In viaggio. A Lione tra bouchon e la Brasserie des Confluences

7 Mag 2015, 14:30 | a cura di
Aperto da pochi mesi, il Musée des Confluences è uno delle nuove attrazioni di Lione. Insieme al mercato e ai ristoranti, s'intende. E infatti ospita una brasserie firmata da Guy Lassausaie e Jean-Paul Pignol.

Vi piace mangiare al museo? Qui un percorso di due giorni a Lione per visitare il nuovissimo Musée des Confluences e provare il ristorante interno. Ecco tutto il racconto

Aperto da pochi mesi, il Musée des Confluences è uno delle nuove attrazioni di Lione. Insieme al mercato e ai ristoranti, s'intende. E infatti ospita una brasserie firmata da Guy Lassausaie e Jean-Paul Pignol.

L’alta ristorazione portata nei luoghi della bellezza per eccellenza, i musei. L’idea non è nuova, ma a Lione – considerata la capitale (o una delle capitali) della gastronomia francese – la novità di queste ultime settimane è un’accoppiata chef-museo molto interessante. Il cuoco è Guy Lassausaie,2 stelle Michelin a Chasselay, paese alle porte della metropoli del Rhône-Alpes.

Il quartiere di Confluence

Il luogo scelto per aprire la nuova brasserie è il nuovissimo Musée des Confluences, inaugurato a dicembre e già in grado di attirare oltre 300 mila visitatori in poco più di tre mesi di apertura. Diciamo subito che il posto dove sorge il museo ha una magia particolare: siamo nel quartiere di Confluence, dove la Saône si getta nel Rodano, sulla punta estrema di una penisola che fino a vent’anni fa ospitava magazzini e fabbriche e oggi sta diventando (il percorso non è ancora terminato) uno dei luoghi di tendenza della terza città di Francia: un mix di sedi amministrative, redazioni di giornali, costruzioni avveniristiche, ristoranti, caffé e cultura.

Il Musée des Confluences

E l’edificio-simbolo per eccellenza di questo nuovo quartiere, ma forse della Lione del XXI secolo, è proprio il Musée des Confluences. Una specie di astronave di acciaio e vetro, progettato nello spirito dell’architettura decostruttivista dagli austriaci di Coop Himmelb(l)au. “Il visitatore è invitato a confondere l’esterno con l’interno, in modo da apprezzare un’esperienza architettonica del tutto nuova” ha spiegato Wolf. D. Prix, leader e co-fondatore di Coop Himmelb(l)au. Il complesso museale è il loro unico edificio realizzato in Francia.
Alcune aree sono accessibili liberamente, come l’atrio caratterizzato dal grande cono vetrato di 33 metri di altezza. Da maggio apriranno anche i giardini che offrono una prospettiva inedita sul museo e sulla confluenza dei due fiumi. Il percorso permanente propone al pubblico un viaggio nella storia dell’umanità e della Terra, attraverso quattro temi: origini, società, specie ed eternità. Nel museo sono confluite le collezioni di Emile Guimet, l’industriale lionese che è stato uno dei padri del collezionismo etnografico in Francia. Ricchissimo anche il programma di esposizioni temporanee. Per informazioni aggiornate, consultare il sito.
Al di là del Rodano c’è il quartiere di Gerland, dove si trovano alcune delle opere più interessanti dell’architetto Tony Garnier, come lo stadio e la Halle, nata come mercato e ora utilizzata per grandi concerti.

La Brasserie des Confluences

È la stessa atmosfera che si respira alla Brasserie des Confluences: ampie superfici vetrate che affacciano su un bacino d’acqua dove si riflettono le strutture del museo, il cielo, le nuvole. L’impostazione della ristorazione nasce dalla collaborazione fra Guy Lassausaie e Jean-Paul Pignol, entrambi insigniti del titolo, ancora molto ambito oltralpe, di Meilleur Ouvrier de France. Lo spirito è quello della brasseriehaut de gammeche non propone piatti banali. Insomma, niente purè e poulet rôti. “Piuttosto”sottolinea Guy Lassausaie “utilizziamo prodotti non cari, ma lavorati come in un ristorante gastronomico, una cucina leggera dove si devono ritrovare tutti i sapori dell’alta ristorazione”. Per raggiungere l’obiettivo alcuni componenti della brigata di Chasselay si sono trasferiti a Confluence.

Guy Lassausaie

Guy Lassausaie si è formato alla Pyramide di Vienne, sotto le ali protettrici di Madame Point, che era passata alla guida del ristorante tristellato dopo la morte del marito Fernand. Poi ha avuto un altro grande maestro in Louis Outhier a L’Oasis di La Napoule: “ho imparato da persone che sono partite dal nulla e sono riuscite a diventare dei riferimenti a livello mondiale nel loro mestiere”. La prima stella Michelin per Guy arriva nel 1994, la seconda nel 2009. Nel 2010 avvia l’avventura giapponese con l’apertura a Osaka di Le Point de Ciel, ristorante che si è già guadagnato la stella. Più recentemente, con altri investitori, ha creato a Villefrance-sur Saône un complesso alberghiero chiamato Ici et Là all’interno del quale ha aperto la brasserie Le Belooga, diretta dall’amico e collega Hervé Raphanel. Il prototipo dell’esprit brasserieche si è poi voluto replicare alla Confluence.

Il menu

La carta è abbastanza ristretta con 4/5 entrée, poi una scelta fra altrettanti piatti di pesce o di carne. Qualche proposta strizza l’occhio all’eredità lionese dei bouchon, i locali della cucina tradizionale, ma con piatti alleggeriti, altre volte si allargano le prospettive. Ad esempio, si può partire scegliendo fra una Epaule de lapin en gelée, tomates confites, oeuf poché o la Tartare de thon rouge mariné à l’huile vierge(entrambi 15 €). Fra i piatti di pesce c’è il classico Filet de cabillaud en aïoli, légumes cuits à la vapeur, coquillages cuits à la nageo la sandre cuit sur la paeu, sauce vin rouge (21 €). Chi apprezza la carne francese può optare per la Tartare de boeuf Charolais dans la tradition, mesclun, pommes de terres nouvelle cuite en cocotte(21 €). Buona selezione di formaggi, fra i quali cervelle des Canuts e fromage blanc en faisselle (5 €), due classici della tradizione lionese. Poi una bella proposta di dessert (7-8 €). A mezzogiorno c’è anche una formula che abbina il piatto della settimana a un dessert (24 €).

Dove mangiare e dormire a Lione

Lione è la città dei bouchon, i locali della cucina tipica. Ma è anche la città di le Halles Paul Bocuse, mercato alimentare coperto che ospita le eccellenze alimentari lionesi e della regione, uno dei più importanti di Francia. Impensabile programmare una visita gourmet a Lione senza prevedere una sosta qui. L'offerta di ristoranti in città è enorme, più di 2000, con il più alto rapporto ristoranti per abitante di tutta la Francia. Tantissime tavole d'eccellenza, non a caso dire Lione equivale dire Paul Bocuse, ma questa volta vogliamo indicarvi due buoni bouchon, perché, diciamoci la verità, per questo tipo di locali non è facile individuare quelli affidabili. Per la notte, invece, suggeriamo una piccola catena già presente a Nantes e Grenoble. A Lione l’hotel si trova nei pressi del ponte Lafayette, quindi comodissimo per raggiungere sia la Presqu’Ile sia la zona commerciale di Part-Dieu con le Halles Paul Bocuse.

Musée des confluences | | Francia | Lione | Rez de chaussée | 86, Quai Perrache | tel. +33.4.72411234 | www.museedesconfluences.fr

Daniel et Denise
Joseph Viola, il patron, può vantarsi del titolo di Meilleur Ouvrier de France.
Daniel et Denise | Francia | Lione | 153, rue Créqui | tel. +33.4.78606653 | www.daniel-et-denise.fr

Chez Abel
Atmosfera fra le più autentiche nel panorama dei bouchon lionesi.
Chez Abel | Francia | Lione | 25, rue Guynemer | tel. +33.4.78374618 | www.cafecomptoirabel.fr.

Okko Hotel
L’hotel è un 4 stelle che, a partire da 99€, offre una formula tutto compreso: wifi, palestra, snack, room service, tv.
Okko Hotel | Francia | Lione | 14 bis quai General Sarrail | www.okkohotels.com

Per programmare il viaggio a Lione:
www.rendezvousenfrance.it
www.lyon-france.com
www.rhonealpes.fr

a cura di Dario Bragaglia
foto di Dario Bragaglia

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