Benevento da bere e mangiare: la miniguida della città campana

28 Ott 2022, 10:30 | a cura di
L’antica Maleventum è il centro nevralgico del Sannio e di un entroterra dalle radicate tradizioni agresti, ancora poco conosciuto e lontano dai fasti della Costiera. Ecco i migliori indirizzi per bere e mangiare bene a Benevento.

Benevento, città stregata

Detta “città delle streghe” perché sede in epoca longobarda di riti pagani, l’antica Maleventum è il centro nevralgico del Sannio e di un entroterra dalle radicate tradizioni agresti, ancora poco conosciuto e lontano dai fasti della Costiera. Eppure, dall’Arco di Traiano alla Chiesa di Santa Sofia, fin sulla Rocca dei Rettori, è un luogo denso di storia, arte e architettura: stregato anche per il suo fascino. Ricca di risorse è pure l’area circostante, dove regnano solide le usanze contadine con qualche imperdibile perla di cucina contemporanea.

Cinque specialità della tradizione contadina sannita

 Cardone: ricca e corroborante zuppa tipica del periodo natalizio. La base è un brodo di gallina o di pollo ruspante, dove si fanno cuocere i cardi precedentemente “sbianchiti” e fatti a pezzetti e delle minuscole polpette di vitello con mollica, uovo e parmigiano. A fuoco spento l’ultimo tocco con la stracciatella di uova e formaggio grattugiato.

Cazzarielli in cassuola: sorta di gnocchetti di pasta acqua e farina, senza patate. Tradizionalmente sono conditi con sugo di pomodoro o di ortaggi misti, o in alternativa con i fagioli dell’occhio nero o occhietelli.

Fiavole: sono rustici tipici del periodo pasquale, diffusi in diverse regioni del Sud con altri nomi. Nella forma sono simili a dei piccoli ravioli il cui involucro è una sfoglia sottile a base di strutto e farina, ripieni di un saporito composto di uova e formaggio. Cotti in forno, hanno come inconfondibile caratteristica la spaccatura sul dorso da cui esce la “lacrima” di farcitura.

Mugniatiello: è il corrispettivo dello “gnummarieddo” pugliese, ossia un involtino a base di interiora di agnello aromatizzate con lardo, aglio, prezzemolo e peperoncino (ma la combinazione può variare), che vengono avvolte nelle budella di agnello e tradizionalmente cotte sulla brace.

Pizzo panaro: è il dolce che si regalava ai bambini la Domenica delle Palme, tondo come una pizza e trasportato nella cesta di vimini che conteneva il pane, “panaro” appunto. Si tratta di un semplice disco di pan di Spagna ricoperto di glassa di zucchero arricchita da confettini colorati.

Mangiare e bere a Benevento

 

Cocotte

Ristorante. I titolari di esperienza ne hanno da vendere. Eredi di Nunzia, cuoca amatissima e nome di una delle storiche trattorie della città, da qualche anno si sono messi in pista in un locale moderno e raffinato come pochi in zona, con tanto di bancone per cocktail e una cucina aperta su territorio e altri fronti, creativa, stagionale e soprattutto gustosa, a cura del giovane Salvatore Notaro, qui da qualche mese. Servizio e vini mostrano ulteriormente il mestiere che c’è dietro le quinte.
Cocotte Osteria Mediterranea – piazza Guerrazzi, 12 – 0824 279354 - 349 4593210 – cocotte.info

Crisalide

Bistrot. New entry (nasce a fine novembre 2021), in centro, dall’allure sofisticata ma non formale. Le sale sono arredate con tocchi di design contemporaneo, e all’aperto ci sono due “cupole” trasparenti per soste più intime. La cucina - dal brunch/light lunch fino alla sera - è coerente col contesto: territorio e stagione in chiave rivisitata, dal polpo scottato con la sua maionese, spinacino al naturale e crouton di pane, alla pasta e patate arricchita da spugna di prezzemolo. Si beve bene, anche come drink.
Crisalide –via A. Paolella, 9 – 0824 042290 – crisalideritorante.it

Japit

Giapponese. Mario Cangiano, nome italiano con l’Oriente nel cuore, è l’appassionato titolare di questo locale minimale in stile Izakaya. La qualità della materia prima e la sapienza nei tagli sono evidenti, i piatti più elaborati danno belle soddisfazioni, qualche volta con contaminazioni mediterranee.

Gino e Pina

Trattoria. È uno dei “grandi vecchi” della città: tantissimi coperti, spazio modulato in diverse sale con quella dedicata all’enoteca e l’area per eventi e cerimonie, una conduzione familiare che funziona da oltre ottant’anni. Inutile dire che l’ampio menu sia di ferrea tradizione. Vini campani.

Good Fellows

Birreria. Accanto al Teatro Romano, che d’estate regala un’atmosfera speciale, ha al suo attivo quasi duecento referenze birrarie da tutto il mondo.
Good Fellows – via Port’Arsa, 32 – 0824 040155 – goodfellowspub.it

Il Lamparino Taverna di Mare

Trattoria. Con le lampare che illuminavano l’acqua, dalle barche si attiravano i pesci in rete. Fedele alle usanze, questo posto caratteristico e semplice, con runner sui tavoli e servizio affabile, attrae una variegata clientela grazie a una cucina sincera e genuina, dove la materia prima ben scelta è protagonista. Dai crudi al tentacolo di polpo verace scottato su letto di patate e tartufo, dal sauté agli scialatielli con vongole veraci e crema di zucchine, fino a grigliata e spigola di cattura al forno con olive, patate e pomodorini, è un tuffo di gran soddisfazione.
Il Lamparino Taverna di Mare – loc. Piano Cappelle – via Appia, 150 – 392 4760928 – @ilLamparino

Osteria Nikila Baccaleria

Trattoria. Lei spignatta, lui sta in sala, e accoglie i clienti come ospiti a un pranzo in famiglia. Succede in un’osteria verace che appaga la pancia e rinfranca lo spirito con una proposta casereccia fatta solo con prodotti del territorio. Con formaggi caprini, mozzarelline, ricotta, verdure fritte si inizia alla grande, poi favette, patate e provola, brasato norcino, zeppoline fritte, paccheri con totano, cozze e asparagi sfumati, riso, patate e carciofi, polpetti affogati e un bel babà per finire. Tavoli all’aperto e vino della casa.
Osteria Nikila Baccaleria – viale Principe di Napoli, 109 – 0824 25900 – nikila.it

Timo

Ristorante. Linguine, scampi, stracciata e frutti rossi; polpo, mango e pistacchi; vitello cotto a bassa temperatura con il suo fondo, verdure brasate e panna acida; cheesecake di bufala, lampone e caramello salato: estro e tecniche moderne sono la base di un menu che sa stupire, che prende le mosse dalle tipicità del luogo ma le reinventa con piglio creativo. Il risultato convince, anche perché il posto è intimo ed elegante, con luci soffuse e uno staff preparato in sala. Si beve bene.
Timo – via F. Niccolò, 55 – 327 4254204 – timoristorante.it

Verace

Pizzeria. Per chi il cornicione lo mangia tutto, specie se alto e soffice, qui ci sono tonde per i suoi denti. Base sottile e bordo alto, quindi, giusto punto di cottura e condimenti generosi. In più sfizi fritti, salumi e formaggi, primi e secondi. Occhio alle proposte del giorno secondo estro e stagione. Qualche bibita e servizio alla mano. D’estate si mangia in giardino.

C’era una volta

Gelateria. Adele e Annamaria, un passato in tutt’altro settore, sono oggi fautrici di un gelato genuino, sostenibile, territoriale:

Paradiso 1973

Enoteca. Una gestione che si tramanda di generazione in generazione. In questo riferimento cittadino, nato come rivendita di coloniali, miscele di caffè sfuse e dolciumi, nel tempo l’offerta si è ampliata e diversificata. Caffetteria, gastronomia e soprattutto fornito luogo del vino, con centinaia di etichette, sannite, campane ed estere. È possibile degustarle in compagnia di pregiati taglieri, acquistarle o partecipare a eventi e incontri con i produttori.
Paradiso 1973 – via A. Mellusi, 31 – 0824 315565 – paradiso1973.it

Wellness e fine dining: le terme della Valle Telesina

 

#amemipiace Osteria Contemporanea

Ristorante. All’interno di uno storico e confortevole tre stelle rimesso a nuovo qualche anno fa, una sala minimale e di design conquista con un’intrigante proposta contemporanea. Un esempio? Le orecchiette di grano arso con melanzane affumicate, estratto di pomodorini freschi, crema di basilico e scaglie di parmigiano, se non si opta per una pinsa, come la Nerano con zucchine fritte e scaglie di Provolone del Monaco.
#amemipiace Osteria Contemporanea – Telese Terme – v.le Minieri, 32 - 0824 975353 - 392 4080721 - albergodonofrio.com

Krèsios

Ristorante. Un fine dining dove non te lo aspetti. Il “laboratorio” di Giuseppe Iannotti, che ha rivoluzionato le terre di famiglia - oggi con giardino botanico, orto, frutteto, allevamenti di razze autoctone - è una fucina di idee in movimento continuo. E i piatti sorprese che spiazzano. C’è anche la dark kitchen della ditta, 8pus, innovativo fish delivery.

La Locanda del Borgo dell'Aquapetra Resort & spa

Ristorante. Un suggestivo albergo diffuso con splendido centro benessere e orto interno. Nel ristorante largo alle produzioni locali, alla base di una proposta creativa che sa valorizzare il meglio del Sannio in ogni stagione. Stesso approccio con la cantina, per nulla banale.

a cura di Valentina Marino

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