Campania Stories 2019 report. Alla scoperta della grande viticoltura campana

3 Apr 2019, 16:00 | a cura di
Quattro giorni di assaggi, degustazioni, visite in cantina e nei vigneti. Si è appena conclusa l'edizione 2019 di Campania Stories.

Campania Stories 2019. L'evento

Campania Stories, il tradizionale appuntamento con i migliori vini della Campania quest’anno si è tenuto nel caratteristico borgo marinaro di Cetara, da sempre famoso per la Colatura d’Alici, una delle eccellenze della gastronomia della Costiera Amalfitana.

Dal 28 al 31 marzo, 88 aziende hanno presentato alla stampa italiana ed estera circa 250 vini tra bianchi, rossi e qualche rosato. Le degustazioni sono state accompagnate da visite sul territorio per approfondire la conoscenza di una regione dai mille volti.

La Campania: culla di biodiversità e caratteristiche pedoclimatiche

La Campania può vantare, non solo origini antichissime nel campo della viticoltura, ma anche la presenza di alcuni tra i vitigni più importanti del nostro patrimonio ampelografico, come il fiano, il greco, la falanghina e l’aglianico. La regione, culla di straordinaria biodiversità, ha conservato anche molte altre varietà autoctone, che oggi sono vinificate in purezza o in assemblaggio all’interno d’importanti denominazioni: pallagrello bianco, catalanesca, coda di volpe, caprettone, ginestra, fenile, ripoli, pepella, biancolella, asprinio, forastera, pallagrello nero, casavecchia, piedirosso, scascinoso e tintore, solo per citare le più conosciute.

Oltre a una molteplicità di vitigni, la Campania vanta areali produttivi dalle caratteristiche pedoclimatiche diverse: dalla viticoltura mediterranea della Costa d’Amalfi, all’area del Cilento e del Casertano, dalle terre vulcaniche dei Campi Flegrei e del Vesuvio, alle zone più interne e continentali dell’Irpinia e del Beneventano. Un vero mosaico di territori, che contribuisce a rendere ancora più vario e interessante un viaggio in questa meravigliosa terra che la manifestazione Campania Stories promette di esplorare.

Una monumentale vigna antica di Tramonti

Le monumentali vigne prefillossera di Tramonti

Grazie alla presenza di zone con suoli vulcanici o sabbiosi, la Campania ha conservato un importante patrimonio di vecchie vigne prefillossera.

Proprio in Costiera Amalfitana sopravvive un vigneto dal valore storico inestimabile. Si tratta della vigna di tintore della Tenuta San Francesco a Tramonti. Dimenticatevi gli ordinati filari a spalliera, qui si entra in una sorta di foresta primordiale della vite, abitata da monumentali piante di 200 o 300 anni, che salgono quasi a due metri prima di ramificarsi in un intricato tendone di lunghi tralci rampicanti. Le viti hanno possenti tronchi contorti, che ricordano le forme di sinuose sculture lignee. Testimoni viventi di un tempo lontano, ancora oggi producono uva per realizzare uno dei vini di punta della tenuta: È Iss. Si tratta di un’etichetta che rappresenta la memoria storica, non solo della Tenuta San Francesco, ma più in generale della viticoltura.

In questa piccola valle, che sale dal mare verso i Monti Lattari, il tempo sembra aver smarrito la strada. Le vigne non hanno mai conosciuto il flagello della fillossera, il reimpianto con piede americano e il moderno rinnovo periodico. Qui la vite è sovrana assoluta della natura. Per secoli ha visto il lento mutare del paesaggio circostante al cospetto della sua immobile presenza. Le vigne di Tramonti sono il simbolo vivente della storia della vite. Passeggiare tra piante di tintore è un’esperienza emozionante e indimenticabile, una sorta di viaggio nel tempo, che ci riporta in un passato lontano. Dobbiamo ringraziare i viticoltori di Tramonti per avere gelosamente conservato e tramandato questo straordinario patrimonio, che ogni appassionato dovrebbe visitare, quasi si trattasse di una sorta di pellegrinaggio in onore di Bacco. Noi ne abbiamo avuto l'opportunità proprio in occasione di Campania Stories.

Il logo della manifestazione Campania Stories

L’annata 2018 in Campania

In Campania la vendemmia 2018 è stata caratterizzata da condizioni climatiche piuttosto complesse. L’inizio dell’inverno è stato mite e il freddo è arrivato solo verso febbraio-marzo con precipitazioni temporalesche, temperature rigide e nevicate a bassa quota. La primavera è stata fresca fino ad aprile, con un ritardo nel germogliamento rispetto alle medie stagionali. La successiva alternanza di frequenti precipitazioni e giornate calde, ha causato una forte pressione della peronospora, a cui si sono aggiunti i danni di due violente grandinate, che hanno colpito il Sannio e la valle del Sabato. L’estate è stata calda e siccitosa fino ad agosto, per proseguire poi con un clima più variabile e precipitazioni nelle zone interne. I mesi di settembre e ottobre sono stati piuttosto miti, ma con presenza di fenomeni temporaleschi. Nel complesso è stata un’annata difficile da interpretare, con rese in vigna abbastanza elevate, ma con una qualità disomogenea.

I bianchi della Campania e l'annata 2018

Su una superficie vitata di circa 25 mila ettari, i bianchi rappresentano una percentuale del 46%. Nonostante non arrivino neppure alla metà, le uve a bacca bianca sono la vera eccellenza del territorio campano. Durante le giornate di degustazione di Campania Stories è emersa la particolare vocazione della regione a realizzare grandi bianchi, sia dalle vigne terrazzate della Costa d’Amalfi, che nelle aree più interne dell’Irpinia e del Beneventano. La produzione è di livello assoluto, con vini già piacevoli da giovani e capaci di evolvere nel tempo con ottime prospettive d’invecchiamento.

Per i bianchi l’annata 2018 può considerarsi buona, ma certo non tra le migliori degli ultimi anni. Le uve sono arrivate a maturazione con acini grossi e uno spessore delle bucce sottile, che ha determinato un rapporto solido/liquido a favore di quest’ultimo. Le acidità sono piuttosto elevate e i pH bassi. I vini del 2018 hanno messo in luce un volto ancora un po’ acerbo, con presenza di qualche leggera sfumatura vegetale. La struttura è piuttosto sottile ed esile, con un centro bocca un po’ carente di frutto e un finale di vibrante freschezza.

Campania stories, La degustazione dei bianchi con i bicchieri

Bianchi. I migliori assaggi da Campania Stories

Caprettone Pietrafumante Metodo Classico 2015, Casa Setaro

Irpinia Coda di Volpe 2017, Traerte

Lacryma Christi del Vesuvio Bianco Superiore Vigna Lapillo 2017, Sorrentino

Catalanesca del Monte Summa Catalunae 2017, Tenuta Augustea

Costa d’Amalfi Furore Bianco Fiorduva 2017, Marisa Cuomo

Costa d’Amalfi Ravello Bianco Vigna Grotta Piana 2017, Ettore Sammarco

Costa d’Amalfi Tramonti Bianco Per Eva 2017, Tenuta San Francesco

Falanghina del Sannio Senete Cru Janare 2017, La Guardiense

Falanghina del Sannio Biancuzita 2016, Torre a Oriente

Campi Flegrei Falanghina Vigna Astroni 2016, Astroni

Campi Flegrei Falanghina Cruna DeLago 2016, La Sibilla

Fiano di Avellino 2017, Pietracupa

Fiano di Avellino 2017, Traerte

Fiano di Avellino Tognano 2016, Rocca del Principe

Fiano di Avellino APE 2016, Petilia

Fiano di Avellino Alimata 2016, Villa Raiano

Greco di Tufo 2017, Di Meo

Greco di Tufo Pietra Rosa 2017, Di Prisco

Greco di Tufo Vigna Cicogna 2017, Benito Ferrara

Greco di Tufo Terrantica 2017, I Favati

Greco di Tufo Quattroventi 2017, Petilia

Greco di Tufo 2017, Pietracupa

Greco di Tufo Torrefavale 2017, Cantine dell’Angelo

Sannio Greco Vento 2014, Capolino Perlingieri

I rossi della Campania

Tra i rossi due sono i vitigni che la fanno da padrone: il piedirosso e l’aglianico. Il primo, soprattutto nell’area dei Campi Flegrei e del Vesuvio, regala vini di grande piacevolezza di beva. Superata una certa tendenza alla riduzione, spesso riscontrata in passato, il Piedirosso si esprime con fragranti note fruttate, tannini delicati e una freschezza equilibrata.

L’aglianico viene coltivato un po’ ovunque, ma le due denominazioni di riferimento restano l’Aglianico del Taburno nel beneventano e Taurasi in Irpinia. I vini del Taburno hanno confermato una tendenza alla concentrazione e alla potenza, con profili ricchi e una trama tannica spesso ancora piuttosto ruvida e scontrosa. In generale necessitano ancora di tempo in bottiglia prima di raggiungere la giusta armonia espressiva. L’area di Taurasi ha offerto assaggi piuttosto discontinui. Produce eccellenze di alto livello, ma anche vini ancora troppo giovani e irruenti o al contrario, che hanno prematuramente raggiunto e spesso oltrepassato, il punto di maturità.

Campania stories, La degustazione dei rossi con i bicchieri

Rossi. I migliori assaggi da Campania Stories

Campi Flegrei Piedirosso 2017, Agnanum

Campi Flegrei Piedirosso 2015, Contrada Salandra

Sannio Sant'Agata dei Goti Piedirosso Artus 2017, Mustilli

Lacryma Christi del Vesuvio Don Vincenzo 2014, Casa Setaro

R12 2012, Nanni Copé

Terra di Lavoro 2016, Galardi

Aglianico del Taburno Rosso Riserva Vigna Cataratte 2010, Fontanavecchia

Irpinia Aglianico Magis 2015, Antico Castello

Aglianico 2017, Donnachiara

Irpinia Campi Taurasini Costa Baiano 2015, Villa Raiano

Taurasi Fren 2015, Stefania Barbot

Taurasi Opera Mia 2013, Tenuta Cavalier Pepe

Taurasi 2013, Contrade di Taurasi

Taurasi 2009, Perillo

Aglianico 2011, Viticoltori De Conciliis

a cura di Alessio Turazza

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