Si è chiusa la terza edizione

4 Nov 2009, 17:56 | a cura di

Londra e Varsavia sono state le ultime tappe del Top Italian Wines Roadshow, partito da Zurigo nel novembre scorso e che si è chiuso in maniera brillante il 10 marzo.
In questi mesi il più importante evento itinerante del vino italiano ha toccato Zurigo, Mosca, Copenhagen, Berlin

o, Parigi, Bruxelles e infine Londra e Varsavia. 59 produttori hanno incontrato operatori e pubblico, poco meno di 10.000 persone, offrendo loro 240 diverse etichette.

Ed è stato un successo di contatti e visibilità anche per gli sponsor del Roadshow, la grappa Bonaventura Maschio, l'acqua Surgiva e le paste ripiene della Surgital.

Oltre 1000 persone hanno affollato il salone degli eventi della Allen & Overy a Bishop Square, nel cuore della City, per assaggiare i vini dei 59 produttori italiani del Roadshow. Londra ancora una volta si dimostra una delle tappe più interessanti del circuito di eventi organizzato dal Gambero Rosso.

Ed era soprattutto un pubblico di operatori, di distributori, buyers e importatori quello che si è visto nel pomeriggio di martedì 9 marzo nella capitale britannica.

Il mercato ha lanciato segnali confortanti, c'è ripresa nei consumi e dunque cresce, seppur lentamente, la domanda di vino italiano.

E sono soprattutto i vini da vitigni autoctoni quelli che hanno intrigato i palati londinesi, che nelle nostre etichette vedono una sorta di antidoto alla globalizzazione del gusto.

Ed anche le bollicine italiane, Franciacorta, Trento e Prosecco di Valdobbiadene, hanno raccolto apprezzamenti eccellenti, come quelli di Steven Spurrier, Master of Wine e figura carismatica della stampa enologica britannica, che con Marco Sabellico e Daniele Cernilli ha condotto i seminari a cui hanno partecipato 120 persone.

Mercoledì 10 è stata la volta di Varsavia, dove dalle 13,30 alle 19,30 quasi 800 persone, prevalentemente professionisti del settore, hanno festeggiato la seconda edizione del Roadshow in Polonia.

«Il nostro paese è sempre stato un grande consumatore di vino – ci raccontava un partecipante  - pensate che fino al 1938 in una buona enoteca di Varsavia potevi trovare oltre 40 annate di Tokaij ungherese e i maggiori vini d'Europa. Poi per cinquant'anni il deserto. Oggi abbiamo voglia di “recuperare” il tempo perduto, e di riabituarci ad un consumo che fa parte della nostra tradizione».

In Polonia, in particolare, la crisi ha inciso abbastanza seriamente nei due anni scorsi, ed ha costretto molti ristoranti a chiudere i battenti, e gli importatori a indirizzarsi verso i vini più semplici e meno costosi.

Il 10 marzo però si respirava un'aria diversa, c'era un discreto ottimismo e un rinnovato interesse verso i vini di maggior prestigio, come Barolo, Brunello, Amarone e Taurasi. E questo è emerso con ancora maggiore chiarezza nelle degustazioni guidate da Daniele Cernilli e Marco Sabellico che sono stati brillantemente coadiuvati dai colleghi Tomasz Prange-Barczynski e Wojciech Bo?kowski della rivista WINO, la più autorevole testata enogastronomica del paese.

 

Marco Sabellico
11/03/2010

 

 

  

 

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