Il futuro si scrive oggi

15 Mag 2009, 10:47 | a cura di

Da vino a territorio Unesco

Non il vino di un territorio ma un territorio che esprime un vino. E’ questa  la volontà dei produttori di Conegliano Valdobbiadene

 

Il futuro del territorio è stato l’argomento centrale del convegno di Vino in Villa, i

n cui sono state  presentate  le novità che stanno coinvolgendo l’area di Conegliano Valdobbiadene.

A quarant’anni dal riconoscimento a denominazione di origine controllata, il Consorzio di Tutela Prosecco Conegliano Valdobbiadene rilancia con un nuovo nome e una nuova identità.  In occasione del convegno di sabato è stata infatti presentata la strategia che sarà seguita e che ha visto lavorare il Consorzio sin dal 2000.

Nonostante la denominazione sia in continua ascesa con una produzione di 57.343.000 bottiglie e un giro d’affari di 370.000.000 di euro (dati 2008), i produttori di Conegliano Valdobbiadene hanno deciso di proteggere il proprio futuro a quaranta anni dall’ottenimento della denominazione di origine controllata. La Docg, come spiegato dal Direttore del Consorzio Giancarlo Vettorello, avrà il nome di “Conegliano Valdobbiadene – Prosecco Superiore” e introdurrà, per la prima volta, il concetto di Rive, ovvero le sottozone che questo territorio sa esprimere. L’area di Conegliano Valdobbiadene, infatti, è particolarmente vocata all’espressione di cru, perché ogni collina presenta un diverso microclima, come diversi sono gli stili dei produttori.

La denominazione, coraggiosamente, ha deciso quindi di rilanciare la propria identità e di farlo partendo dal territorio, rendendo il proprio spumante l’espressione di un’area.

E se forse 15 – 20 anni fa prima si dava per scontata la bellezza paesaggistica di questo territorio, oggi si è capito che è un valore da tutelare. In questo senso, la candidatura a Patrimonio Unesco rappresenta un’opportunità unica e, a detta dei tecnici, il territorio di Conegliano Valdobbiadene ha le caratteristiche per ottenere il riconoscimento. Le colline di quest’area, infatti, presentano un ambiente fisico con una forma geologica e morfologica particolare.

Il  Consorzio di Tutela e tutto il territorio stanno lavorando al riconoscimento e a fine maggio verrà presentato il dossier di candidatura, come annunciato da Leopoldo Saccon, responsabile del progetto. La volontà dei produttori di lavorare in questa direzione è data dalla convinzione che il riconoscimento Unesco contribuirebbe in modo essenziale a tutelare questo territorio e preservarlo per le generazioni future. L’idea quindi di candidatura non ha alcuno scopo di sfruttamento speculativo della visibilità che questo riconoscimento potrebbe portare ma vuole essere uno strumento per tutelare un territorio che per secoli si è ben conservato grazie ad una antropizzazione rispettosa dell’ambiente.

Un progetto ambizioso e complesso, dato la presenza in Italia di 40 siti patrimonio dell’Unesco e che richiederà l’impegno di tutti, come spiegato anche dalla responsabile dell’Ufficio Unesco di Venezia, Marie Paule Roudil, intervenuta durante il convegno. Tuttavia, poiché nessuno di questi siti ha ottenuto il riconoscimento grazie alla viticoltura, questa candidatura si presenta come un progetto unico, per la quale la Roudil ha espresso i suoi migliori auguri.

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