Vin brulé nel mondo: storia, varianti e ricetta del vino caldo di Natale

15 Dic 2017, 16:30 | a cura di

Vino rosso, zucchero, spezie aromatiche: sono questi gli ingredienti base per il vin brulé, una delle bevande alcoliche calde più diffuse in tutta Europa e non solo. Un vino speziato dalle origini antiche, fra i classici intramontabili dei mercatini di Natale. Tutta la storia.

L'atmosfera magica dell'Avvento, tra luci colorate e leccornie di ogni tipo, nella più classica tradizione nordeuropea è racchiusa nei mercatini di Natale, al secolo Mercati di San Nicola, ribattezzati Christkindlmarkt in seguito alla riforma protestante. È in queste fiere all'aperto che consumatori di tutto il mondo si concedono un goloso strappo alla regola, fra dolci tipici, piatti corroboranti pensati per far fronte al clima rigido di dicembre, e bevande calde zuccherine. Come il sidro di mele, per esempio, o la più classica cioccolata calda, o ancora il celebre vin brulé, fra i drink più popolari delle feste di Natale.

 

Mercatini di Natale

Mercatini di Natale

Dall'Antica Roma al Medioevo

Una ricetta millenaria, che affonda le sue origini nell'Antica Roma, con il contidumparadoxum,descritto da Apicio nel “De re coquinaria”, un vino dolcificato con abbondante miele,scaldato a più riprese e aromatizzato con pepe, foglie di nardo, zafferano e datteri, generalmente offerto agli ospiti a fine del pasto. Una specialità che ha attraversato secoli di storia, subendo – come sempre accade – modifiche e variazioni a seconda delle epoche e delle zone di diffusione. Anche nel Medioevo si rintraccia una sorta di antenato del vin brulé, l'ipocras, vino arricchito con erbe officinali e solitamente consumato freddo, conosciuto anche come claret o piment. La leggenda fa risalire la ricetta a un'antica invenzione di Ippocrate, medico greco del V secolo a.C., ma le prime testimonianze scritte compaiono solo alla fine del Duecento nel volume “Tractatus de modo preparandi et condiendi omnia cibaria”.

Il glögg svedese

Una pratica diffusa in tutta Europa, quella di aggiungere spezie al vino, un po' per le loro proprietà nutraceutiche (la cannella, per esempio, è ricca di antiossidanti ed è uno dei più antichi rimedi naturali per combattere raffreddore e influenza), e un po' per coprire il sapore del vino, al tempo di scarsa qualità e spesso rancido a causa delle cattive condizioni di trasporto e conservazione.

 

spezie

Per cercare di migliorarne il gusto, gli svedesi inventarono il glögg, vino caldo speziato - originariamente consumato durante i pasti - che nell'Ottocento si arricchisce di un'ulteriore aggiunta alcolica; il cognac. Il glögg così come oggi lo conosciamo prevede, infatti, l'utilizzo di vino rosso, cognac (talvolta sostituito dal rum scuro), zucchero, anice stellato, cardamomo, cannella, chiodi di garofano, zenzero, noce moscata, arancia, uva passa e mandorle.

Da vino da pasto a bevanda natalizia

È proprio con la bevanda svedese che il vino caldo inizia a essere associato al Natale. La svolta avviene alla fine dell'Ottocento, quando vinattieri e speziali decidono di portare i loro prodotti fra i banchi dei mercati, proponendoli in bottiglie dipinte a mano in occasione delle feste. Le ricette, fino ad allora custodite gelosamente da ogni produttore, iniziano così a diffondersi per tutto il Paese creando un fenomeno a tutti gli effetti, quello del vino di Natale, una tendenza che ben presto raggiunge anche le nazioni più lontane. Con le dovute variazioni, naturalmente, a cominciare dalla tipologia di vino – rosso, bianco, rosato, frizzante, dolce – per finire con la miscela di spezie, erbe aromatiche e frutta che conferisce carattere e gusto alla bevanda.

Gluhwein tedesco: tradizioni e abbinamenti

Fra le tante varianti un posto d'onore lo merita il gluhwein tedesco, a base di vino rosso, cardamomo, chiodi di garofano, alloro, cannella e scorza di agrumi. In Germania, infatti, non esiste mercatino, evento o anche pranzo in famiglia nel periodo natalizio senza un bicchiere di vino caldo. Non solo: secondo i racconti popolari, i celebri mercatini hanno avuto origine proprio in Germania e Alsazia, attorno al XV secolo, in una Dresda dell'epoca, agghindata a tema per l'occasione.

 

Lebkuchen

Lebkuchen

Qui, ad accompagnare il vino ci pensano i lebkuchen, dolci inventati dai monaci in Franconia nel XIII secolo, molto simili al nostro panpepato, con miele, spezie, noci e frutta candita. Ma soprattutto gli s pekulatius, biscotti alla cannella di origine fiamminga realizzati con stampi in rilievo di legno o terracotta, da gustare in purezza o, meglio ancora, inzuppati in un calice di gluhwein. Senza dimenticare tutte le specialità salate, a cominciare dai bratwurst, salsicce a base di carne di manzo o vitello, per finire con le Nürnberger Rostbratwurst, salsicce di Norimberga IGP, preparate con carne suina, senza cotenna e pancetta, solitamente aromatizzate con maggiorana, pepe, cerfoglio, cardamomo, zenzero e limone.

 

Bratwurst

Bratwurst

Francia e Inghilterra: vin chaud e mulled wine

Fra i più grandi mercatini d'Europa, quello di Strasburgo, con circa 300 chalet distribuiti in 12 location nel cuore della città. Fra gli addobbi e gli abeti illuminati, è impossibile resistere alla tentazione del profumo dolcemente speziato che si sprigiona dalle pentole di rame. Il vin chaud francese prevede l'aggiunta di un goccio di cognac, e viene gustato in abbinamento ai bredele, biscotti di pasta frolla tipici della tradizione alsaziana, o ancora con i männele, brioche a forma di omino.

 

Vin Chaud

L'Inghilterra risponde con il mulled wine, insaporito con arancia, limone, cannella, noce moscata, semi di finocchio, anice stellato, chiodi di garofano, cardamomo e zenzero, disponibile in tutte le fiere natalizie. Al fianco di ogni tino di vino, nei mercati del Regno Unito non può mancare il sidro di mele caldo – molto diffuso anche in America - bevanda dolce aromatizzata con lo stesso mix di spezie, e resa ancor più golosa dall'aggiunta di miele e whisky.

In Italia: la ricetta del vin brulé

Anche in Italia la bevanda raccoglie da sempre i favori di tutti i consumatori, dai cultori ai meno appassionati, che in questa versione dolce e profumata trovano un'espressione più briosa e meno impegnativa del vino rosso. È soprattutto in Trentino-Alto Adige, una regione ricca di richiami alla cultura mitteleuropea e dalla marcata atmosfera nordica, che il vin brulé ha preso piede, divenendo il prodotto simbolo dei mercatini di Natale. A Bolzano così come a Merano e in tante altre località turistiche, il clima rigido si compensa, infatti, con una tavola generosa e ammantata di profumi di burro, mele e spezie, cannella su tutte. Curiosando tra i mercatini, non si può rinunciare a un assaggio di vin brulé, realizzato dagli artigiani del territorio come vuole la tradizione.

 

ricetta

Ci siamo fatti raccontare dell'enologo Gerhard Spanin di Caldaro Sulla Strada del Vino, la ricetta per preparare al meglio questa bevanda saporita.

Ingredienti

2 l di vino schiava

1 arancia non trattata

6 chiodi di garofano

1 stecca di cannella

150 g di zucchero

Inserire i chiodi di garofano nella buccia dell'arancia, unire tutti gli ingredienti e cuocere a 70° C per circa 5/10 minuti. Attenzione: non superare la temperatura indicata; il vino non va mai bollito!

a cura di Michela Becchi

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