L’Emilia è davvero l’incubo dei vegetariani come dice la BBC?

15 Gen 2013, 14:49 | a cura di

Sessanta euro e con un low cost in poche ore siamo a Londra. Una distanza talmente risibile che sembra di prendere la metro. Eppure questo spazio così ridotto si può mutare in una provincialissima voragine culturale. E’ il caso di un articolo pubblicato ieri dal sito

s/uk/" target="_blank">BBC News UK riguardante Bologna e in generale l’Emilia Romagna. A firmarlo è Dany Mitzman, una giornalista freelance che dal 1998 vive proprio sotto le Due Torri e che si occupa soprattutto di cultura, arte e storia del nostro Paese.

 

Già il titolo ci ha fatto sorridere, anche se sarebbe potuta essere una fuorviante trovata per attirare l’attenzione: “Where vegetarianism is an exotic illness” (Laddove il vegetarianesimo è una malattia esotica). Pensi a una battuta, tanto più per chi vive da quindici anni in questa terra. Scorrendo le righe sembra invece che la giornalista ci parli del malessere alimentare che la affligge da quando si trova a Bologna. “For many visitors the meaty specialities are an attraction but, from a culinary perspective, I could not have chosen a worse place to live” (per molti turisti le specialità di carne sono un’attrazione, ma dal punto di vista culinario, non avrei potuto scegliere posto peggiore per vivere). Sul fatto che l’Emilia Romagna sia un’eccellenza italiana ed europea c’è poco da discutere. Ci sono poi i gusti. C’è poi il caso di Dany Mitzman, (in)felicemente costretta a cibarsi di tagliatelle al ragù, culatello e parmigiano effettivamente molto poco vegan.

 

 

Scrivendo “vegetarianism is considered an exotic illness here, while the word ‘vegan’ is almost completely unknown” (il vegetarianesimo è considerato una malattia qui, mentre la parola ‘vegan’ è praticamente sconosciuta) cosa emerge? Una popolazione gretta e ignorante nella migliore delle ipotesi. Chiusa sulle sue tradizioni. Una civilizzazione medievale. Ma è davvero così? Chissà cosa penseranno i concittadini bolognesi della Mitzman.

 

Soprattutto la vicina di casa potrebbe aver da ridire su questo passaggio in cui diventa suo malgrado protagonista. "Dany, do you fancy doing a prosciutto cotto tasting?' Prosciutto cotto is cooked ham. 'Gabriella' I smiled 'I do not eat meat, remember?' She looked at me genuinely nonplussed: 'But it is not meat, it is prosciutto cotto'.My smile burst into a laugh" (“Dany, ti piacerebbe assaggiare del prosciutto cotto?” Il prosciutto cotto è prosciutto effettivamente cotto. “Gabriella - ho sorriso - io non mangio carne, ricordi?” Lei mi ha guardato con aria ingenuamente perplessa: “Ma non è carne, è prosciutto cotto”). Non proprio il miglior modo per raccontare tradizioni locali, usanze e specialità.

 

 

Insomma l’articolo non pare molto interessato a sottolineare quanto siano eccellenti i prodotti gastronomici di una regione che, tra l’altro, è sfiancata economicamente e produttivamente da un recente sisma, piuttosto a mettere l’accento, con toni fin troppo folkloristici, sulla assenza nella tradizione gastronomica di piatti privi di carne.

 

Firstly they say ‘no meat but a bit of affettati misti, si?’ I explain that cold cuts are meat, even if the slices do not look like the original animal” (Approcciandoti ti dicono “non vuole carne, ma un po’ di affettati misti?”. E io spiego che gli affettati sono effettivamente carne, anche se tagliati a fettine non hanno più l’aspetto dell’animale).

 

Immagine stereotipata quindi? Forse più un fumetto, disegnato un po’ così.

 

 

Ed è un peccato perché se è vero che qui con il maiale si dà vita a veri capolavori gastronomici - si può discutere sul gusto personale, ovviamente - è anche vero che questa regione offre specialità come le tagliatelle, i tortelli di zucca, i passatelli, l'erbazzone (una torta salata), ma anche i tanti formaggi, non ultimo il Parmigiano Reggiano che si avvicina ad essere il prodotto caseario più famoso al mondo.

Speriamo almeno che i lettori della BBC siano attratti dalla scultura di suino a Castelnuovo Rangone, “proud pork capital” (l’orgogliosa capitale del maiale), visto che, si sa, i turisti vengono qui anche per le bellezze artistiche e architettoniche.

 


Alessio Noè


15/01/2013

 

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