Che Acuto non sia su una delle strade più facili da raggiungere lo sapevamo e ormai davamo per assodato che Le Colline Ciociare di Salvatore Tassa non potranno mai essere un luogo pieno di gente con file di auto parcheggiate davanti. Questo lo sa anche il cuoco e con lui il suo staff. Ma che sia lo stesso cuoco a rendersi ancora più difficile la vita, questo ĆØ davvero il massimo. Anche se ā stando a sentire Salvatore ā lui la vita non se la complica⦠se la riempie di senso!
Ecco, a distanza di pochi mesi dal rodaggio del suo nuovo menu dedicato allāesperienza di Expo 2015 che ha portato il cuciniere ciociaro (cosƬ si autodefinisce sorridendo) a una riflessione profonda sui tempi della sostenibilitĆ e dellāalimentazione del futuro, ecco che Tassa si cambia di nuovo le carte in tavole e si getta a capofitto in un nuovo tipo e modello di cucina.
Stagista di lusso a Parigi
āSto scoprendo le crioestrazioni, le concentrazioni di aromi e sapori attraverso il freddoā spiega āĆ un modello nuovo, inedito. Ć un continuo andare verso lāessenziale, un percorso molto complicato e complesso per arrivare alla semplicitĆ dellāingrediente allo stato puroā. Una semplicitĆ a volte anche spiazzante. Siamo andati a incontrare Salvatore ad Acuto: ĆØ tornato da poco dal suo āstage di lussoā (ĆØ sempre sua la definizione) da Yannick AllĆ©no al Ledoyen di Parigi (Tre Stelle e un grande lavoro proprio sulle fermentazioni e sulle crioestrazioni) e ha deciso di cambiare di nuovo il suo approccio e il suo rapporto con calore, fiamme e tecniche. E anche con gli ingredienti, dando uno spessore maggiore al suo essere ādi territorio, ma completamente sganciato da ogni tradizione o ricetta del passato: le conosco, le ho dentro, ma vado avanti. E offro del territorio un punto di vista che finora nessuno ha mai pensato nĆ© tanto meno tentatoā.
Da AllĆ©no, Salvatore ĆØ stato un paio di settimane. Ha fatto lo stagista, (āper davvero!ā dice) e ha vissuto intensamente al fianco della brigata parigina cercando di capire. āLa prima cosa che ho capito ĆØ la differenza che facciamo nellāuso di queste estrazioni naturaliā spiega āloro usano i succhi per una cucina alla francese, mischiando e creando salse legate anche con grassi. Io invece intendo e utilizzo le crioestrazioni come ingredienti puri e ne voglio esaltare le qualitĆ sia organolettiche che salutisticheā¦āInoltre, mentre al Ledoyen si estrae con lāestrattore, ad Acuto si estrae congelando e poi facendo filtrare le sostanze essenziali attraverso una superbag a 150 micron: āLa differenza? Un succo più puro e carico di elementi e, paradossalmente, in quantitĆ maggioreā.

I suoi primi 60 anni
āDopo lungo pensare e riflettere su cosa avrei potuto fare per i prossimi anni, ora che ne ho 60, ho deciso: nei prossimi 10 anni devo produrre il meglio di me, la summa di ciò che ho fatto nei passati 6 decenniā. Per spiegarsi, cerca dallo schermo dello smartphone uno degli ultimi post fatti al ritorno dalla Francia: āMi reputo nella mia cucina un agitatore di idee e un provocatore di pensiero. Pretendo dai miei cuochi il massimo impegno per soddisfare il mio egoismo della creazione, plasmare la materia per creare emozioni di cui altri beneficeranno. Non dico che i miei piatti siano i migliori, ma sicuramente diversi perchĆ© in essi c'ĆØ l'apporto intellettivo del cuoco. Faccio una cucina del territorio completamente fuori dalla tradizione del territorio. Il mio ĆØ un atteggiamento anarchico in senso bakuniniano: al centro c'ĆØ l'individuo che in quanto tale e con la sua particolaritĆ si confronta con gli altri individuiā.
I classici: l'agnello
Fermentazioni e crioestrazioni
āLa fermentazione ĆØ la prima, antichissima tecnica di conservazione che riesce a marcare in modo specifico ed esatto un territorio. Una fermentazione fatta qui sarĆ necessariamente diversa da quella fatta in un altro luogo. E poi, gli ingredienti sono puri e altamente digeribili, carichi di flore batteriche utili allāuomo, senza grassi aggiunti, sufficienti in sĆ© stessiā spiega, e continua ancora āIl mio approccio al cibo e alla cucina ĆØ di pensare in termini di futuro. Credo che uno dei compiti del cuoco di domani sarĆ quello di 'fare bene' e di curare e prevenire le malattie attraverso il cibo. Quindi fondamentale ĆØ la materia prima e come si processa in funzione anche della salute, oltre che del gusto. E questo vale per tutti: dalla grande distribuzione alla trattoria, dal ristorante di quartiere al grande chefā.
Però⦠cāĆØ un però! Noi siamo abituati a un certo tipo di gusto: per esempio, chi mangerebbe della pasta secca fatta con farina di grilli? Eppure, diversi pastifici italiani la stanno realizzando. Ecco: il punto ĆØ come siamo abituati, qual ĆØ la nostra cultura, quale la nostra storia alimentare. Per cui in America Latina, in Asia e in Africa ci saranno persone che sapranno apprezzare quella pasta, in Italia saranno molto meno.
Come per le prime mostre di Picasso in Italia: spaccavano lāopinione pubblica, cāerano critici che rifiutavano quelle opere, non ci erano abituati. Oggi, invece, lāimmaginario picassiano ĆØ divenuto parte fondamentale del nostro modo di essere, luogo comune per alcuni aspetti giĆ invecchiato. Idem per il gusto, per la cucina: anzi, qui la difficoltĆ può essere maggiore, più radicate sono le abitudini, le idiosincrasie, gli aspetti di emotivitĆ profonda legati al mangiare e alla tavola.

Piatto dellāOrto
Una cucina inedita
PerchĆ© questo ampio preambolo? perchĆ© abbiamo assaggiato il nuovo Piatto dellāOrto. Unāidea nata 8 anni fa che ha accompagnato la cucina di Salvatore nei suoi vari passaggi. Oggi la carota ā sempre al centro del piatto ā non ĆØ più passata in padella col burro (un classico!) ma ĆØ appena ammorbidita da una cottura neutra e poi rivitalizzata con il suo stesso succo ottenuto per crioestrazione. Idem con la rapa rossa e con il sedano rapa. Mentre dei vegetali sono prima fatti fermentare e poi la crioestrazione viene fatta con lāacqua di fermentazione. Sta di fatto che il risultato ĆØ del tutto diverso: sono diverse le sapiditĆ , le consistenze. Il fatto che si vada allāessenza, ĆØ sottolineato da un elemento: lāintingolo.
Come ci diceva Niko Romito qualche mese fa (vedi Gambero Rosso mensile di marzo 2017, n. 302) uno degli elementi fondanti e caratterizzanti della cucina tradizionale italiana ĆØ lāintingolo. E, al di lĆ delle differenze tra la cucina del cuoco abruzzese e di quello ciociaro di cui peraltro abbiamo nel passato ricordato più di una volta dei punti di contatto quasi naturali, i piatti di Salvatore dimostrano davvero come lāessenza di un piatto possa essere lāintingolo portato alla sua sublimazione.

Lenticchie di Onano, crema di scorzonnera e latte di sogliola
La stessa sensazione si ha con un altro piatto: Lenticchie di Onano con crema di scorzonera e latte di sogliola. Un piatto che va a sostituire la āvecchiaā ricetta (dello scorso 2016) che univa le lenticchie ai crostacei (gamberi) i quali erano entrambi i veri protagonisti della proposta: qui, invece, protagonista ĆØ lāessenza di sedano rapa e il lontanissimo profumo di arancia dovuto al contenitore di servizio (arancia bruciata). Le lenticchie sono importanti, ma fanno da sottofondo, per quanto forte, e lo stesso dicasi per il latte di sogliola che rimanda al mare.

Trota
Un passaggio simile si ha nel piatto che era una sorta di bandiera per Tassa, la Triglia, in cui il pesce diventava un simbolo identitario del Lazio marittimo (la costa ĆØ qui poco distante e il suo profumo si fa sentire) insieme al civet di pesce stesso e a salse vegetali. Oggi il pesce identitario ĆØ la Trota.Ce la racconta: āla prendo a Vallepietra, proprio qui sopraāSalvatore indica le colline oltre il ristorante ācosƬ come da lƬ vengono i fagioli ciavattoniā, strepitosi. La trota (sfilettata e appena scottata sulla pelle, quindi lasciata a finire la cottura delicatamente coperta da una cloche fuori dal fuoco) ĆØ accompagnata da una serie di piccole palline di salse che riprendono tutti sapori di questa terra: dalla maionese di acqua di fermentazione di sverza alla crioestrazione di legno di castagno, dalla gelatine di mele selvatiche (almeno 5-6 diverse) alla douxelle di funghi pioppini (o champignon) e alla crioestrazione di sedano rapa. Un piatto delicato ed esplosivo al tempo stesso. āCertoā avverte però il cuoco di Acuto āQuesta ĆØ una cucina nuova, inedita: io la faccio, ĆØ il secondo dei due menu degustazione che ho in carta, accanto restano i Classici delle Colline Ciociare (come l'agnello, per esempio ndr). Però ĆØ una cucina che va ancora messa bene a punto, occorre valutare a fondo come reagiscono il palato e il cervello di fronte a esperienze nuoveā.
Uovo selvatico
Come in una scuderia di F1
Non a caso Salvatore Tassa utilizza un linguaggio simile a quello dei meccanici e dei box delle squadre corse. In primis perchĆ© la moto, la meccanica e le corse su pista sono sempre state le sue passioni (ereditate dal figlio Giovanni che lo segue in sala alle Colline Ciociare e va a girare in pista accompagnato dal padre). āE poi, decidendo di dare e fare il meglio di me nei prossimi dieci anni, ho deciso anche di lavorare proprio come un team di F1ā si spiega meglio: āIl menu Tassa Experience ĆØ questo: si partecipa, come ai box di una squadra corse, alla messa a punto di piatti, concetti, aromi e sapori. Io non dico cosa farò, se non al momento della presentazione a tavola; il menu nasce dopo un approfondito scambio con gli ospiti giĆ al telefono o via mail. E poi si prova su strada, nel piatto, e si vede⦠Del resto, anche il menu attuale si chiama Infinito: proprio perchĆ© non ha fine, può andare avanti allāinfinito, appuntoā.
Unāesperienza inedita
GiĆ con il nuovo menu Infinito, dicevamo, lāesperienza a tavola non ha molti punti di riferimento noti. Nei Raviolini di mandorla (foto in copertina), per esempio, le categorie di consistenza, contrasto, dolce-aspro, sono superate da una sensazione del tutto nuova che⦠o la ami o la odi. La pasta ĆØ sottilissima, si scioglie in bocca; la farcia ĆØ di mandorla lavorata con crema di aglio e crema di limone (sempre ottenute da estrazione a freddo) e il brodo ĆØ estratto di legni e radici (tra cui la liquirizia che forse ĆØ da dosare meglio) e aromatizzato con pepe di Malabar, scorza di limone ed erba limoncella. Un piatto che può avere molte varianti, che sicuramente deve essere messo a punto, ma che decisamente apre nuovi orizzonti allāeducazione del gusto. āQuello che a me piace fare ĆØ creare discussione e confrontoā sorride Tassa āBisogna che le idee circolino, che si smuova la calma piatta che altrimenti rischia di soffocare la cucina dāautoreā.

Pane & Companatico - panino con stufato di vitello
Fusion e sperimentazione a 360°
Territorio non vuol dire chiusura. āIn un mondo sempre più global non ha senso recintare unāarea geografica ristretta e chiuderla alle influenze esterneā spiega Salvatore āil terroir ĆØ fatto anche di chi ci vive e di chi ci studia, di chi porta idee ed esperienze nuove in una zona. La tradizione si fonde con altri stimoli e si evolve verso il futuroā. Ć un poā questo il senso di Pane & Companatico: un piatto main course che rivaluta lāantico panino col bollito rifatto e che fa lāocchiolino ai pani orientali e alla tradizione del quinto quarto rivista anche alla luce dellāesperienza della cucina francese che di animelle e beuf ha una lunga cultura, per quanto diversa dalla nostra. Il pane (un panino appunto) cotto a vapore ĆØ farcito di stracotto di manzetta locale e accompagnato da fagioli ciavattoni di Vallepietra e da un consommĆ© di manzo (sempre per crioestrazione, pulitissimo) incredibilmente netto e nuovo nei sapori, servito in un guscio di sedano rapa, da aggiungere a piacere. A lato, animelle arrostite in estrazione di funghi porcini (splendido anche da bere alla fine). Un piatto anchāesso infinito, tanto che Salvatore sta giĆ pensando a farcirlo con maiale nero e accompagnarlo con un consommĆ© di jamon de bellota⦠E poi, non si butta nulla: delle verdure fermentate si usa tutto e anche le materie da cui si estrae trovano poi una loro collocazione in altre preparazioni. Una cucina circolare a tutto tondo, per citare un suo collega come Corelli.
Le Colline Ciociare | Acuto (FR) | via Prenestina, 27 | tel. 0775 56049 | http://www.salvatoretassa.it/
a cura di Stefano Polacchi
Che Acuto non sia su una delle strade più facili da raggiungere lo sapevamo e ormai davamo per assodato che Le Colline Ciociare di Salvatore Tassa non potranno mai essere un luogo pieno di gente con file di auto parcheggiate davanti. Questo lo sa anche il cuoco e con lui il suo staff. Ma che sia lo stesso cuoco a rendersi ancora più difficile la vita, questo ĆØ davvero il massimo. Anche se ā stando a sentire Salvatore ā lui la vita non se la complica⦠se la riempie di senso!
Ecco, a distanza di pochi mesi dal rodaggio del suo nuovo menu dedicato allāesperienza di Expo 2015 che ha portato il cuciniere ciociaro (cosƬ si autodefinisce sorridendo) a una riflessione profonda sui tempi della sostenibilitĆ e dellāalimentazione del futuro, ecco che Tassa si cambia di nuovo le carte in tavole e si getta a capofitto in un nuovo tipo e modello di cucina.
Stagista di lusso a Parigi
āSto scoprendo le crioestrazioni, le concentrazioni di aromi e sapori attraverso il freddoā spiega āĆ un modello nuovo, inedito. Ć un continuo andare verso lāessenziale, un percorso molto complicato e complesso per arrivare alla semplicitĆ dellāingrediente allo stato puroā. Una semplicitĆ a volte anche spiazzante. Siamo andati a incontrare Salvatore ad Acuto: ĆØ tornato da poco dal suo āstage di lussoā (ĆØ sempre sua la definizione) da Yannick AllĆ©no al Ledoyen di Parigi (Tre Stelle e un grande lavoro proprio sulle fermentazioni e sulle crioestrazioni) e ha deciso di cambiare di nuovo il suo approccio e il suo rapporto con calore, fiamme e tecniche. E anche con gli ingredienti, dando uno spessore maggiore al suo essere ādi territorio, ma completamente sganciato da ogni tradizione o ricetta del passato: le conosco, le ho dentro, ma vado avanti. E offro del territorio un punto di vista che finora nessuno ha mai pensato nĆ© tanto meno tentatoā.
Da AllĆ©no, Salvatore ĆØ stato un paio di settimane. Ha fatto lo stagista, (āper davvero!ā dice) e ha vissuto intensamente al fianco della brigata parigina cercando di capire. āLa prima cosa che ho capito ĆØ la differenza che facciamo nellāuso di queste estrazioni naturaliā spiega āloro usano i succhi per una cucina alla francese, mischiando e creando salse legate anche con grassi. Io invece intendo e utilizzo le crioestrazioni come ingredienti puri e ne voglio esaltare le qualitĆ sia organolettiche che salutisticheā¦āInoltre, mentre al Ledoyen si estrae con lāestrattore, ad Acuto si estrae congelando e poi facendo filtrare le sostanze essenziali attraverso una superbag a 150 micron: āLa differenza? Un succo più puro e carico di elementi e, paradossalmente, in quantitĆ maggioreā.

I suoi primi 60 anni
āDopo lungo pensare e riflettere su cosa avrei potuto fare per i prossimi anni, ora che ne ho 60, ho deciso: nei prossimi 10 anni devo produrre il meglio di me, la summa di ciò che ho fatto nei passati 6 decenniā. Per spiegarsi, cerca dallo schermo dello smartphone uno degli ultimi post fatti al ritorno dalla Francia: āMi reputo nella mia cucina un agitatore di idee e un provocatore di pensiero. Pretendo dai miei cuochi il massimo impegno per soddisfare il mio egoismo della creazione, plasmare la materia per creare emozioni di cui altri beneficeranno. Non dico che i miei piatti siano i migliori, ma sicuramente diversi perchĆ© in essi c'ĆØ l'apporto intellettivo del cuoco. Faccio una cucina del territorio completamente fuori dalla tradizione del territorio. Il mio ĆØ un atteggiamento anarchico in senso bakuniniano: al centro c'ĆØ l'individuo che in quanto tale e con la sua particolaritĆ si confronta con gli altri individuiā.
I classici: l'agnello
Fermentazioni e crioestrazioni
āLa fermentazione ĆØ la prima, antichissima tecnica di conservazione che riesce a marcare in modo specifico ed esatto un territorio. Una fermentazione fatta qui sarĆ necessariamente diversa da quella fatta in un altro luogo. E poi, gli ingredienti sono puri e altamente digeribili, carichi di flore batteriche utili allāuomo, senza grassi aggiunti, sufficienti in sĆ© stessiā spiega, e continua ancora āIl mio approccio al cibo e alla cucina ĆØ di pensare in termini di futuro. Credo che uno dei compiti del cuoco di domani sarĆ quello di 'fare bene' e di curare e prevenire le malattie attraverso il cibo. Quindi fondamentale ĆØ la materia prima e come si processa in funzione anche della salute, oltre che del gusto. E questo vale per tutti: dalla grande distribuzione alla trattoria, dal ristorante di quartiere al grande chefā.
Però⦠cāĆØ un però! Noi siamo abituati a un certo tipo di gusto: per esempio, chi mangerebbe della pasta secca fatta con farina di grilli? Eppure, diversi pastifici italiani la stanno realizzando. Ecco: il punto ĆØ come siamo abituati, qual ĆØ la nostra cultura, quale la nostra storia alimentare. Per cui in America Latina, in Asia e in Africa ci saranno persone che sapranno apprezzare quella pasta, in Italia saranno molto meno.
Come per le prime mostre di Picasso in Italia: spaccavano lāopinione pubblica, cāerano critici che rifiutavano quelle opere, non ci erano abituati. Oggi, invece, lāimmaginario picassiano ĆØ divenuto parte fondamentale del nostro modo di essere, luogo comune per alcuni aspetti giĆ invecchiato. Idem per il gusto, per la cucina: anzi, qui la difficoltĆ può essere maggiore, più radicate sono le abitudini, le idiosincrasie, gli aspetti di emotivitĆ profonda legati al mangiare e alla tavola.

Piatto dellāOrto
Una cucina inedita
PerchĆ© questo ampio preambolo? perchĆ© abbiamo assaggiato il nuovo Piatto dellāOrto. Unāidea nata 8 anni fa che ha accompagnato la cucina di Salvatore nei suoi vari passaggi. Oggi la carota ā sempre al centro del piatto ā non ĆØ più passata in padella col burro (un classico!) ma ĆØ appena ammorbidita da una cottura neutra e poi rivitalizzata con il suo stesso succo ottenuto per crioestrazione. Idem con la rapa rossa e con il sedano rapa. Mentre dei vegetali sono prima fatti fermentare e poi la crioestrazione viene fatta con lāacqua di fermentazione. Sta di fatto che il risultato ĆØ del tutto diverso: sono diverse le sapiditĆ , le consistenze. Il fatto che si vada allāessenza, ĆØ sottolineato da un elemento: lāintingolo.
Come ci diceva Niko Romito qualche mese fa (vedi Gambero Rosso mensile di marzo 2017, n. 302) uno degli elementi fondanti e caratterizzanti della cucina tradizionale italiana ĆØ lāintingolo. E, al di lĆ delle differenze tra la cucina del cuoco abruzzese e di quello ciociaro di cui peraltro abbiamo nel passato ricordato più di una volta dei punti di contatto quasi naturali, i piatti di Salvatore dimostrano davvero come lāessenza di un piatto possa essere lāintingolo portato alla sua sublimazione.

Lenticchie di Onano, crema di scorzonnera e latte di sogliola
La stessa sensazione si ha con un altro piatto: Lenticchie di Onano con crema di scorzonera e latte di sogliola. Un piatto che va a sostituire la āvecchiaā ricetta (dello scorso 2016) che univa le lenticchie ai crostacei (gamberi) i quali erano entrambi i veri protagonisti della proposta: qui, invece, protagonista ĆØ lāessenza di sedano rapa e il lontanissimo profumo di arancia dovuto al contenitore di servizio (arancia bruciata). Le lenticchie sono importanti, ma fanno da sottofondo, per quanto forte, e lo stesso dicasi per il latte di sogliola che rimanda al mare.

Trota
Un passaggio simile si ha nel piatto che era una sorta di bandiera per Tassa, la Triglia, in cui il pesce diventava un simbolo identitario del Lazio marittimo (la costa ĆØ qui poco distante e il suo profumo si fa sentire) insieme al civet di pesce stesso e a salse vegetali. Oggi il pesce identitario ĆØ la Trota.Ce la racconta: āla prendo a Vallepietra, proprio qui sopraāSalvatore indica le colline oltre il ristorante ācosƬ come da lƬ vengono i fagioli ciavattoniā, strepitosi. La trota (sfilettata e appena scottata sulla pelle, quindi lasciata a finire la cottura delicatamente coperta da una cloche fuori dal fuoco) ĆØ accompagnata da una serie di piccole palline di salse che riprendono tutti sapori di questa terra: dalla maionese di acqua di fermentazione di sverza alla crioestrazione di legno di castagno, dalla gelatine di mele selvatiche (almeno 5-6 diverse) alla douxelle di funghi pioppini (o champignon) e alla crioestrazione di sedano rapa. Un piatto delicato ed esplosivo al tempo stesso. āCertoā avverte però il cuoco di Acuto āQuesta ĆØ una cucina nuova, inedita: io la faccio, ĆØ il secondo dei due menu degustazione che ho in carta, accanto restano i Classici delle Colline Ciociare (come l'agnello, per esempio ndr). Però ĆØ una cucina che va ancora messa bene a punto, occorre valutare a fondo come reagiscono il palato e il cervello di fronte a esperienze nuoveā.
Uovo selvatico
Come in una scuderia di F1
Non a caso Salvatore Tassa utilizza un linguaggio simile a quello dei meccanici e dei box delle squadre corse. In primis perchĆ© la moto, la meccanica e le corse su pista sono sempre state le sue passioni (ereditate dal figlio Giovanni che lo segue in sala alle Colline Ciociare e va a girare in pista accompagnato dal padre). āE poi, decidendo di dare e fare il meglio di me nei prossimi dieci anni, ho deciso anche di lavorare proprio come un team di F1ā si spiega meglio: āIl menu Tassa Experience ĆØ questo: si partecipa, come ai box di una squadra corse, alla messa a punto di piatti, concetti, aromi e sapori. Io non dico cosa farò, se non al momento della presentazione a tavola; il menu nasce dopo un approfondito scambio con gli ospiti giĆ al telefono o via mail. E poi si prova su strada, nel piatto, e si vede⦠Del resto, anche il menu attuale si chiama Infinito: proprio perchĆ© non ha fine, può andare avanti allāinfinito, appuntoā.
Unāesperienza inedita
GiĆ con il nuovo menu Infinito, dicevamo, lāesperienza a tavola non ha molti punti di riferimento noti. Nei Raviolini di mandorla (foto in copertina), per esempio, le categorie di consistenza, contrasto, dolce-aspro, sono superate da una sensazione del tutto nuova che⦠o la ami o la odi. La pasta ĆØ sottilissima, si scioglie in bocca; la farcia ĆØ di mandorla lavorata con crema di aglio e crema di limone (sempre ottenute da estrazione a freddo) e il brodo ĆØ estratto di legni e radici (tra cui la liquirizia che forse ĆØ da dosare meglio) e aromatizzato con pepe di Malabar, scorza di limone ed erba limoncella. Un piatto che può avere molte varianti, che sicuramente deve essere messo a punto, ma che decisamente apre nuovi orizzonti allāeducazione del gusto. āQuello che a me piace fare ĆØ creare discussione e confrontoā sorride Tassa āBisogna che le idee circolino, che si smuova la calma piatta che altrimenti rischia di soffocare la cucina dāautoreā.

Pane & Companatico - panino con stufato di vitello
Fusion e sperimentazione a 360°
Territorio non vuol dire chiusura. āIn un mondo sempre più global non ha senso recintare unāarea geografica ristretta e chiuderla alle influenze esterneā spiega Salvatore āil terroir ĆØ fatto anche di chi ci vive e di chi ci studia, di chi porta idee ed esperienze nuove in una zona. La tradizione si fonde con altri stimoli e si evolve verso il futuroā. Ć un poā questo il senso di Pane & Companatico: un piatto main course che rivaluta lāantico panino col bollito rifatto e che fa lāocchiolino ai pani orientali e alla tradizione del quinto quarto rivista anche alla luce dellāesperienza della cucina francese che di animelle e beuf ha una lunga cultura, per quanto diversa dalla nostra. Il pane (un panino appunto) cotto a vapore ĆØ farcito di stracotto di manzetta locale e accompagnato da fagioli ciavattoni di Vallepietra e da un consommĆ© di manzo (sempre per crioestrazione, pulitissimo) incredibilmente netto e nuovo nei sapori, servito in un guscio di sedano rapa, da aggiungere a piacere. A lato, animelle arrostite in estrazione di funghi porcini (splendido anche da bere alla fine). Un piatto anchāesso infinito, tanto che Salvatore sta giĆ pensando a farcirlo con maiale nero e accompagnarlo con un consommĆ© di jamon de bellota⦠E poi, non si butta nulla: delle verdure fermentate si usa tutto e anche le materie da cui si estrae trovano poi una loro collocazione in altre preparazioni. Una cucina circolare a tutto tondo, per citare un suo collega come Corelli.
Le Colline Ciociare | Acuto (FR) | via Prenestina, 27 | tel. 0775 56049 | http://www.salvatoretassa.it/
a cura di Stefano Polacchi