C’è chi lo ha definito il nuovo Eldorado, per le opportunità che offre e per la dinamicità e la velocità con cui si sta sviluppando. Piccolo ma ricchissimo stato peninsulare del Golfo Persico, dalla politica diplomatica e internazionale assai controversa, il Qatar ha il Pil pro-capite più alto al mondo e una ricchezza infinita grazie al gas e petrolio. E subisce il fascino del lusso Made in Italy, come dimostrano gli acquisti della famiglia reale del Qatar (Al-Thani) in Costa Smeralda, a Milano con l’Hotel Gallia, a Firenze con palazzo della Gherardesca (sede del Four Season Hotel), e infine, con la Maison Valentino.
Ma oggi il Qatar sembra essere anche la nuova frontiera degli imprenditori italiani: di quelli che per primi si affacciano al Medio Oriente e di quelli che hanno già sperimentato il successo degli investimenti nella vicina Dubai. Anche se entrare in affari qui non è facile.
L’occasione per fare conoscere in maniera ufficiale il Made in Italy sarà Brand Italy, la tre giorni al Qatar National Convention Centre di Doha, dove sono attesi oltre trentamila visitatori e duecento aziende italiane per incontri b2b, workshop, degustazioni, cene. Protagonista di questo evento l’eccellenza italiana principalmente del settore gastronomico, ma ci sarà anche spazio per design, arredamento, horeca, green economy, edilizia, moda, cultura, turismo, impiantistica e strutture sportive.
“Brand Italy è una grande opportunità per le aziende italiane che vogliono farsi conoscere nel Medio Oriente” afferma Rosario Lunetto, general manager della L.I. for Exhibition, la società con sede a Doha che organizza l’evento, costituita al 51% dallo sceicco Ali Bin Thamer Al Thani della famiglia reale (la stessa proprietaria di Al Jazeera) e dal restante 49 per cento da un gruppo di sette imprenditori siciliani. Lunetto, che ha lavorato tre anni per entrare nel mercato del Qatar con la Lunetto Group, general contractor nel settore edile, alberghiero, horeca, trading, non ha dubbi: il food è la carta vincente. “Consiglio a chi vuole andare via dall’Italia e ricominciare una nuova vita di venire in Qatar ad aprire un ristorante, una pizzeria, una gelateria” afferma Lunetto. “Dopo solo un anno si vedono i risultati dell’investimento. Non solo perché il cibo italiano è amato da tutti e qui in Medio Oriente sta diventando molto popolare, ma perché questo paese sta crescendo a una velocità inimmaginabile. E la crescita è evidente sia nelle infrastrutture, negli alberghi e nei ristoranti che stanno nascendo come funghi, sia nella programmazione”. Il Qatar National Vision 2030, il documento di programmazione voluto dall’emiro Tamim Bin Hamad Al Thani, si pone l’obiettivo di equilibrare la ricchezza generata dallo sfruttamento di gas naturale e petrolio, con il ricavato prodotto da nuovi investimenti in settori quali il turismo, i servizi, la logistica e le attività industriali. Con queste politiche, Doha ha anche l’ambizioso obiettivo di diventare la nuova capitale commerciale e turistica del Medio Oriente e di superare Dubai, con cui è in competizione.
La gastronomia sì, quella di qualità delle imprese eccellenti, ha un ruolo di primo piano, con qualche limite dettato dalla religione: no all’alcol (tranne negli alberghi delle grandi catene internazionali) e alla carne di maiale e ai suoi derivati. È anche richiesta, in molti casi, la certificazione Halal che alcune imprese italiane che esportano in quest’area hanno già provveduto a ottenere.
Perché un imprenditore dovrebbe scegliere il Qatar? “Perché da quelle parti non esiste l’Iva e il reddito da lavoro indipendente viene tassato al 5%, la burocrazia è veloce e bastano solo trenta giorni per ottenere la licenza di apertura di un ristorante”. Non è tutto così semplice però. “Gli standard per la qualità sono molto alti, conclude Lunetta. Non interessa la grande distribuzione, la quantità. Ecco perché al Brand Italy ci saranno aziende di eccellenza che puntano molto sull’artigianalità”.
Grande protagonista di Brand Italy è la Sicilia, con il 60% delle aziende, e la Regione Sicilia che, oltre ad aver dato il suo patrocinio pubblicando anche un bando all’interno del programma di internazionalizzazione delle imprese dell’Isola, sarà presente con uno stand. Siciliano è il testimonial dell’evento: Nicola Fiasconaro dell’omonima azienda di Castelbuono, che con i suoi panettoni e granite ha conquistato lo sceicco Al Emadi. Con lui ha chiuso, lo scorso aprile, un contratto per l’apertura di un punto Fiasconaro nell’imperiale centro commerciale di prossima inaugurazione a Doha, quello ispirato all'architettura della Galleria Vittorio Emanuele II di Milano che dovrebbe aprire a fine anno a Doha. Lo stesso Fiasconaro si occuperà anche della consulenza di due ristoranti all’interno del centro che lo stesso sceicco ha voluto con cibo e personale del Belpaese.
Ebbene sì, oggi gli italiani puntano al Medio Oriente ma non sono stati i primi a piantare la propria bandiera in Qatar. Prima di loro, gli americani con le loro scuole, università, le basi, seguiti dai francesi. I cugini d’Oltralpe si sono giocati una carta da novanta: Alain Ducasse, che ha inaugurato nel novembre 2013 Idam all’interno del nuovo museo di arte islamica. Haute-cuisine francese con influenze mediterranee e mediorientali.
In Medio Oriente il Made in Sicily e Brand Italy sono arrivati anche dopo una serie di negoziati, strategie di cooperazione internazionale e contatti personali. Sami Ben Abdelali, tunisino di adozione italiana, o meglio siciliana, consulente per l’internazionalizzazione e la cooperazione della Regione Sicilia, è l’uomo-chiave nella trattativa che ha portato, prima, lo sceicco Al Emadi in Sicilia a visitare le potenziali aziende che saranno presenti nel centro commerciale, e poi l’emiro Tamin Al Thani, che è stato conquistato dal caffè siciliano e dalle bellezze dell’isola tanto da affermare che “in Sicilia si sente a casa sua”. Per Sami Ben Abdelali “il Qatar guarda con molto interesse al settore agro-alimentare italiano. Oltre alla passione dell’emiro per il cibo italiano c’è una precisa strategia di investire nelle aziende e nei prodotti della Penisola. Brand Italy rappresenterà una possibilità concreta per le aziende che vogliono entrare nel mercato qatarino. Non è però un paese facile, ribadisce Ben Abdelali. Sono molto esigenti, puntano alla qualità e ai prodotti di nicchia”. Se siamo arrivati dopo gli altri? “È probabile, conclude Sami Ben Abdelali. Gli italiani però anche se arrivano dopo arrivano sempre con una marcia in piu”.
Brand Italy | Qatar | Doha | Qatar National Convention Centre | dal 10 al 12 novembre 2014 | tel. 06.98381120 | www.branditalyqatar.com
a cura di Liliana Rosano