Social media week. Gli incontri dedicati a chef e cantine

15 Set 2017, 16:20 | a cura di

โ€œI social sono il nuovo passaparolaโ€, il responso unanime degli chef romani alla SMWI di Roma. Quasi unanime: tutti d'accordo, tranne uno. E nella settimana dedicata alle nuove tecnologie c'รจ spazio anche per l'Iot in vigna

โ€œVorrei un evento leggero ma decisamente invitante che possa coniugare la voglia di comunicare e le nuove tecnologieโ€. E l'asteroide stavolta รจ atterrato - letteralmente atterrato - su Roma, alla Casa del Cinema di Villa Borghese, dove sta andando in scena (11-15 settembre) la quarta edizione della Social Media Week. Tra gli sponsor, per l'appunto, anche Motta, con la sua merendina Buondรฌ e con tanto di asteroide all'entrata dell'edificio, reduce del recente (in)successo in rete e testimone diretta di cosa significhi diventare virali.

Language and the Machine รจ stato, infatti, il fil rouge di questa edizione romana di SMWI, che si รจ svolta in contemporanea alle altre internazionali. Motta a parte, โ€œcolpisceโ€ l'alto tasso di concentrazione di food&wine presente nei cinque giorni della kermesse, a dimostrazione di come chef, pizzaioli e vignaioli ormai non possano piรน sfuggire alle nuove tecnologie.

 

I social portano nuovi clienti?

Momento clou dedicato alla ristorazione รจ stato l'incontro Chef sapiens: social e tecnologie nel piatto,che ha visto schierata sul campo della SMWI una formazione tutta giallorossa di nove professionisti della gastronomia, con un arbitro d'eccezione, Nerina di Nunzio, direttrice di Ied Romae fondatrice di Food Confidential. Fischio d'inizio: โ€œI Social servono a portare nuovi clientiโ€?

A toccare per primo la palla un viralissimo Arcangelo Dandini (L'Arcangelo), 4955 amici su fb: โ€œI Social ci aiutano a diffondere il nostro lavoro. Se dovessi dare dei numeri, non credo di sbagliarmi, dicendo che il 10% dei nuovi clienti vengono da lร . Poi, bisogna distinguere tra i diversi format di ristorazione, ad esempio posso dire che Supplizio (la proposta street food di Dandini; ndr) รจ figlio soprattutto di questo tipo di comunicazione, quasi auto prodotta dagli stessi consumatori. Per il resto, sono io stesso a postare e curare il mio profiloโ€.

Altro autodidatta-social รจ Claudio Gargioli (Armando al Pantheon), 1435 amici su fb: โ€œSe la cucina si evolve da dentro, รจ giusto che lo faccia anche da fuori. In questo senso i social ti fanno espandere, uscire dalla tana e far conoscere in tutto il mondoโ€. Completa la triangolazione un vero centravanti della comunicazione digital, Roy Salomon Caceres (Metamorfosi), 4852 amici: โ€œPostare รจ un modo per far vedere a un ampio pubblico ciรฒ che faccio dentro la cucina. Mi sento di alzare la percentuale di Arcangelo: credo che la nuova clientela che viene a trovarci dopo averci conosciuto sui social sia del 15-20%. Ma spesso capita che i clienti storici ritornino dopo aver visto i nuovi piatti onlineโ€.

Coglie l'assist di Caceres, Alba Esteve Ruiz (Marzapane), 2843 amici e unica presenza femminile in un team di soli uomini: โ€œNon solo ai clienti:capita anche a me di aver voglia di ritornare nel ristorante di un collega per provare i piatti nuovi visti in reteโ€. โ€œD'altrondeโ€ continua il palleggio Alessandro Narducci (Acquolina), 4575 amici โ€œuna volta si strillava nei mercati, ed era un modo di fare marketing. Poi รจ arrivato Carosello. Oggi ci si adatta ai tempi e si posta. Personalmente non sono quel che si dice un attivista, ma l'importanza dei social รจ innegabileโ€.

Blocca il gioco Massimo Viglietti (Achilli al Parlamento): โ€œA me sembra un mondo di gente che ha voglia di farsi i fatti degli altri, per questo ho deciso di uscirne: la sera preferisco leggere un libro e starmene tranquilloโ€.

 

Meglio fare da sรฉ o affidarsi a degli esperti?

Quando si parla di comunicazione social bisogna, perรฒ fare un distinguo tra profili personali e profili del locale. Quasi tutti gli chef piรน famosi, infatti, hanno l'uno e l'altro. Ma non basta. Il secondo step รจ quello di decidere tra il fare da soli o l'affidarsi a chi lo fa di mestiere. Su questo la โ€œsquadra della cucinaโ€ presente alla Social Media Week sembra avere le idee chiare: โ€œLa riposta รจ semplicissimaโ€ dice subito Giulio Terrinoni (Per me): โ€œรˆmeglio che cucini chi lo fa di mestiere o chi vuole improvvisarsi? Ecco, i termini della questione sono identici. Personalmente non ho dubbi e ogni anno metto a budget le varie voci: carne, pesce, vino e, comunicazione, affidandomi per quest'ultima a degli esperti. Ovviamente, poi, ogni cosa dovrร  passare dalla mia supervisione, come รจ normale che siaโ€. Stessa ottica di gioco per Alba Esteve Ruiz che, perรฒ, pone l'accento sulla fiducia nel proprio team: โ€œDi sicuro gli esperti sanno gestire la comunicazione social molto meglio di noi, ma il feeling che si instaura รจ fondamentale, al pari di quello che deve crearsi in cucina. A loro tocca, infatti, portare il nostro lavoro al di fuori e saperlo raccontareโ€.

Per Andrea Fassi (Gelateria Fassi) โ€œl'importante, quando ci si affida agli altri, รจ dare gli input giusti, senza dimenticare di capire il proprio target: non sempre dare un'immagine troppo professionalmente perfetta funziona. Nel nostro caso - ma probabilmente per una tradizione familiare - le foto amatoriali scattate in casa, hanno piรน seguito di quelle dei fotografi professionisti. In base a questo si fanno delle scelte precise. Ma ogni caso fa storia a sรฉโ€.

 

Dal virtuale al reale. L'esempio di Taste

Ci sono poi e - per fortuna - ancora le piazze reali. Che ormai, perรฒ, finiscono per comunicare con quelle virtuali in un circolo vizioso/virtuoso di cui รจ difficile fare a meno. Taste (l'evento che da qui a pochi giorni - dal 21 al 24 settembre - animerร  la scena enogastronomica della Capitale) ne รจ un esempio calzante. Il parallelismo con i social รจ presto fatto: assaggi in formato ridotto di quel che la ristorazione offre nei propri locali. โ€œMaโ€ interviene Angelo Troiani (Il Convivio Troiani) โ€œTaste lo mangi, i social noโ€.

โ€œTaste รจ un social direttoโ€ spiega Alba Esteve Ruiz โ€œfaccia a faccia e con commenti in tempo reale. Senza contare il riscontro che ne deriva, con foto e video che rimbalzano da un profilo ad un altroโ€.

โ€œAttenzione, perรฒ, a distinguere tra collezionista virtuale e appassionato di gastronomiaโ€ rientra in gioco Troiani โ€œI social fanno diventare gli appassionati anche un po' collezionisti virtuali, ma questi ultimi non diventeranno mai dei veri appassionati di cucinaโ€.

Poi, Nerina rimanda tutti nelle proprie cucine, con un'ultima raccomandazione per il pubblico social e non: โ€œMangiate di piรน, postate di menoโ€.

 

Internet of things in vigna. Le opportunitร  della rete per vigne e vino

Ma la ristorazione non รจ stata l'unica protagonista della Social Media Week romana. Anche il mondo del vino, infatti, si รจ ritagliato il suo spazio nell'incontro Internet of things in vigna. In questo caso non si รจ parlato di social network, ma di applicazioni pratiche delle tecnologia in cantina, in vigna e perfino sugli scaffali.

Tra i principali ambiti di applicazioneโ€ ha spiegato la moderatrice dell'incontro Slawka G. Scarso (autrice, con Luciana Squadrilli e Rita Lauretti, del libro Prodotti Enogastronomici allโ€™Estero. Guida completa per lโ€™export delle eccellenze italiane) โ€œquello della previsione meteorologica รจ sicuramente uno dei piรน interessanti, considerati soprattutto i cambiamenti climatici degli ultimi anni. Monitorare รจ infatti un modo per prevedereโ€. Tra i risultati piรน evidenti c'รจ, invece, il risparmio in termini di tempo, di interventi in vigna e anche di soldi: โ€œUsato in modo intelligenteโ€ ha concluso Scarso โ€œl'Iot significa anche fare sostenibilitร  ambientale in modo altrettanto sostenibile per le aziendeโ€. Lo sanno bene il consorzio di tutela dei Vini di Montefalco e la cantina cooperativa Vignaioli del Morellino di Scansano intervenuti all'incontro.

โ€œDa anniโ€spiega il produttore di Montefalco Marco Caprai โ€œgrazie ai fondi Psr, abbiamo sviluppato un sistema di gestione che consente alle cantine del Consorzio di avere indicazioni precise, tramite smartphone, su eventi meteorologici, presenze di malattie in vigna e momenti opportuni per intervenireโ€. Il modello utilizzato si chiama Grape Assistence ed รจ stato progettato dalla startup Leaf srl.

Anche i Vignaioli del Morellino hanno introdotto un sistema simile di monitoraggio. Si chiama Terrasystem e permette alle cantine di dare degli input da remoto: โ€œUn esempio?โ€ dice il direttore Sergio Bucci โ€œUn produttore comodamente da casa puรฒ dare il via al lavaggio dell'impianto di imbottigliamento e trovarselo giร  pronto non appena arriva in cantina. O ancora, puรฒ valutare su quali filari intervenire con l'irrigazione di soccorso, senza sprecare acqua in tutto il vignetoโ€. Fare praticamente e con gli strumenti giusti quella che si chiama agricoltura di precisione. Risultati sul campo? โ€œLo scorso annoโ€ risponde Bucci โ€œil sistema consigliava per alcune zone il trattamento contro la peronospora giร  nella prima parte di marzo. Un periodo in cui รจ comunemente ritenuto prematuro farlo, cosรฌ solo un produttore su tre ha seguito il consiglio. Ebbene, chi ha trattato si รจ salvatoโ€.

Ma l'Iot applicato al vino, non fa bene solo alla vigna. รˆ anche un modo per avvicinare i piรน giovani al mondo del lavoro, come ricorda Caprai: โ€œIl futuro del nostro settore non puรฒ essere riposto solo nel produttore settantenne che fa un certo tipo di viticoltura tradizionale. Noi crediamo nelle potenzialitร  enormi delle nuove tecnologie e soprattutto delle nuove generazioni. Tant'รจ che abbiamo da sempre collaborato con Universitร  e Its-Istituti tecnici superiori per introdurre i giovani nelle imprese. Oggi otto di loro fanno parte del nostro teamโ€.

 

 

a cura di Loredana Sottile

 

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