E i food blogger si fanno la loro associazione. Intervista al presidente Anna Maria Pellegrino

11 Feb 2014, 16:40 | a cura di
Non giornalisti, non fotografi, non spin doctor. Ma appassionati di cibo con la passione per la comunicazione. Sono i food blogger, più di 3000 in Italia, che oggi si sono riuniti in un'associazione. Quali sono i loro obiettivi? Ecco cosa ci ha risposto Anna Maria Pellegrino del blog La Cucina di QB.

Una volta erano appassionati di cibo con un proprio diario virtuale. Oggi i food blogger cresciuti, sia nei numeri - più di 3000 quelli attivi - che nel livello: le loro pagine sempre più curate, le immagini di grande impatto. Dialogano con addetti ai lavori, aprono collaborazioni, creano contenuti e producono idee. E si riuniscono in una associazione nazionale.

Iniziamo dai numeri: quanti sono i food blogger in Italia ora? E quanti sono nell'associazione?
Stime precise sono impossibili: fino a qualche anno fa, c'erano food blogger volenterosi che si erano fatti carico di un censimento, in costante aggiornamento. Ma l'esplosione del fenomeno di questi ultimi due anni ha reso impossibile tenere il passo. Indicativamente, è ragionevole ipotizzare che i food blog attivi (quelli in cui si posta regolarmente) siano più di 3000. L'Associazione è nata il 6 febbraio, quindi ieri: in poche ore, abbiamo raggiunto i primi cento soci e le richieste di iscrizione continuano.

E quanti (e quali) quelli che 'contano'?
Se volete strappare un sorriso a un food blogger, fategli una domanda del genere. Ciascun food blog ha i suoi lettori e per il suo pubblico “conta”, e anche molto.

Cosa vi differenzia da un 'vero' giornalista enogastronomico?
Il giornalista enogastronomico è anzitutto un giornalista, il food blogger no
Il food blogger è una figura di intersezione di tante sfere di competenza: sa cucinare, ma non è uno chef; sa fotografare, ma non è un fotografo; sa scrivere di cibo, ma non è un giornalista; sa comunicare, ma non è uno spin doctor; agisce sulla medesima sfera di competenza di chi si occupa di eno-gastronomia, ma con una specificità sua propria, che nasce appunto dalla specificità appena ricordata. In più, è titolare unico della sua “testata” e questo gli permette di lavorare in piena libertà.

Quali sono gli strumenti indispensabili per un food blogger?
Il food blogger comunica attraverso la rete, quindi lo strumento essenziale è il computer e un buon collegamento ad internet. Comunica anche attraverso l'immagine, per cui ha bisogno anche di una attrezzatura fotografica, più o meno specializzata a seconda delle sue inclinazioni personali. Ci sono anche food blogger che privilegiano la grafica, per cui in quel caso servono tablet. Ma gli strumenti veramente indispensabili sono tutti quelli che permettono di elaborare dei contenuti: libri, riviste, manuali, articoli, convegni, esperienze sul campo, incontri con esperti dei vari settori che ricadono sotto il nostro interesse, in un aggiornamento costante che tenga conto tanto delle novità, quanto delle radici della nostra cultura gastronomica.

Seguire eventi gastronomici in giro per l'Italia, frequentare grandi ristoranti o negozi di specialità avere un peso economico: in questo caso tutto sulle spalle del blogger (diciamo così un investimento) o si riesce a trovare il modo di rientrare delle spese o avere delle agevolazioni?
È molto difficile dare una risposta precisa a questa domanda, visto che dipende dai singoli casi. Ci sono casi in cui si è invitati, altri in cui si va di propria iniziativa, accollandosi quindi ogni spesa. Più in generale, noi siamo quelli che hanno investito in una passione: collezioniamo libri di cucina da decenni, facciamo da sempre una spesa attenta alla qualità e, se ci è possibile concederci qualche strappo alla regola, andiamo al ristorante, anziché in una boutique di grido. E questo anche prima di aprire un blog di cucina.

Ma perché siete così tanti?
Quello che ci accomuna è un amore sempre più consapevole per la cultura del cibo e la scelta della rete come mezzo di comunicazione. Ed è proprio la consapevolezza la cifra che forse fa la differenza, oggi rispetto a qualche anno fa: contrariamente alle previsioni di molti, i food blogger non sono stati né un fenomeno, né una meteora e aver mantenuto in modo continuativo il rapporto con un pubblico sempre più vasto e sempre più affezionato ci ha reso consapevoli del nostro ruolo, rendendoci sempre più responsabili sul fronte della preparazione personale e della selezione dei contenuti da proporre.

Perché creare un'associazione di food blogger ora?
Per il motivo che è stato appena detto: è un altro passo avanti, sulla strada della consapevolezza.

Il vostro statuto conta 36 punti, non è quasi un controsenso rispetto all'approccio personale, diaristico dei blog? Perché c'è bisogno di tante regole?
Bisognerebbe chiederlo al Legislatore: aver scelto di fondare un'associazione legalmente riconosciuta ha implicato il doversi attenere alle norme vigenti in materia di compilazione di Statuti...

Ricetta per un blog di successo?
Contenuti e saperli comunicare

Autorevolezza e successo non sempre vanno di pari passo: cosa fare per essere accreditate anche dagli addetti ai lavori del settore?
Le collaborazioni fra food blogger e altri addetti ai lavori del settore sono sempre più frequenti, a conferma di come, negli anni, ci si sia conquistati un posto in questo àmbito. Non è un caso che la formazione che l'AIFB si propone di offrire a tutti i soci sia contraddistinta da una fittissima presenza di professionisti di altri settori, che sostengono volentieri il nostro progetto, in nome di una reciproca stima che si è consolidata in anni di collaborazioni, a vari livelli.

Quali sono i blog che hanno fatto scuola o che hanno cambiato il panorama e perché?
Anche questa è una domanda a cui è difficile dare una risposta univoca. Ciascun food blogger ha i suoi food blog di riferimento, in Italia ma anche all'estero: il panorama è variegato anche perché sono tanti i food blog che hanno lasciato un'impronta personale nel panorama mondiale e sarebbe impossibile elencarli tutti

Insomma, un'associazione diplomatica. Niente nomi! Andiamo avanti. I food blogger uomini sono di meno: perché secondo voi questa preponderanza di donne? Casistiche?
Non lo sappiamo. La maggior parte delle food blogger donne ha un lavoro fuori casa e spesso “tiene famiglia”, per cui lo stereotipo tradizionale della “casalinga disperata” non tiene...

Passione, hobby o professione? Cosa un blog e quando cambia volto da amatoriale a professionale?
Passione e poi hobby e poi professione: l'ordine attualmente è questo, anche se il terzo step non è obbligatorio. Il food blog è di chi lo scrive, non di un editore: noi siamo assolutamente liberi di gestire in modo autonomo contenuti, grafica, calendari di pubblicazioni: di conseguenza, anche blog puramente amatoriali possono avere la stessa qualità di blog professionali. Dipende tutto dall'autore.

Quali sono gli sbocchi commerciali possibili?
“Commerciali”, nessuno. Professionali, sempre di più

Leggendo sul sito della vostra associazione si trovano corsi e collaborazioni con aziende: serve un corso per essere un bravo food blogger?
I corsi a cui si fa riferimento sono corsi di formazione. Questi, servono in qualsiasi professione, se le si affronta con serietà e con impegno. E il food blogger non fa eccezione.

Come selezionate le aziende e in che forma sono le collaborazioni? Questo è uno degli aspetti più delicati e delle critiche più frequentemente mosse ai blogger...
Le aziende verranno selezionate sulla base dei nostri scopi e delle nostre finalità che, nella fattispecie, riguardano la promozione del rispetto del territorio e delle materie prime. Le collaborazione saranno esclusivamente rivolte alla formazione dei soci, nelle varie forme in cui questa può tradursi, che si tratti di visite guidate o di corsi di approfondimento, a seconda della specificità dei nostri interlocutori.

Fate anche riferimento a enti locali: avete già avuto dei feedback e c'è un dialogo aperto?
Assolutamente sì: i feedback sono positivi, il dialogo e le collaborazioni spesso sono solo la continuazione di progetti già condivisi con successo e che proseguiranno anche in futuro

In effetti la vostra associazione ricorda un incubatore di impresa: ma quale è l'impresa del blogger?
Gli scopi dell'Associazione sono tutti esplicitati nelle sezioni del sito dedicate allo scopo. “fare impresa” non c'è. Il nostro impegno è “fare formazione”, offrire, cioè, ai nostri associati delle opportunità di crescita che nascono dalla condivisione di esperienze e conoscenze personali, che abbiamo voluto mettere a disposizione di chi desidera poter progredire nella sua passione. Se poi questo potrà aiutare i singoli food blogger ad intraprendere un percorso professionale, non potremo che esserne soddisfatti: ma queste sono scelte personali, che non hanno alcuna attinenza con i nostri scopi.

www.aifb.it

a cura di Antonella De Santis

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