Cammino nelle Terre Mutate. Alla scoperta delle tradizioni artigianali nelle regioni colpite dal sisma

28 Giu 2018, 09:00 | a cura di

A quasi due anni dal sisma che ha sconvolto l'Italia Centrale, un itinerario insolito fa tappa in tutti i territori colpiti, facendo luce sulle produzioni artigianali locali. Gioielli, tessuti e tanto buon cibo. A dimostrazione del sostegno continuo che a distanza di tempo continua a rivolgersi alle regioni più in difficoltà. 

 

Il terremoto. Due anni dopo

Quando la geografia della città cambia drasticamente volto, cosa succede alle sue radici più profonde? Un percorso per non dimenticare, anzi: per ricordare e fare pace con un passato difficile da accettare, da Fabriano all'Aquila, passando per Matelica, Norcia, Amatrice e tanti altri borghi feriti da quel sisma che nell'estate 2016 ha squarciato l'Italia Centrale, abbattendo case, aziende agricole, ristoranti, negozi, imprese. Comuni che nella notte del 24 agosto sono rimasti sotto le macerie. L'intera area in ginocchio, il tessuto sociale disintegrato (oltre 200 vittime e un danno inestimabile alle attività commerciali), ma la voglia di rialzarsi. Un sentimento prepotente, frutto dell'orgoglio e l'umiltà delle genti del luogo, popolazioni che da sempre fanno i conti con una terra generosa, così tanto da diventare l'unica via di sostentamento, ma quanto mai ostica, aspra, a tratti durissima.

Le iniziative del mondo agroalimentare

Come spesso accade, però, il Paese ha risposto repentinamente, con iniziative di sostegno messe in piedi soprattutto nei settori agronomico e gastronomico, prime vittime della tragedia. #AMAtriciana, raccolta fondi nata da un'idea estemporanea di Paolo Campana è stata tra le prime e più visibili. Ma mese dopo mese, già all'indomani del sisma, in molti hanno contribuito alla ricostruzione, o meglio alla ripresa delle località. Per esempio RisorgiMarche, festival dedicato alle eccellenze marchigiane, oppure il progetto lanciato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Regione Umbria e Perugina, #RinascitaCastelluccio, ovvero un Villaggio per le Attività Produttive ed Economiche, pensato per consentire ai piccoli produttori e commercianti di continuare la propria attività grazie a capannoni e magazzini per lo stoccaggio e la vendita. E ancora Coraggio Marche, il sito che dà voce ai produttori colpiti e molti altri ancora. Per non parlare dell'esempio di caparbietà e sacrificio da parte di aziende come la Alberti Guido, che proprio nel pieno delle difficoltà ha trovato la tenacia per rinnovarsi, oppurei ristoranti di Norcia delocalizzati, che lo scorso Natale hanno riaperto i battenti con ritrovata energia.

Il percorso

Ecco, dunque, il percorso. Il Cammino nelle Terre Mutate, un itinerario speciale che può essere compreso solo dopo un'opportuna ricognizione della trasformazione radicale del campo agroalimentare del Centro Italia. Terre mutate, appunto, luoghi costretti a cambiare pelle ma che non hanno mai rinunciato al loro spirito autentico, un carattere fatto anche e soprattutto di colture, allevamenti, caseifici, aziende medio-piccole che nel tempo hanno edificato la personalità sfaccettata dei vari borghi. Anche su questo fa leva il progetto collettivo di ricostruzione morale e sociale, di turismo lento e sostenibile, che prende vita nell'Appennino che va da Fabriano a L'Aquila, ultima tappa del tour prevista per l'8 luglio. 200 chilometri (a piedi o in bicicletta) lungo i sentieri protetti, immersi nella natura più incontaminata, tragitti a tratti ancora obbligati, costellati da macerie. Ma vivi, plasmati da una luce che ti resta negli occhi, segno indelebile dei paesini che trovano ancora la forza di brillare. Fabriano, Matelica, Fiastra, Ussita, Visso, Arquata del Tronto, Norcia, Castelluccio, Campi, Accumoli, Amatrice, Campotosto, Collebrincioni: certo, il primo pensiero che rischia di balenare nella mente di chi queste località le ha conosciute prima di quel 24 agosto 2016 (per non parlare dell'Aquila, martoriata nella primavera 2009) è un sentimento di sconforto e mestizia. Da abbandonare immediatamente, perché questi sono territori da visitare con gioia e curiosità, al pari di tante altre mete italiane.

Le tradizioni artigianali come punto di partenza

Un'iniziativa promossa da Movimento Tellurico, APE Roma e FederTrek: “Stiamo ricevendo donazioni da ogni angolo d'Italia”, ha dichiarato Alberto Renzi del Movimento Tellurico al Fatto Quotidiano, “le useremo, tra le altre cose, per il sito web e per realizzare la segnaletica e la guida cartacea che uscirà nel marzo 2019”. I proventi serviranno a promuovere e dotare di infrastrutture il nuovo cammino. Per non dimenticare queste località profondamente attaccate alla memoria di una cultura storica, alla dignità dei propri abitanti, alla condotta esemplare di quanti sono tornati a viverle, le terre mutate, senza retorica, vittimismi e rimpianti: “A popolarle c'è gente determinata, che resiste e non getta la spunga”. Persone come Giuseppe Di Paola dell'associazione IoNonCrollo, nata per sostenere la ripresa economica della città di Camerino, oppure Roberto Sbriccoli di Back to Campi, villaggio turistico di Norcia pensato per riportare i visitatori nella Valle Castoriana, o Assunta Perilli, aquilana che ha recuperato l'arte della tessitura locale. Perché è proprio nelle tradizioni artigianali, nei costumi di un tempo e nei rituali del passato, che i borghi hanno trovato la forza per rinascere. Con l'intraprendenza e la volontà di chi non smette di credere nella propria terra. Un percorso della memoria, puntellato da ricordi e permeato dalla nostalgia più amara, che attraversa la strada tracciata dai pastori, costeggiando aziende, casali, orti e allevamenti. E che anche nel cibo trova la chiave di volta privilegiata per mostrare la bellezza locale che resiste.

Cammino delle Terre Mutate – percorso itinerante – dal 27 giugno all'8 luglio 2018 - camminoterremutate.org/terre-mutate/

a cura di Michela Becchi

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