La finale di Miami

15 Mar 2010, 11:21 | a cura di

DAL "NOSTRO INVIATO" MASSIMO BOTTURA

La storia di Laura Torresin è il racconto di  una passione incontenibile per la cucina, che le ha fatto lasciare la sicurezza di un posto fisso in ufficio per seguire i suoi sogni, deludendo forse i genitori che l’avrebbero voluta medico ma che, dopo questa avven

tura, hanno capito che lei ai fornelli è felice e anche brava.

San Pellegrino
, che con lungimiranza ha dimostrato la sua voglia di essere vicino ai giovani e non solo agli chef già affermati, ha offerto a Laura un’occasione che capita poche volte e l’ha accompagnata a Napa per provare a conquistare non solo la gloria, ma anche un premio in denaro e una concreta opportunità professionale (un anno ai fornelli di un grande ristorante).

Al Culinary Institute of America di Greystone a Napa Valley c’ero anchio come giurato. I finalisti erano 11: oltre a Laura, una canadese e nove americani. Luis Young, studente alla Johnson & Wales University di Miami, ma residente a Panama, ci ha convinto tutti con il suo piatto “Herb scented seared venison tenderloin”.

Un piatto intelligente, creato da un suo compagno che all’ultimo ha rinunciato, e che lui ha reinterpretato, dimostrando grande personalità, in chiave centroamericana, abbinando al capriolo frutta esotica e spezie.

Ottima tecnica ma soprattutto connubbio riuscitissimo senza snaturare, anzi esaltando, il sapore del capriolo. Laura si è difesa molto bene, ma questo ragazzo di origine latina, minuto e timido (dietro quella timidezza, però, quanta stoffa!) ha prodotto un piatto eccezionale.

La sua storia è un’altra storia unica, come quella di Laura: deve la sua scelta professionale ad una malattia ai reni che lo ha colpito da piccolo, e che gli imponeva pesanti restrizioni nel regime alimentare sin dall’età di 3 anni.

Non poteva usare sale, e allora ha iniziato a studiare sapori e aromi alternativi per rendere meno insipido il suo cibo. Per me la competizione non è essere migliori degli altri, ma migliorare me stesso ogni giorno.

Bravo, Luis, hai davvero meritato la vittoria. E lo riconosce anche Laura che, comunque, un primo sogno lo ha già realizzato.
Sono rientrato dagli Usa carico di energia e motivazione. Bello aver partecipato a questa avventura. Bello stare coi giovani ed emozionarmi con loro e per loro.

Ai giovani chiedo sempre di volare, di avere un sogno da raggiungere. Di stare con in piedi ben piantati a terra, di lavorare giorno per giorno, di non perdere il quotidiano ma anche di volare con la mente. Volare!

Massimo Bottura

15/03/2010

 

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