Storico ingresso in Borsa per il Gambero Rosso. E ora che succede?

17 Set 2015, 10:00 | a cura di

Sul mercato andrà il 25% del capitale. Si punta a raccogliere dai 7 ai 9 milioni di euro. Il presidente Cuccia annuncia investimenti per 14 milioni in tre anni. C'è tempo fino alle ore 12 del 16 novembre per sottoscrivere le azioni

Piazza Affari dà il benvenuto a Gambero Rosso, che approda sul segmento Aim (il mercato alternativo del capitale) di Borsa Italiana, riservato alle Pmi, con bilanci in crescita e un piano che, nei prossimi tre anni, consentirà al gruppo presieduto da Paolo Cuccia di investire 14 milioni di euro. L'operazione di quotazione è un passo storico per l'azienda, che punta a consolidare la sua leadership nel settore del food and wine, sviluppare ulteriormente i mercati internazionali, far crescere le attività digitali, potenziare l'offerta educativa e agganciare le nuove modalità di fruizione del turismo.

I dettagli dell'offerta pubblica iniziale

Nel dettaglio, l'Ipo (offerta pubblica iniziale), curata da Banca popolare di Vicenza, nel ruolo di advisor e global coordinator, prevede un aumento di capitale di 7 milioni di euro fino a un massimo di 9 milioni di euro, di cui fino a 4 milioni per gli investitori istituzionali e di 4,99 milioni per i clienti retail; a cui si aggiunge l'emissione di un'obbligazione convertibile per 1,5 milioni di euro riservata agli istituzionali (in cinque anni, con tasso d'interesse del 6% e strike price a circa il 120%). Gambero Rosso, secondo quanto ha spiegato Cuccia a Milano nel corso della presentazione agli investitori, è stato valutato tra 20 e 24 milioni di euro. L'acquisto delle azioni sarà quindi stabilito all'interno di una forchetta tra 2 e 2,4 euro/azione, e terminerà, salvo le usuali proroghe, il 16 novembre. Mentre l'inizio delle quotazioni è previsto dal 29 settembre in poi. Al termine della quotazione, il capitale flottante sarà di circa il 25%.

 

I bilanci e margini operativi oggi

Gambero Rosso si presenta in Borsa con bilanci in attivo e in salute: un fatturato che nel 2014 ha sfiorato i 15 milioni di euro, +6% sul 2013, un margine lordo a 3,44 milioni (rispetto a 1,1 milioni del 2013) con un utile netto al 5,9% del fatturato (880 mila euro contro una perdita di 1,1 milioni del 2013), e un primo quadrimestre 2015 che segna un utile del 2,9% del fatturato. “I nostri margini operativi lordi” ha spiegato Cuccia “sono tornati ai livelli anteriori al 2013, che è stato un anno difficile per l'economia mondiale. I conti economici hanno avuto un calo con la crisi, passando da margini del 17% fino al 12,2% mentre oggi siamo tornati al 23% e stiamo incrementando”. Le basi sono buone: “Un mercato molto forte e una squadra coesa hanno consentito di superare la crisi di mercato nel 2013 e di tornare a crescere nel 2014. E avendo i mezzi finanziari che finora sono mancati, potremo compiere un bel salto dimensionale”.

Per Gambero Rosso il cambio del management, avvenuto nel 2009, ha segnato un nuovo approccio al mercato. “Abbiamo resistito alla crisi perché abbiamo costantemente investito, ci siamo trasformati proponendoci con una vasta serie di servizi a valore aggiunto. Quando anche i migliori competitor del nostro settore originario, l'editoria, perdevano in maniera sostanziosa” ha detto Cuccia “e in un mercato pubblicitario che ha perso in generale il 40% del suo fatturato, siamo riusciti a tenere. Abbiamo da un lato operato un efficientamento dei costi e un ricambio generazionale. A parità di perimetro, gli attuali occupati sono 90 contro i 145 di cinque anni fa. E, soprattutto, abbiamo trasformato il mix di offerta, in particolare sugli eventi b2b esteri, siamo cresciuti nella tv, nel settore digitale e nell'educational, abbiamo tenuto nelle attività di contenuti editoriali. Questa è stata la formula del vincente del Gambero”.

 

Aree di investimento

Ma dove si crescerà ora? Il capitale raccolto (7-9 milioni) sarà impiegato nelle attività digitali (canale tv e web) per il 41%, nella formazione e nelle scuole per il 29%, nella creazione di contenuti editoriali (libri e guide) per il 16% e nelle attività di promozione per il 14%. “È un investimento che possiamo fare sia per l'aumento di capitale sia per il miglioramento dei flussi di cassa, fortemente cresciuto nel 2014” ha sottolineato il presidente di Gambero Rosso “con un deciso trend di crescita che è proseguito anche nel 2015, a livelli che in soli quattro mesi hanno già superato il dato di cash flow di tutto il 2013, pur essendo la prima parte dell'anno quella in cui la società investe e incassa meno”. Inoltre, trattandosi di operazioni dislocate su attività e filoni di diverso tipo, c'è una riduzione del rischio nell'investimento complessivo e, quindi, una condizione in generale rassicurante.

In un mercato come quello del food and wine, orientato oggi alla ricerca delle eccellenze, il brand Gambero Rosso, come lo stesso Cuccia ha spiegato agli investitori nel presentare l'Ipo, rappresenta una sorta di passaporto per le aziende: “Una vera e propria agenzia di rating che valorizza le eccellenze del made in Italy sui mercati internazionali, che dimostrano nei numeri di apprezzare la nostra italian food experience”. E per il Gambero, con quasi trent'anni di esperienza alle spalle, l'obiettivo è allargare l'offerta. Sarà l'estero uno dei principali canali di espansione: “Nel comparto educational, amplieremo la nostra piattaforma formativa con sette nuove Città del gusto all'estero, oltre ad altre cinque che nasceranno in Italia. Stiamo lavorando con il trade internazionale e attraverso le GR Academy in giro per il mondo formiamo i professionisti dei Paesi in forte sviluppo, visto che il mercato sta chiedendo sempre più figure professionali qualificate e aggiornate, dai lavori di cucina a quelli di sala”.

 

Gli investimenti esteri

Per quanto riguarda le destinazioni degli investimenti esteri, l'azione sarà focalizzata sulle aree dell'Europa centro orientale, sul Nord America, ma anche con attenzione all'America Latina, sugli Emirati Arabi, senza tralasciare il quadrante sudest dell'Asia. L'obiettivo sarà andare incontro alle esigenze non solo dei professionisti, ma anche di quei nuovi conxsumatori che vogliono ormai capire quali tecnologie e quali filosofie ci sono dietro i singoli prodotti, da quelli vinicoli ai salumi, dal pane all'ortofrutta.

Anche per questo, l'attenzione di Gambero Rosso, che nell'anno di Expo ha pubblicato “Top italian food” (una selezione delle migliori aziende agroalimentari italiane che esportano i propri prodotti), si concentrerà sul cosiddetto turismo esperienziale, quel tipo di vacanza che consente ai viaggiatori di conoscere un luogo e apprenderne le tradizioni. “Cercheremo” ha detto Cuccia “di far capire agli stranieri che l'offerta che si può trovare in tutte le regioni d'Italia è talmente vasta da permettere loro di tornare più volte in Italia a conoscere le nostre eccellenze”. Tra gli strumenti per intercettare quest'esigenza di cibo di qualità che viene soprattutto oltreconfine il web riveste un ruolo cruciale. Secondo dati Sace, la crescita dell'export italiano è prevista nei prossimi anni superare costantemente il 9% annuo. Un mercato in fase di sviluppo, quindi, con notevoli prospettive di crescita, dove contano i contenuti, la capacità di veicolarli e, non da ultimo, la reputazione del marchio.

 

Il panorama generale e i competitor

Che dire dei competitor? “Nelle nostre attività ce ne sono diversi e autorevoli in Italia e all'estero” ha detto Cuccia, citando tra gli altri il lavoro di Michelin, Wine spectator, Cordon Bleu, Tripadvisor e ricordando come “solo quest'ultimo sia quotato in borsa, negli Usa. Tutti fanno ciò che facciamo noi, ma nessuno ha una gamma ad ampio raggio come la nostra. Spesso” ha concluso “tra me e il direttore generale Gigi Salerno corre una battuta: siamo come Disney. Il concetto mi sembra valido: nel senso che partendo da un semplice disegno cartaceo arriviamo a produrre un bellissimo film e a organizzare, come Disneyland, luoghi di intrattenimento”.

L'offerta, valida dall'8 settembre, scadrà il prossimo 16 novembre. La quotazione in Borsa è prevista il 23 novembre.
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a cura di Gianluca Atzeni

Questo articolo è uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 10 settembre

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