Brutti di Mare a Milano. In Darsena il bistrot di mare con sorpresa: un centro di depurazione per molluschi

17 Ott 2016, 16:13 | a cura di

Ristorante bistrot di mare al piano di sopra, impianto di depurazione all'avanguardia al piano inferiore per portare in tavola ostriche, vongole, cozze e fasolari sempre freschi e certificati. L'idea originale dell'ultimo locale arrivato in Darsena. Piacerà ai milanesi? 


Brutti ma buoni. Osteria di mare alla milanese

Brutti di Mare hanno deciso di chiamarsi, facendo appello alle qualità nascoste di cozze, ostriche e fasolari che certo non inseguono la perfezione estetica. E si presentano sulla piazza attenta al look per antonomasia – quella milanese – al motto di “essere, non apparire”. Dichiarazione d'intenti forse fin troppo altisonante per un semplice ristorante di recente apertura, seppur di nuova concezione. Ma la sorpresa nascosta arriva dalla doppia anima del locale un po' retrò approdato in Darsena qualche giorno fa, con l'idea di strizzare l'occhio alle atmosfere di un'osteria di mare, coniugandole con le aspettative meneghine. Sì, perché il concept di Brutti di Mare porta con sé il desiderio di sentirsi a casa dei giovani soci che l'hanno ideato, Mirko De Rosa da Gallipoli e Valentino Pittau – che in Darsena gioca da responsabile del bar – da Sant'Antioco (riuniti nella società WIP). E se è vero che in città non mancano tante valide insegne che propongono cucina di pesce e sapori mediterranei (l'ultimo caso è lo street food marinaro made in Puglia di Pescaria, finora l'apertura più chiacchierata dell'autunno), la carta in più dell'ultimo esperimento che scommette sul traino della Darsena è un centro di depurazione dei frutti di mare ospitato all'interno del locale, il primo a disporre di una simile commodity in Lombardia. Ecco perché oltre a proporsi come valida alternativa per l'aperitivo (e non solo) Brutti di mare sarà in grado di accontentare la richiesta al dettaglio o all'ingrosso di frutti di mare.

Il centro di depurazione

Ma come interagiscono tra loro gli ambienti? Crescita, mantenimento e lavorazione dei prodotti ittici avverrà direttamente nelle vasche del piano inferiore, garantendo qualità, freschezza e sicurezza ai frutti di mare in arrivo da “filiera corta”, con il vantaggio di abbattere tempi e costi di trasporto e non “stressare” i molluschi con continui spostamenti e conseguenti cambi di temperatura. Gli impianti – due linee di depurazione autonoma a circuito chiuso, uno collegato alla vasca espositiva nell'area vendita - sono operativi da settembre scorso e possono depurare fino a 2mila chili di prodotto ogni giorno, tra cozze, fasolari, vongole e ostriche; qui i molluschi (in arrivo dall'Adriatico, provenienza francese per le ostriche) vengono tenuti in vita in contenitori isotermici a monitoraggio costante di temperatura, ossigenazione e salinità, per ricreare condizioni analoghe all'ambiente marino. E solo una volta ottenuto il certificato di idoneità il prodotto viene estratto, lavorato e insacchettato se destinato alla vendita, inviato al piano superiore se richiesto dalla cucina.

Il bistrot

Al piano strada, infatti, trova spazio il ristorante bistrot aperto dalle 10 alla mezzanotte per proporre frutti di mare e creazioni originali in due formule complementari, per un pranzo informale adatto per tutte le tasche o una cena più ricercata con proposte d'autore. L'autore in questione è lo chef romagnolo Giorgio Rattini, che vanta trascorsi in Accademia Marchesi, al Cambio di Torino e nella cucina di Carlo e Camilla in Segheria. In Darsena si cimenterà con la lavorazione di materie prime di cui esaltare la freschezza, principale peculiarità di questa sfida al sapore di mare. Ma sarà chiamato pure a interpretare la tradizione italiana. Tra linguine con vongole veraci, ginepro e zenzero, riso con cozze, fagioli e pecorino, trancio di spada, sedano rapa ed erbe aromatiche, fritto misto di paranza. Da bere bollicine, vini e drink in abbinamento.

 

Non solo cibo... Lo storytelling

A disegnare gli spazi, invece, ci ha pensato il team di CartaeMatita, traendo spunto dalle città marinare d'Europa, con uso diffuso di legno, corten, colori caldi e illustrazioni che richiamano lo stile dei volumi ottocenteschi. Dietro, come in ogni buona operazione di comunicazione che si rispetti, si intuisce la voglia di costruire una narrazione che possa affascinare il cliente ben prima che si avventuri a esaminare la carta di cucina. Lo dimostra il logo come la cura per i dettagli in sala, e tutte quelle attenzioni che piaceranno al pubblico milanese in cerca di un intrattenimento che non è solo gastronomico. Quel che è certo è che l'esperimento suscita curiosità. Vedremo se saprà conquistare la platea della Darsena.

 

Brutti di mare | Milano | piazzale Cantore, 3 | tel. 02 36584969 | www.bruttidimare.it

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