Carni e sicurezza alimentare. Attenzione al pollo importato da Brasile, Argentina e Polonia: aumentano le contaminazioni

24 Ott 2014, 07:39 | a cura di
Si discute di sicurezza alimentare e sostenibilità applicate alla zootecnia durante le Fiere Zootecniche Internazionali in corso a Cremona fino al 25 ottobre. E l’allarme arriva dalla carne di pollo, la più consumata al mondo e in Italia, che fa registrare un aumento delle contaminazioni del 40%. Maglia nera per Brasile, Argentina e Polonia. Mentre l’Italia si dimostra virtuosa e rispetta le normative.

A Cremona sono in corso (fino al 25 ottobre) le Fiere Zootecniche Internazionali. E come non affrontare il tema della sicurezza alimentare? Sono sempre più numerose le sollecitazioni che raggiungono consumatori spesso non messi nella condizione di discernere i prodotti sani e di qualità da quelli contraffatti o contaminati. Questo perché, per fortuna, l’interesse per ciò che acquistiamo e portiamo in tavola riveste al giorno d’oggi un ruolo di primo piano, come dimostra la recente mobilitazione dell’opinione pubblica per l’allarme pizza lanciato da Report (attenzione però a non degenerare nell’allarmismo).
Preoccupanti i dati che emergono sul versante carne, che ha fatto registrare, nel corso del 2013 in Europa, un aumento del 40% delle contaminazioni negli alimenti a base di pollo, soprattutto se importati da Brasile, Argentina e Polonia. A dimostrazione di quanto il benessere degli animali da allevamento, l’uso degli antibiotici e la contaminazione dei cibi siano tematiche attuali e necessitino di una messa a fuoco, per limitare i danni collaterali.
La carne di pollo è infatti la più consumata dalla popolazione mondiale, un dato che continuerà a crescere nei prossimi anni e riguarda anche l’Italia. Nel nostro Paese i controlli effettuati a campione hanno sempre dimostrato un uso corretto degli antibiotici negli allevamenti di polli riproduttori e galline ovaiole, ma la soglia dell’attenzione deve sempre restare alta. E infatti l’Italia, come gran parte dei Paesi membri dell’UE, gli Stati Uniti, il Giappone e l’Australia, si sta impegnando per limitarne l’utilizzo, mentre in allevamenti cinesi, indiani o brasiliani il controllo è sensibilmente minore. Di pari passo dovrebbe poi procedere l’ottimizzazione di strutture e tecnologie per migliorare il benessere dell’animale, così da garantirne lo stato di salute; anche in questo caso la maggior parte degli allevatori italiani di polli soddisfa i requisiti della normativa.
E prevenire le contaminazioni si può, con alcuni fondamentali accorgimenti: osservare buone pratiche igieniche quali refrigerazione, separare le carni rosse dalle bianche, pulire sempre piano di lavoro, utensili e contenitori, cuocere al cuore la carne.

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