L'arte del togliere e del concentrare: conversazione con Niko Romito

15 Giu 2017, 09:59 | a cura di

Puรฒ una cucina allโ€™apparenza estremamente lineare regalare al palato emozioni cosรฌ forti da renderla indimenticabile? Sรฌ se la mano del cuoco riesce sublimare a tal punto la materia prima da farne la protagonista assoluta del piatto. La sfida tutta italiana di Niko Romito


L'Abruzzo in marcia

รˆ difficile parlare dellโ€™Abruzzo, sconquassato da una serie di eventi catastrofici da cui sempre la gente di qui si rialza con determinazione. Ed รจ anche difficile parlarne in termini entusiastici legati al piacere della tavola, anche se pare di intuire qualche segnale di rinnovamento. Piรน d'un lumicino che in queste ultime stagioni sembra segnare la strada. Il confronto con Niko Romito, perรฒ, รจ molto di piรน: lascia intravedere una speranza viva e vitale, le sue parole, le sue riflessioni, anche in termini di piatti e di sperimentazioni ai fornelli, hanno una forza propulsiva incredibile.

โ€œIn un anno circaโ€spiega lo chef abruzzese โ€œalmeno cinque ragazzi usciti dalla scuola di formazione di Casadonna hanno aperto dei loro locali dopo aver fatto qualche esperienza in giro: a Pescara e Acri, a Roccaraso, Rivisondoli e Teramo. Credo sia un segnale molto positivo: ci sono giovani, forze fresche, che ci credono, che investono e che stanno invertendo quella che era la tendenza classica di un Abruzzo di qualche anno fa: i cuochi non vanno piรน fuori a cucinare, non devono per forza espatriare, possono investire qui e lo fanno, portando sul nostro territorio molte personeโ€.

Cambiando, di fatto, la direzione di un percorso che, fino a poco tempo fa, era a senso unico:โ€œlโ€™Abruzzo sta diventando una regione in cui vale la pena venire a conoscere territori ricchi, a scoprire sapori antichi e nuovi allo stesso tempo. Non รจ un caso che nonostante la crisi e le tragedie degli ultimi mesi, qui sia il vino che lโ€™agroalimentare e la ristorazione diano segnali positivi, forse gli unici in questo momentoโ€.

Maialino croccante con purea di patate all'olio

 

Niko Romito e la tradizione

Uno dei protagonisti di questa rinascita รจ sicuramente lo spazio formativo che Niko ha costruito a Castel di Sangro: non solo โ€œscuola professionale di cucinaโ€, ma pratica viva del territorio, lavoro sulle tradizioni e sulle prospettive della cucina italiana fondata su ciรฒ che la distingue da tutte le altre, ovvero lโ€™estrema ricchezza e varietร  delle materie prime. โ€œMi dispiace vedere che molti ragazzi usciti da diverse scuole puntino piรน sugli insegnamenti di cucine non italiane: penso a quella del Nord Europa o alla Spagna. E che non vedano invece quanta ricchezza e quante possibilitร  avrebbero a concentrarsi sulle nostre produzioni e tradizioniโ€. Detto da un cuoco che ha fatto dello stravolgimento dei modi di percepire ingredienti tradizionali, un segno distintivo, sembra quasi una provocazione. Come apparvero una provocazione il suo carciofo del 2013 o i tortelli di pollo serviti tal quali, senza alcuna salsa nel piatto.

 

โ€œProprio perchรฉ faccio una cucina tutta centrata sulla materia e sugli ingredienti รจ la tradizione la mia fonte principale di ispirazione,โ€sorride Niko โ€œla mia emozione di base. La verza nasce dalla verza e patate classica dellโ€™Abruzzo. Il carciofo idem: un carciofo quasi alla romana. I tortelli di pollo anche: partono dal pollo alla cacciatora. Poi, certo, vado avanti nella ricerca, nellโ€™alleggerimento e nella concentrazione, nella nettezza dei sapori. Pensate agli spezzatini, alle carni stufateโ€ฆ il mio tortello di pollo parte dallโ€™intingolo del pollo alla cacciatora. La cucina francese, ad esempio, parte invece piรน dalle salse, dai fondi. Lโ€™intingolo รจ parte specifica del piatto nel suo nascere e nel suo farsiโ€.

Liquirizia aceto e cioccolato bianco. Foto Roberto Sammartini

Comprensibilitร  e astrazione

Vista dal punto di osservazione concreto dei piatti, la cucina di Niko esprime un senso di estrema semplicitร : sembra una cucina scarna, dove il togliere รจ preoccupazione maggiore dellโ€™abbinare, dellโ€™aggiungere. In bocca la musica cambia completamente: resta la centralitร  monumentale dellโ€™ingrediente โ€“ sempre piรน spesso un vegetale โ€“ che perรฒ parla un linguaggio finora sconosciuto. I suoi piatti sono cosรฌ essenziali tanto quanto poi sono complessi e profondi al palato. E sono di una leggerezza assoluta: pochissimi, e molto spesso assenti, i grassi aggiunti; pochissimo e quasi inesistente il sale aggiunto; idem per gli zuccheri. E sempre piรน ingredienti lavorati a crudo, a freddo, proprio per mantenerne il piรน possibile integre le caratteristiche sia organolettiche che nutraceutiche. โ€œAnche se non รจ questa la molla principale della mia ricercaโ€spiega il cuoco, arrivato ai vertici della nuova ristorazione italiana dโ€™autore partendo da una mancata laurea in economia (mancavano solo 4 esami) e percorrendo la difficile strada dellโ€™autodidatta. โ€œIl mio scopo, che poi รจ la mia passione e il mio profondo interesse, รจ lo studio approfondito dellโ€™ingrediente e dare alla materia la sua massima espressione e la massima centralitร . Poi, certo, uno dei risultati รจ la salubritร  dei piatti. E un altro risultato รจ che la mia cucina non piace solo ai critici, ai gastronomi, agli appassionati e ai palati addestrati: anche i neofiti, chi non ha mai avuto esperienze gastronomiche importanti, non restano intimoriti dalle mie portate perchรฉ le riconoscono, capiscono perfettamente di cosa si tratta, sia visivamente che gustativamente. Il carciofo รจ il carciofo, la verza รจ verzaโ€.

Nio e Cristiana romitoNiko e Cristiana Romito. Foto Alberto Zanetti

L'arte del levare

Togliere, quindi, alleggerire, limare, sottrarre. Ma se lโ€™ingrediente protagonista รจ riconoscibile in maniera assoluta, รจ anche vero che per loro complessitร  le preparazioni di Niko hanno quasi la forza e lo spessore delle grandi tele astratte del Novecento in cui il tono su tono amplifica le possibilitร  del colore. E quindi, il lavoro non consiste solo nel togliere: ma probabilmente nel togliere le cose โ€œsbagliateโ€. โ€œProbabilmenteโ€continua Niko โ€œio aggiungo per poter ottenere un risultato di sottrazione: รจ un punto di arrivo dopo una fase molto complessa, anni e anni di prove attraverso fasi diverse. Di sicuro, a me non piacciono i piatti troppo complicati, sono per le cose semplici: se mangio verza, voglio verza allo stato puroโ€.

E ripercorre la genesi e l'inseguirsi dei suoi piatti โ€œGiร  dal 2000 ho cominciato a lavorare sulle estrazioni, poi sulle concentrazioni e ancora dopo sulla stratificazione, ingrediente su ingrediente per accentuarne il gusto. Il carciofo, che nasce nel 2013, non era una provocazione: era semplicemente un piatto centrato, preciso, tutto concentrato sullโ€™ingrediente. Poi รจ stata la volta della melanzana, e ancor di piรน la verza: qui cambia anche la forma in cui si presenta e in cui lโ€™abbiamo sempre conosciutaโ€. Tappa dopo tappa, a percorrere una strada coerente e conseguente โ€œLa prima รจ lโ€™assoluto di cipolla, poi viene il carciofo, quindi la melanzana e infine la verza. Lโ€™assoluto era la pura estrazione dellโ€™ingrediente. Poi, col carciofo, lโ€™estratto viene concentrato e diventa una sorta di vernice di carciofo che va a laccare, a condire, a spennellare il protagonista: si parte sempre dallโ€™estrazione, la struttura rimane quella classica del carciofo. Con la melanzana, invece, si cambia forma e struttura: diventa un cubo e la sua consistenza si fa piรน importante. La verza รจ la sintesi ultima di tutto questo lavoro: si concentra, si stratifica, si cambia struttura, si mangia con forchetta e coltello. E si introduce la fermentazione che apporta complessitร . Cosรฌ, si riconosce immediatamente la verza: uno degli ortaggi piรน comuni, tradizionali e poveri diventa protagonista assoluto del piatto. Io ho sempre lavorato con ingredienti che tutti conosciamo: non ho mai tentato abbinamenti strani. La mia รจ una cucina molto italiana, molto nostraโ€.

 

A parlare di โ€œsottrazioneโ€ e di cura assoluta per la materia prima, in Italia, รจ stato Gualtiero Marchesi negli anni โ€™80: pietra miliare il suo libro La mia nuova cucina italiana. Come si rapporta Niko lโ€™autodidatta con quel tipo di insegnamento? โ€œNon mai frequentato Marchesi, anche se ho studiato a fondo i suoi piatti, i suoi libri, le sue idee. Ma non sono certo un marchesiano. Certo, alcuni suoi piatti sono di una modernitร  e attualitร  eccezionali. Prendi il suo spaghetto freddo con caviale: รจ esplosivo e modernissimoโ€.

Ma poi ritorna a raccontare la sua, di cucina: โ€œLa mia semplicitร  parte sempre dagli ingredienti, che devono essere di altissima qualitร , ma si avvale di tecniche e tecnologie nuove e diverse. E poi, per me, il vegetale รจ sempre piรน protagonista, diventa sempre piรน il centro di interesse. Lavorare sul concetto di semplicitร , significa anche rispettare molto di piรน la filiera produttiva. La materia prima che un produttore ti consegna dopo averci lavorato per anni, dร  al cuoco una responsabilitร  in piรน: quegli ingredienti devono essere studiati, conosciuti e rispettati, non stravolti. Non puoi sporcare il frutto della vita di una persona che ci ha messo lโ€™anima per produrloโ€.

 

Reale | loc. Casadonna | piana Santa Liberata snc | Castel di Sangro (AQ) | tel. 0864 69382 | www.ristorantereale.it

 

a cura di Stefano Polacchi

foto di copertina Alberto Zanetti

 

Articolo uscito sul mensile di Marzo 2017 del Gambero Rosso. Per abbonarti clicca qui

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