Simone Nebbia, intervista al sous chef dell’anno per Identità Golose

26 Nov 2014, 12:30 | a cura di
23 anni e già un premio importante, come quello datogli qualche settimane fa da Paolo Marchi nella guida Identità Golose. È Simone Nebbia, vice di Roberto Petza al S'Apposentu di Siddi e sous chef dell'anno.

Giovane, molto giovane. Appassionato. Motivato. Curioso e con tanta tanta voglia di lavorare e imparare. Ecco a voi Simone Nebbia, 23 anni appena compiuti, nato in Lombardia, cresciuto in Piemonte, da marzo 2012 in pianta stabile in Sardegna. Non in città, però, tantomeno nel capoluogo Cagliari, ma a Siddi, piccolo borgo nel cuore della Marmilla dove ha sede S’Apposentu di Roberto Petza e l’accademia di alta cucina collegata al ristorante. Abbiamo incontrato Simone qualche giorno fa, dopo il servizio del pranzo, a qualche settimana dalla news diffusa: Nebbia è stato premiato dalla guida Identità Golose come sous chef dell’anno. “A fine estate scopro di esser stato premiato come sous chef dalla prestigiosa pubblicazione diretta da Paolo Marchi” dice “Rimango incredulo, non credevo potesse esser vero. Realizzo e penso che un premio così bello non poteva che essere indirizzato a me come a tutta la squadra del S’Apposentu: un gruppo giovane e motivato con un maestro d’eccezione, Roberto Petza.”
Un piccolo passo indietro è doveroso. Simone dopo tre anni di liceo decide che la strada da seguire doveva essere la cucina. Frequenta l’Alma, poi per 6 mesi è tirocinante da Igles Corelli che aveva appena aperto il nuovo ristorante a Pescia. Infine il trasferimento in Sardegna e dalla primavera del 2012 inizia l’avventura al S’Apposentu.

Qual è il tuo percorso al S'Apposentu?
Sono sempre stato ai secondi e visto il territorio in cui ci troviamo gli stimoli a stare in una partita del genere non mancano di certo. Mi trovo perfettamente a mio agio a Siddi. Non solo per il team in cui lavoro, ma anche per la dimensione territoriale in cui operiamo. Siddi, la Marmilla, è un’area povera, con pochi sbocchi economici. Ma estremamente ricca di giacimenti gastronomici. Era chiamata la culla del grano (che ora si inizia a ripiantare) ma poi ci sono vigneti, uliveti, le mandorle, ma anche tanti contadini e allevatori.”

Cosa ti piace della Sardegna?
Ammiro la tradizione sarda e i tanti ambasciatori che ha, persone che cercano di tramandare questo patrimonio infinito. Noi, il mondo della ristorazione, abbiamo il compito di salvaguardare ciò, ma lo dobbiamo fare sempre con l’utilizzo dei nostri occhi che servono per conoscere il tempo che stiamo vivendo, le nuove strumentazioni che possiamo utilizzare, la tecnologia che ci può venire in aiuto. La cucina è anche esperienza, vita vissuta ed è bene che questo si evinca nei piatti.”

Cosa hai appreso di più da Roberto?
Fare una cucina per il territorio, più che del territorio. Attraverso i piatti bisogna valorizzare e promuovere i frutti che la terra ci offre.

Ti è mai venuto in mente di aprire un tuo ristorante?
In futuro si, ma ora sto bene qui. Voglio continuare a fare esperienza a Siddi così come in altri luoghi che posso visitare durante le mie ferie. L’ho già fatto l’anno scorso, sono stato in India, quest’anno in Belgio nel ristorante In de Wulf in cui ho visto molte analogie col S'Apposentu. Ho desiderio di andare in Giappone. Ma per ora sto qua. È da febbraio di quest’anno che sono il vice di Roberto Petza e ho ancora tanto da imparare.

S'Apposentu | Siddi (VS) | vico Cagliari, 3 | tel. 070.9341045 | http://www.sapposentu.it/

a cura di Giuseppe Carrus

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