Berlinale 2012: la fiducia (nel gusto) vien mangiando

13 Feb 2012, 18:13 | a cura di

 

"Il cibo è una questione di fiducia e i consumatori non dovrebbero concentrarsi esclusivamente sulle etichette o il nome della marca, ma lasciare parlare anche il loro sesto senso". 

produced, and if binders, flavour enhancers or other additives have been used.">Parola di Dieter Kosslick, il patron della Berlinale 2012. Imparare l’arte della buona tavola andando al cinema? Difficile ma non impossibile se consideriamo il gusto come retaggio culturale, prima ancora che sensoriale. Questo almeno quanto propone “Culinary cinema”,  la sezione della 62° Berlinale che da oggi fino al 17 febbraio proporrà il complesso e viscerale rapporto fra cibo, cinema e ambiente, e naturalmente diverse anteprime e chicche gustose. Dopo le proiezioni serali, infatti, chef del calibro di Sonja Frühsammer, Michael Kempf, Christian Lohse, Marco Müller, Andoni Luis Aduriz e tanti altri delizieranno gli ospiti con piatti ispirati ai film proposti.

 

Le proposte più curiose in sala? La commedia francese, “Comme un chef” scritta e diretta da Daniel Cohen, con un irresistibile Jean Reno nei panni di Alexandre Vaucler,  il migliore chef della Francia, che rischia di far perdere una “stella” al ristorante che gestisce.  E poi, il documentario “Canned Dreams” della finlandese Katja Gauriloff. Uno sguardo alla condizione dei lavoratori che contribuiscono a produrre un piatto di ravioli, le “innumerevoli mani e le storie dietro la realizzazione del prodotto”. I "nostri" saranno invece presenti con il documentario Potok Ash Yoghurt di Francesco Amato e Stefano Scarafia sulle orme di un presidio di "Slow Food" in Kenya.  Un tributo alle comunità dei villaggi di Tartar e Soibee che producono uno yogurt fatto con latte di vacca (incroci fra razze locali e zebù) o di capra, mescolato alla cenere di cromwo, un albero autoctono. E poi, dibattiti, incontri, reading letterari perché, come recita lo slogan di questa edizione, “Trust in Taste”, è importante alimentare il gusto ma soprattutto credere nel proprio.

 

 

Michela Di Carlo

13/02/2012

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