Rivoluzione a Modena. Ecco la fusione dei consorzi dell'Aceto Balsamico Igp

7 Dic 2013, 16:29 | a cura di
È uno dei prodotti più apprezzati e che meglio rappresentano il Made in Italy nel mondo. Ha un volume d'affari considerevole e il 92% della produzione è rivolto ai mercati esteri. Ma è anche uno dei più contraffatti. Per questo motivo più di cinquanta produttori si riuniranno fondando il primo Consorzio di Tutela dell'Aceto Balsamico di Modena.

Ad oggi sono due le grandi realtà consortili che riguardano l'Aceto Balsamico di Modena. Quella dell'aceto balsamico da un lato e quella della filiera dei produttori dall'altro. Ora queste due realtà hanno deciso di fondersi e di convergere in un unico Consorzio di Tutela. La data fissata è lunedì 9 dicembre, quando dall'assemblea privata sarà nominato il nuovo Presidente e successivamente il Consiglio. Si tratta di una strategia condivisa che vede, ad oggi, più di cinquanta produttori riuniti, ma se ne aggiungeranno molti altri, per perseguire insieme due obiettivi principali: combattere la contraffazione e promuovere il prodotto.L'unione fa la forza quindi, e in questo caso specifico l'unione sembra essere l'unica strada da percorrere per sostenere un prodotto rinomato in tutto il mondo e dagli impieghi più variegati. Si adatta bene alla frutta. Sono sempre di più gli esercizi che, ad esempio, alle classiche fragole con la panna aggiungono aceto. E poi la carne, si trova in carta ormai ovunque la 'tagliata all'aceto balsamico'. E ancora le fritture di pesce e le insalate. Ma non si tratta sempre del vero aceto di Modena, spesso si tratta di imitazioni e cosa ben peggiore, non si imita solo consistenza, colore e sapore del prodotto. Ad essere contraffatto è sempre più spesso il marchio che trae in inganno i consumatori, soprattutto dei mercati esteri, rischiando così di registrare un calo di fiducia anche rispetto al prodotto originale. E ad essere a rischio è un settore che conta 242 operatori e 79 acetaie. Il volume totale di aceto prodotto nel 2012 è stato di 90 milioni di litri di cui 73 milioni imbottigliati con un fatturato di 433 milioni di euro. Il dato interessante è che l'export sui volumi si attesta al 92%, appare quindi chiara la necessità di tutelare questo prodotto il cui prezzo al litro varia dai 4 euro per l'IGP ai 40 per l'IGP invecchiato. Anche i numeri dei lavoratori nel settore non sono trascurabili, se sono 200 gli impiegati, il totale degli addetti al settore supera le 550 unità.

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