The.sign&food.house, il catering innovativo che ha vinto a Taste Firenze

12 Mar 2013, 16:48 | a cura di

Si è conclusa l’edizione 2013 di Taste a Firenze, la fiera del gusto organizzata da Pitti Immagine con la consulenza di Davide Paolini. In questa edizione molte le novità (

rmesse-di-marzo-alla-leopolda&lang=it" target="_blank">di cui vi abbiamo già anticipato) e altrettante le conferme, tra cui il concorso “King of catering”. Per chi ha partecipato al toto-catering questa è la classifica: vince il Premio Platinum Plus La Fenice, il premio Gold Le Gourmet e a seguire La Torre e Assaporando. Aziende di catering&banqueting che si sono contraddistinte per la completezza del servizio: dal cibo alle decorazioni floreali, dagli allestimenti alla versatilità nel centrare il tema proposto dal comitato organizzatore.

 

 

Quest'anno i concorrenti dovevano simulare un gala dinner per una sfilata di moda donna della collezione autunno/inverno. Oltre ai quattro finalisti molti altri i premiati tra cui The.sign&food.house (che l'anno scorso si è aggiudicato il Premio speciale della Giuria) a cui è andato il premio King of Innovation, con un progetto curioso e anticonvenzionale ideato da Ivana Carmen cui abbiamo rivolto qualche domanda.

 

Che cos'è The.sign&food.house?
Nasce come progetto e luogo di ricerca applicata al cibo e alla sua fruizione, al nuovo, al consumo e all’accoglienza. Si occupa di ideazione e sviluppo di eventi o percorsi di foodexperience. Praticamente organizza eventi a tutto tondo dove il catering oltre a garantire la riuscita dell'evento, interviene con aspetti creativi. In questo progetto il catering incontra il food design, per garantire una fruizione del cibo inconsueta.

 


Da cosa nasce questo progetto?

Dal mio vissuto. Lavoravo al Supperclub di Roma, un locale dove c'era una forte congiunzione tra il cibo e la sua fruizione molto originale. Quando ha chiuso ho cominciato a occuparmi di semplice catering con Food House, infine ho unito il catering al food design ed è nato The.sign&food.house.

Nel concreto di cosa si tratta?
Lavoro molto sulle degustazioni innovative usando però cibo tradizionale. Quindi largo a polveri, liquidi, vapori, cannucce e provette per fruire in maniera del tutto inusuale dei cibi. Senso importante, oltre vista, gusto e olfatto, è anche l'udito; così mentre si degusta, si ascolta della musica coerente con il contesto in cui è inserita la foodexperience. Sono situazioni soprattutto artistiche, mi piace chiamarle spazi dedicati al food art, ancora troppo poco conosciuta in Italia.

Parlando di food design: è il design in funzione del cibo o viceversa?
Né uno né l'altro. Non è il design in funzione del cibo, tanto meno il cibo in funzione del design. Semplicemente food design è una disciplina dove si applica la metodologia del design al cibo. È un tipo di approccio dove si esaltano i sapori grazie alle forme e le forme grazie ai sapori.

Perché hai preferito applicare il food design agli eventi?
Il motivo per cui mi sono avvicinata all'eventistica è perché, secondo me, vi è intrinseca una sorta di democratizzazione dell'esperienza. Grazie agli eventi le persone si possono avvicinare al cibo senza dover spendere necessariamente cifre importanti.

L'evento al quale sei particolarmente legata?
Quello presentato a King of catering, a Firenze, che quest'anno era consequenziale a quello pensato per l'edizione scorsa. Entrambi sono ripresi da eventi realizzati prima del concorso. Uno l'ho fatto l'anno scorso all'università La Sapienza di Roma durante la Settimana del Design, quello di quest'anno per l'inaugurazione del MUST, Museo Storico di Lecce, e durerà molti mesi. Per l'inaugurazione del MUST ho pensato a un'istallazione edibile e una degustazione estemporanea di cioccolato e liquirizia per raccontare i diversi modi di assaporare e l'evoluzione della relazione fra food culture, arte e design. Un’esperienza creata per riflettere sul nesso tra consistenza e sapore (per esempio: che sensazioni si provano ad assumere del cioccolato ridotto in polvere attraverso una cannuccia?) con un rimando al rapporto ormai consolidato tra estetica e gusto.

 

 

L'invenzione di food design più utile che tu abbia utilizzato durante i tuoi eventi?
Per me non esistono invenzioni, piuttosto l'utilizzo di utensili decontestualizzandoli. Per esempio, per garantire che si bevesse su vetro, ho adibito delle provette a bicchiere. Semplice.

a cura di Annalisa Zordan

12/03/2013

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