blank">Valverde, di leggendari capolavori. Qualche esempio? I quattro volti di Marylin Monroe, impressi sulla tela da Warhol, lasciano il posto alle immagini replicate di Valverde; il famoso taglio di Lucio Fontana diventa profilo di bottiglia e gli omini danzanti dei murales di Haring si trasformano nelle colorate icone di Valverde.
Non a caso, il tema dell’acqua nelle arti figurative è stata sempre presente fin dai primi del Novecento. Dei quattro elementi è senza dubbio uno dei più fecondi: e per le caratteristiche di trasparenza e fluidità, e per le antiche implicazioni mitologiche e filosofiche che hanno generato nel corso dei secoli una fitta simbologia. Negli anni sessanta, una nota installazione di Pino Pascali (Il mare, 1967) intende ricostruire con semplici mezzi il “mare in una stanza”, opera che anticipa il recupero di significati alchemici dell’Arte Concettuale. L’idea dell’acqua generatrice o distruttrice trova un’inedita espressione anche nell’uso del video e delle tecniche digitali in artisti come Bill Viola (Fuoco, acqua , respiro, 1966) o gli italiani Fabrizio Plessi e Studio Azzurro.
La scelta di abbinare Valverde all'arte contemporanea non è casuale. Progettata dalla geniale matita di Matteo Thun, Valverde è da sempre legata al mondo delle arti: dal design al cinema, dalla letteratura all'arte figurativa, tutte le attività di cui si è fatta promotrice hanno comunicato valori quali stile ed eleganza. Valori propri di una bottiglia ormai diventata simbolo della progettazione industriale; una vera e propria icona del mondo contemporaneo, così come le opere reinterpretate nel suo nuovo reservation book.
Ma l’acqua è e rimane anche materia prima per gli chef alle prese con le proprie creazioni artistiche, elemento indispensabile per qualunque portata. Potreste mai pensare ad un piatto di pasta di Gragnano senza l’acqua che bolle in pentola? E la vostra zuppa preferita? Avrebbe mai quel gusto vellutato senza l’acqua?
Michela Di Carlo
07/12/2011