Guerrini dal 1958, una Roma senza effetti speciali

23 Nov 2012, 16:02 | a cura di

Fuochi d'artificio, da qualche tempo a Roma in fatto di aperture e format gastronomici. Ci sono molte novità e molte ne stanno ancora arrivando. Però, lasciatecelo dire, a volte fa piacere incontrare un posticino nuovo tranquillo, "normale", carino ma non fighetto, moderno ma non "di tendenza", di buona e solida cucina ma non strav

agante… Insomma, il "famolo strano" non è di casa nella nuova veste dell'enoteca Guerrini, storica insegna di viale Regina Margherita (al 205, tel. 06 4425 1300, oggi Guerrini dal 1958). Il famolo bene, invece, sì. A partire dalla colazione che qui si può fare davvero (apre alle 8) e in molti modi: dal Bacon&Eggs al ciambellone di casa, dal pane e marmellata al Tris di Lagaccio e ricotta con cacao cannella e caffè, dai muffin alla crostata, ovviamente con succhi, caffè, tè e yogurt. Poi l'aperitivo e il pranzo: in formula veloce, in formato panino (c'è anche un bel bancone salumeria con affettati e formaggi anche francesi di ottimo livello), o alla carta. C'è l'ora del tè, la cioccolata calda… e scatta subito la nuova fascia aperitivo, che va dalle 18 al dopocena inoltrato.

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Al mixer ci sta l'ottima Valentina Bertello che dopo un po' di giri tra Piemonte e Roma, proviene dal Micca e si ferma qui avendo trovato un bancone su misura per lei, la possibilità di contatti più umani con i suoi ospiti e ritmi più caldi. La cucina, invece è affidata al marchigiano Luciano Vecchiatini: pochi blasoni, ma solide esperienze; lui propone una cucina ben rodata, anche divertente, dai classici romani fatti a regola d'arte (molto bene la carbonara o la simpatica caprese in carrozza, nella foto) a piatti che spaziano lungo la penisola e intorno alla griglia.

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Ottimo l'Hamburger alla Bismark: una sorta di tartare "chaud-froid" con un perfetto uovo al tegamino sopra (foto sotto).

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La carta dei vini è intelligente (nel senso di ben scelta e attenta alle tipologie di proposte e di prezzi) e in linea con le diverse offerte di cucina. Un applauso, infine, a Paolo Pavani, alla sua compagna Valeria e al socio Alessandro Di Demetrio che hanno saputo mantenere il calore e l'intimità della vecchia enoteca di quartiere in cui lavoravano, pur realizzando un locale moderno e proiettato ben oltre Porta Pia.

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Insomma, aver fatto la conoscenza di un posto così negli stessi mesi in cui aprono locali particolari (e decisamente ben riusciti, da Rosti a Romeo, da Eataly a no.au., per non parlare degli opening soon come il mitico forno di Bonci o Porto Fluviale o i più collaudati Parma Roma o la gastronomia dei fratelli La Bufala a piazza Cavour anch'essa in via di inaugurazione: lo Splendor al posto dei Professionisti) ecco fa piacere un luogo ben fatto e tranquillo, pieno di prodotti eccellenti, con splendidi cocktail che vanno dai drink di nuova concezione ai vecchi classici difficilmente reperibili come il Martinez o l'Aviation (era ora, a Roma è davvero difficile bere bene e con criterio) e godibili anche come compagni di cena…

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Stefano Polacchi
23 novembre 2012

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