di euro.

รˆ stato complicato aprire?
Ci sono tantissime regole oggi, che a volte non capiamo neanche. Faccio un esempio: sul marciapiede c'erano delle buche abbastanza grandi. Dopo aver chiamato il Comune che ci ha detto che dovevamo venir ricontattati da un'impresa, abbiamo capito che le cose sarebbero troppo andate per le lunghe, pur volendo assumerci l'onere delle spese. Abbiamo fatto asfaltare, anche perchรฉ era pericoloso. Bene, abbiamo preso una denuncia. In questa situazione e con la condizione economica attuale, gli imprenditori lasciano perdere, perchรฉ poi si rischia di investire senza riuscire ad aprire.

Voi ci siete riusciti perรฒ
Spero che sia un segnale di speranza: ci siamo impegnati molto, abbiamo investito e assunto dipendenti giovani e non solo. Anche perchรฉ prima di trovare il personale adatto abbiamo incontrato tantissime persone e tante, di fronte a un'offerta concreta di lavoro, hanno posto dei limiti, per esempio per gli orari (qui si inizia presto) o la domenica lavorativa. Noi siamo l'esempio che si puรฒ fare impresa rispettando regole, clienti, facendo qualitร , creando posti di lavoro, per chi ha voglia di lavorare, si intende.

Lo Zio d'America | Roma | via Ugo Ojetti, 2-22 | tel. 06.82098161 | piazza Mariano Armellini, 15 | http://www.loziodamerica.it/news_eventi/

a cura di Antonella De Santis

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