Extravergine. Maxi-truffa ai danni di Puglia e Made in Italy

3 Dic 2015, 12:02 | a cura di
La truffa Questa volta tocca alla Puglia dove gli agenti del Corpo Forestale dello Stato โ€œgrazie alla tecnica del riconoscimento del DNA delle cultivar di olivo hanno scoperto una maxitruffa: alcune aziende pugliesi sono coinvolte in un giro di affari illecito stimato in decine di milioni di euroโ€ e sei persone sono indagate. Le accuse: […]

La truffa

Questa volta tocca alla Puglia dove gli agenti del Corpo Forestale dello Stato โ€œgrazie alla tecnica del riconoscimento del DNA delle cultivar di olivo hanno scoperto una maxitruffa: alcune aziende pugliesi sono coinvolte in un giro di affari illecito stimato in decine di milioni di euroโ€ e sei persone sono indagate. Le accuse: โ€œfrode in commercio e contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentariโ€. La delega allโ€™indagine e agli interventi dei Forestali viene dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, il coordinamento dellโ€™operazione pugliese che ha visto impegnati un centinaio di uomini, รจ stato del Nucleo Agroalimentare e Forestale (Naf) di Roma, dal Comando Provinciale di Bari e dalla sezione di polizia giudiziaria del Corpo Forestale presso la Procura di Bari.

 

I controlli

Le aziende hanno sede a Fasano, Grumo Appula e Monopoli. Abbiamo constatato che mentre nella scorsa campagna olearia cโ€™รจ stata una grossa crisi di produzione di extravergine in Italia, cโ€™erano diverse aziende che invece risultavano avere i magazzini ben pieni di olio extravergine italianoโ€spiega Amedeo De Franceschi, comandante dei Naf โ€œCosรฌ abbiamo pensato bene di fare dei controlli avendo appreso della possibilitร  di utilizzare la tecnica di analisi del DNA messa a punto dal CNR, in particolare dallโ€™Istituto di Bioscenze e Biorisorse di Perugia. Abbiamo prelevato dei campioni e abbiamo fatto fare le analisi: tutto รจ uscito fuori meno che fossimo davanti a oli da cultivar italianeโ€.

La provenienza delle olive

Cosรฌ รจ venuto fuori che le migliaia di tonnellate di olio sotto esame derivavano da olive coltivate โ€“ oltre che in Europa โ€“ in Siria, Turchia, Marocco e Tunisia: tutto etichettato come Italiano 100%. โ€œSi tratta di risultati ottenuti intrecciando i dati dei diversi registri informatici sulle diverse cultivarโ€ spiega De Franceschi โ€œEd รจ anche possibile che gli indagati riescano a dimostrare che si tratta di olive di cultivar (specie) straniere, ma coltivate in Italiaโ€.Visto lโ€™andazzo, dubitiamo fortemente che si riesca a provare che si tratti di tipologie di olive straniere coltivate in Italia.

Le polemiche

Ufficialmente niente nomi, a differenza di quanto invece comunicรฒ โ€“ pochi giorni fa โ€“ la Procura di Torino che fece nomi di marchi ed etichette da supermercato che vendevano falsi oli made in Italy (leggi qui). E ovviamente, fino a conclusione dellโ€™inchiesta, niente condanne. A differenza di quanto fanno altri, che invece non esitano (sempre su siti specifici dedicati allโ€™olio di qualitร !) a condannare non i presunti truffatori, ma i metodi di indagine mettendo alla berlina (ma perchรฉ poi?) la prova del Dna degli oli: tanto che chi finora ha sempre parlato delle analisi sensoriali come del diavolo, da qualche giorno โ€“ chissร  perchรฉ โ€“ ha riscoperto invece il grande pregio delle analisi sensoriali demonizzando le nuove tecniche basate sul Dna.

I conti non tornano

Insomma, i conti non tornano: non solo agli inquirenti che si sono chiesti come fosse possibile che nellโ€™annus horribilis dellโ€™olio (il 2014) in cui di olio in Italia non ce nโ€™era, se ne trovasse invece a tonnellate e certificato made in Italy negli stabilimenti di diverse aziende pugliesi. I conti non tornano nemmeno su chi sia il paladino dellโ€™olio extravergine italiano made in Italy: come credere, infatti, a chi non perde occasione per coprire i truffatori (anche se solo presunti) esponendone banner e loghi e condannando invece chi cerca di fare pulizia? Se per rispondere alla prima domanda occorrerร  aspettare i risultati dellโ€™inchiesta, per rispondere alla seconda, invece, basta farsi un giro su qualche sito dedicato allโ€™olio in Italiaโ€ฆ Non ce ne sono mica tanti!


a cura di Stefano Polacchi

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