Bauli e il sogno di aprire al mondo i 1600 anni di storia della Biblioteca Capitolare di Verona

23 Gen 2020, 10:43 | a cura di
Con i suoi 1600 anni di storia, è la più antica biblioteca del mondo. Ora la Biblioteca Capitolare di Verona diventa Fondazione, per merito della famiglia Bauli. Che investe in un patrimonio della sua città, così che sia accessibile a tutti.

Bauli. Il pandoro di Verona

Michele Bauli è il presidente di una delle imprese più note dell'industria dolciaria italiana. Un gruppo che ha sfiorato i 500 milioni di fatturato nel biennio 2018-2019, confermandosi leader nazionale del segmento ricorrenze. Panettoni e pandori in testa, considerando che oggi fanno capo al gruppo anche marchi storici come Motta e Alemagna. Ma Bauli è anche impegnato attivamente nella crescita economica della sua città (non a caso, è presidente in carica di Confindustria Verona), e ora scende in campo anche con un progetto culturale di ampio respiro, con l'intenzione di rendere accessibile un patrimonio storico e artistico incredibile, custodito nella Biblioteca Capitolare di Verona. Proprio Michele Bauli è il presidente della neonata Fondazione Biblioteca Capitolare, che si impegnerà per valorizzare un tesoro rimasto a lungo nascosto sugli scaffali e negli archivi dell'antica biblioteca, che è la più longeva del mondo, con i suoi 1600 anni di storia alle spalle.

Pagina di codice miniato

La storia della Biblioteca Capitolare di Verona

E non è solo l'antichità dell'istituzione a giustificarne il prestigio: la collezione della Biblioteca Capitolare di Verona, infatti, comprende manoscritti preziosi come il codice di Ursicino, redatto nel VI secolo, e testi che documentano l'attività scrittoria durante tutto il Medioevo, fino al periodo d'oro dello Scriptorium ecclesiastico veronese, che coincide con la rinascita carolingia dell'XI secolo. Nei secoli successivi, la biblioteca eserciterà a pieno le sue funzioni, non limitandosi a produrre testi manoscritti, ma diventando luogo di studio, consultazione e conservazione. Oggi, la ricchissima collezione spazia dai primi codici agli incunaboli della seconda metà del Quattrocento (primi esemplari a stampa dopo l'invenzione di Gutenberg), alle numerose donazioni delle famiglie nobili veronesi e di intellettuali della città. Con più di qualche curiosità di carattere editoriale e iconografico: l'Indovinello Veronese, considerato l'atto di nascita della lingua italiana; l'Iconografia Rateriana, ritenuta la prima rappresentazione di Verona, nel suo assetto medievale; la prima edizione del De Civitate Dei agostiniano, coeva all'autore; le Istituzioni di Gaio, testo fondamentale del diritto romano, conservato qui in modo pressoché completo.

I numeri della collezione

Sopravvissuta alla tragica inondazione dell'Adige del 1882, e ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, la Biblioteca Capitolare vanta quindi numeri imponenti: 1.200 manoscritti, 268 incunaboli, 2.500 cinquecentine, 2.800 seicentine e oltre 70.000 volumi ai quali si aggiungono enciclopedie, dizionari, pubblicazioni specialistiche e riviste. Ed è in funzione anche un laboratorio per il restauro dei codici antichi. Aperta agli studiosi in arrivo da tutto il mondo, la Biblioteca apre al pubblico nel fine settimana, e per visite guidate concordate. Ma l'obiettivo della Fondazione è quello di farla vivere oltre le mura dell'edificio di piazza Duomo, in collaborazione con il Museo Egizio di Torino, partner nella realizzazione del progetto.

L'Iconografia Rateriana

Iconografia Rateriana

Valorizzare la Biblioteca. L'impegno di Bauli

Dunque, in cosa consiste l'impegno della Fondazione, e quindi pure del gruppo Bauli, schierato in prima linea per sostenere economicamente l'operazione? Si attuerà, innanzitutto, la necessaria digitalizzazione del patrimonio (al termine del lavoro, quella veronese sarà, con Oxford e la Vaticana, la biblioteca tecnologicamente più consultabile al mondo); e, in termini di conservazione, si provvederà anche a potenziare le attività del laboratorio di restauro. Poi si punterà a stringere nuovi sodalizi con enti di ricerca e università, italiani e internazionali. E, per quel che riguarda da vicino il grande pubblico, il progetto potenzierà la funzione museale della Biblioteca, con visite e mostre dedicate in situ e fuori sede, laboratori didattici, eventi. Così che, la Biblioteca Capitolare possa diventare “un luogo identitario per Verona, e di scoperta per chi viene dal resto del mondo”.

La confezione del pandoro Bauli con l'immagine di Verona

Michele Bauli ha accettato la sfida. Del resto, la grafica stampata sulle scatole di pandoro Bauli replica proprio l'Iconografia Rateriana: “Abbiamo pensato a come far rinascere questa biblioteca, e ci siamo detti che sarebbe stato bene cercare un manager, fare un progetto e andare avanti” spiega Bauli al Corriere del Veneto “Il nostro ruolo, nell'entrare in campo, è stato fare da rompighiaccio. Un modo concreto per dire: noi ci siamo. Speriamo che altre aziende ci seguano”.

 

a cura di Livia Montagnoli

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