ACCA, quando food fa rima con design

27 Apr 2012, 10:04 | a cura di

Dove sta scritto che il cibo può essere abbinato solo al vino? Non potrebbe essere abbinato anche ad altri “cibi”, ad esempio quelli per la mente o gli occhi?

Che l’abbinamento cibo e vino funzioni è ormai noto, mentre il nuovo cibo e bello lo stanno sperimentando i c

reatori di ACCA, acronimo di Architettura Cibo Cultura Arte.

 

Per comprendere al meglio di cosa si sta parlando conviene spiegare di cosa non si sta parlando.

ACCA non è uno studio di architettura. Non è un locale per aperitivi. Non è una galleria d’arte. Non è un negozio d’arredamento. Ma tutto questo in un’unica soluzione.Quello che è sicuro è che si tratta di una novità assoluta nel panorama romano.

 

A pochi passi dalla Città del Gusto del Gambero Rosso, questo locale non è munito di cucina, ma il buffet “tiepido” che viene servito durante gli aperitivi non ne fa sentire la mancanza. Le forniture arrivano da contatti diretti con i produttori, la mozzarella, tanto per fare un esempio, è del Consorzio della Bufala Campana DOP; una certezza.

 

L’ambiente è confortevole e le opere d’arte (esposte e in vendita) di Richard Woods allietano lo sguardo tanto quanto l’arredamento. Dalle sedie alle tazzine, dai tavoli ai vasi, tutto è in vendita, ACCA è il solo punto di riferimento su Roma della nota azienda olandese MOOOI.

L’esperienza dei due architetti che hanno progettato e realizzato lo studio/atelier è a disposizione del pubblico, non solo come consulenza diretta, ma anche attraverso le riviste specializzate di settore liberamente consultabili dai clienti.

Il concetto intorno al quale ruota la filosofia del locale è quello di mettere a disposizione uno spazio per rilassarsi dopo una giornata di lavoro, sorseggiando il britannicamente classico tè delle cinque o un cocktail serale accompagnato da stuzzichini finger, in cui, strano ma vero, si può includere nel conto la sedia sulla quale si era seduti o l’opera d’arte di uno degli artisti esposti e portarsela a casa.

A primo impatto, questo nuovo modo di fare ristorazione, lascia stupiti e piacevolmente sorpresi. Si fa una certa fatica a credere che tutto quel che si vede sia in vendita e ci si rilassa nello scoprire che è vero. Si tratta non solo di un’idea innovativa e frizzante, ma anche di uno stimolo concreto al rinnovamento di un settore che si nutre di nuove idee e che sempre di più è orientato verso la promozione della qualità.

 

Saverio De Luca

27/04/2012

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