La pesca. Cosa dice la legge

24 Lug 2017, 10:30 | a cura di

La sostenibilitร  non รจ solo un obbligo dei pescatori, che devono sottostare alla legge 154/2016 che regolamenta la pesca in Italia, ma anche dei consumatori: sia privati che ristoratori o chef. Gianfranco Pascucci, ne ha fatto uno stile di cucina.

Saper individuare le diverse specie di pesce d'acqua salata, dolce o salmastra. Conoscerne le stagioni e le caratteristiche, per poi valorizzarne la carne con differenti tipi di preparazioni. Prima perรฒ bisogna fare un po' di chiarezza sulle dinamiche di pesca, e sulla legislazione che la regolamenta.

Abbiamo approfondito il tema con la Professoressa Daniela Mainenti, docente di diritto processuale penale presso la Facoltร  di Giurisprudenza della Universitร  Link Campus di Palermo e Catania e Direttore del Centro di ricerca sulla Comparazione giuridica Research Unit One, che spesso dimostra come gli Stati Membri dell'Unione Europea marcino a velocitร  diverse per quanto riguarda le legislazione. Ne รจ emerso un quadro sconcertante.

La legge che regolamenta la pesca, in Europa e in Italia

La legge di riferimento รจ la numero 154/2016 (Art. 39), entrata in vigore lo scorso 25 agosto. Legge che ha suscitato l'ira dell'intero comparto in quanto recepisce il regolamento (CE) n.1224/2009 con delle sanzioni che ammontano anche a 150.000 โ‚ฌ se si pescano specie ittiche di taglia inferiore alla taglia minima di riferimento per la conservazione. Avete letto bene: 150.000. Una legge che purtroppo, cosรฌ com'รจ, penalizza i pescatori italiani rispetto ai colleghi europei, come ci spiega la Professoressa Daniela Mainenti. Ma andiamo con ordine.โ€œQuesta legge รจ un punto di arrivo di un percorso che dura da quasi vent'anni: il legislatore europeo ha compreso, sulla base di rapporti scientifici e segnalazioni da parte di associazioni ambientaliste, che c'era una flessione della risorsa ittica nei mari europeiโ€. Lo sfruttamento derivante da pesca industriale e l'aumento della temperatura hanno infatti causato un progressivo impoverimento dell'ambiente marino, provocando in alcune specie il rischio estinzione, pensiamo al caso del tonno rosso del Mediterraneo, particolarmente richiesto nel mercato orientale.

Dato il quadro allarmante โ€œsi รจ cercato di ricorrere ai ripari attraverso una politica comune, che mirasse a regolamentare la pesca rendendola piรน sostenibile, da qui nascono il regolamento (CE) n. 1005/2008 e il n. 1224/2009 che ha istituito un regime di controllo comunitario per garantire il rispetto delle norme della politica comune della pescaโ€. Ovviamente a ciascuno Stato membro รจ stato chiesto di recepire il regolamento, introducendo un sistema a punti applicabile alle violazioni gravi per le licenze relative a determinati pescherecci. Ma la risposta degli Stati non รจ stata univoca: โ€œLe norme di questo regolamento rientrano nel campo del penale, dato che si parla di pesca illegale, e sul tema penale ciascuno stato mantiene la propria sovranitร โ€. Come? โ€œDeclinando la normazione secondo la propria sensibilitร  e secondo il proprio codice penaleโ€. Cosa che in Italia non รจ avvenuta, per una serie di concause.

La pesca delle alici di Menaica

I pescatori italiani sono penalizzati rispetto ai colleghi europei

โ€œMentre era in discussione il passaggio parlamentare del D.Lgs 9 gennaio 2012, n. 4 (cd Collegato agricolo) che ha condotto allโ€™entrata in vigore della Legge 154/2016 (ndr. con la quale il legislatore italiano ha recepito il regolamento 1224/2009), Federpesca ci ha commissionato uno studio comparato su come il regolamento europeo in questione fosse stato recepito dai diversi Stati membri, per verificare se i pescatori italiani fossero penalizzati rispetto ai colleghi europeiโ€. I risultati parlano chiaro: i pescatori italiani risultano penalizzati perchรฉ le nostre norme sanzionatorie sono particolarmente severe e sproporzionate. โ€œDa unโ€™attenta analisi della normativa in esame, focalizzando lโ€™attenzione sul peso delle singole sanzioni e contravvenzioni applicabili in caso di pesca illegale, risulta un'eccessiva sproporzione tra le finalitร  della normativa in esame, rispetto ai profili sanzionatori previsti. Sembrerebbe che il legislatore, nel tentativo di razionalizzare il sistema sanzionatorio, abbia dato piรน peso alla finalitร  punitiva tralasciando quasi, se non del tutto, la finalitร  rieducativaโ€. Centrato lโ€™obiettivo della dissuasione, quindi, ma non altrettanto quello della proporzionalitร , condizione essenziale per rispettare il principio di legalitร  nel nostro Paese.

Le sanzioni in Italia sono ingenti mentre in alcuni paesi risultano essere tanto esigue da rappresentare un rischio accettabile per molti pescatori. La conseguenza รจ che si creano fenomeni assimilabili a quelli della concorrenza sleale. Non a caso esiste attualmente una risoluzione adottata da alcuni parlamentari europei volta a rendere piรน omogenee le sanzioni.

Le motivazioni della penalizzazione

Perchรฉ siamo arrivati a questa legge? Perchรฉ in Italia le sanzioni, penali e amministrative, appaiono sproporzionate, soprattutto in considerazione del fatto che molto spesso i trasgressori sono piccoli o medi imprenditori? โ€œIl caso italiano รจ emblematico e ha due concause: in primo luogo abbiamo rischiato una procedura di infrazione perchรฉ gli ispettori europei hanno verificato che, nonostante il regolamento 1224/2009, in Italia continuavano gli illeciti, soprattutto in Calabria con la pesca illegale di pesce spada. Poi, proprio per questo motivo, siamo stati soggetti ad embargo del prodotto ittico da parte degli Stati Unitiโ€. In pratica una legge fatta in fretta: di punto in bianco ci siamo trovati di fronte a una minaccia di procedura di infrazione e all'embargo americano, cosรฌ il legislatore italiano รจ corso al riparo, senza essere sufficientemente preparato e senza condividere i lavori con le associazioni dei pescatori. โ€œNe รจ uscita una legge imperfetta e sproporzionata rispetto ai nostri canoni e non compatibile con il nostro codice penaleโ€. Ovviamente con delle conseguenze drammatiche su tutto il comparto.

Le conseguenze su altri settori

A rimetterci, non solo i pescatori: โ€œI controlli in mare sono quelli che sono (ora la Guardia Costiera รจ principalmente impegnata sul fronte immigrazioni), cosรฌ le ispezioni si sono spostate in terra ferma, colpendo in maniera illogica la grande distribuzione e i ristoranti, che rischiano fino a quindici giorni di chiusura, nonostante il piรน delle volte il pescato arrivi giร  confezionato in blocchi di ghiaccio quindi รจ impossibile verificarne la tagliaโ€. Chi vince la partita? Nessuno. Eppure sarebbe bastato che il legislatore italiano avesse tenuto maggiormente conto dei rilievi delle associazioni di categoria, nel giusto equilibrio con i dati scientifici e le osservazioni delle associazioni ambientaliste, prima di recepire il regolamento, e fosse stato maggiormente vigile nel renderne piรน coerente, con il sistema giuridico interno, il contenuto. Quanto meno per arrivare preparato sul tema prima di sedersi al tavolo europeo delle trattative (cosa che hanno fatto Spagna e Francia).

Gianfranco Pascucci, del ristorante Pascucci al Porticciolo di Fiumicino. Foto di Andrea Di LorenzoGianfranco Pascucci - foto di Andrea Di Lorenzo

La responsabilitร  del consumatore e degli chef

Il consumatore puรฒ fare qualcosa in merito? โ€œIn primo luogo deve chiedere e pretendere le informazioni circa la provenienza del pesce che compra o mangia al ristorante, penso per esempio a un locale che metta a disposizione un QR Code dove il cliente possa leggersi con calma tutta la storia del pescato in questione (in Norvegia esistono realtร  che giร  lo fanno). Poi dovrebbe seguirne di piรน la stagionalitร  , per esempio il pesce spada andrebbe mangiato solo a maggio, che รจ il periodo in cui transita nel Mediterraneo. Infine non dovrebbe consumare sempre le stesse tipologie di pesceโ€.

Dello stesso parere รจ Gianfranco Pascucci, chef del ristorante Pascucci al Porticciolo a Fiumicino, in quella che รจ la periferia iodata di Roma, come la chiama lui. โ€œQuando si va al mercato o in pescheria si dovrebbero abbandonare i retaggi quotidiani, quelli che ti portano ad acquistare un prodotto perchรฉ lo si vuole acquistare. Al mercato si compra quello che รจ stato pescato, puntoโ€. Non si puรฒ stilare una lista della spesa, ma ci si deve far guidare dalla stagione, dalle condizioni climatiche, dagli umori del mare. Che consegnano un pesce buono in tutte le sue parti: โ€œFatevelo curare e sfilettare, ma non dimenticatevi di farvi dare anche gli scarti, con i quali potrete preparare un sugo eccezionaleโ€.

Crudo di muggine, il piatto di Gianfranco Pascucci. Foto di Andrea Di LorenzoIl Crudo di muggine di Gianfranco Pascucci - foto di Andrea Di Lorenzo

La sostenibilitร  secondo Pascucci, non si limita all'utilizzo degli scarti, ma coinvolge anche specie generalmente poco apprezzate dai consumatori, come i muggini freschi (al di lร  della bottarga). Lui utilizza quelli dell'oasi del lago di Burano di Orbetello, realtร  con la quale ha avviato un progetto di valorizzazione di questo prodotto unico. โ€œIl muggine un tempo era trattato dai pescatori come il colera perchรฉ nessuno voleva comprarlo, cosรฌ veniva venduto a pochi euro al chilo. Eppure รจ un pesce eccezionale, tipico dell'acqua salmastra, con una carne consistente che si presta a diverse preparazioni. Da quando ho iniziato questo progetto, il suo prezzo รจ aumentato. Ora รจ quello giustoโ€. 

 

Pascucci al Porticciolo | Fiumicino (RM) | viale Traiano, 85 | tel. 06 65029204 | www.pascuccialporticciolo.com

 

a cura di Annalisa Zordan

linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram