Crisi dei supermercati, Ipercoop rilancia con un nuovo format a EURoma2

6 Set 2017, 16:00 | a cura di

Per il restyling totale del punto vendita del multistore EURoma2 firmato da Paolo Lucchetta, Ipercoop ha investito più di 2,5 milioni di euro. E il nuovo ipermercato si riempie di contenuti più accattivanti per il cliente, come il caseificio di Roberto Battaglia, per contrastare la crisi del settore. Inaugurazione il 7 settembre.


La crisi del supermercato tradizionale. Come si supera?

Da chi cerca cibi sani a chi li vuole anche locali, passando per chi li vuole rispettosi delle ideologie più disparate, fino a quelli che “se mangio bene io, deve mangiar bene anche il mio cane/gatto/coniglio”. E poi ci sono le intolleranze, la ricerca di prezzi contenuti, la freschezza e chi più ne ha più ne metta. Ma su tutto un imperativo regna sovrano: quello del “sempre e subito”. Insomma, la domanda cui la Grande Distribuzione Organizzata (GDO), i supermercati per intendersi, deve rispondere è estremamente variegata e difficile da soddisfare. Non c'è quindi da sorprendersi che la macchina, almeno negli ultimi anni, faccia fatica a tenere il passo con i tempi.

Rivedere la politica degli approvvigionamenti non basta, spostare gli investimenti pubblicitari sui social network può essere parte della soluzione, ma per assistere a un vero rilancio dell'offerta servono operazioni congiunte e strutturate. Ergo: un forte investimento. Anche perché i consumatori acquistano da casa e si fanno spedire gratis e dunque occorre inventarsene una al giorno per convincerli a frequentare punti vendita che altrimenti ha sempre meno senso frequentare.

Ecco quindi che Unicoop Tirreno ha deciso di investire una cifra che supera i 2,5 milioni di euro per ristrutturare totalmente il punto vendita Ipercoop all'interno del centro commerciale capitolino EURoma2.

La nuova Ipercoop

Un progetto ambizioso che punta tutto su fruibilità e design senza tralasciare qualità e ricercatezza della materia prima (ricordando che sembra nella pancia di Coop è stato concepito il supermercato del futuro di Carlo Ratti).

L'ipermercato non è più il motore del centro commerciale. Non è più suo il compito di catalizzare i flussi per poi redistribuirli nel resto dell'offerta” spiega Armando Picuno, Direttore commerciale e supply chain di Unicoop Tirreno. “L'ipermercato moderno deve integrarsi nel centro commerciale, deve essere parte integrante di una grande realtà. È su questo concetto che si basa la ristrutturazione. Abbiamo voluto semplificare l'accesso al pubblico con due ingressi, dare indicazioni precise e servizi utili come i punti ristoro, la tavola calda, postazioni dedicate ai produttori per mostrare le lavorazioni di ciò che offrono sullo scaffale. Tra tutti abbiamo molta fiducia nel settore dedicato al benessere che prevede la presenza fissa di un'ottica e di una farmacia. La fruizione degli spazi e il colpo d'occhio sono questioni fondamentali ed è proprio per questo che ci siamo rivolti a Paolo Lucchetta, un architetto che, con il suo studio, ha già lavorato in realtà di questo tipo. Insomma, abbiamo voluto creare un modello di servizio che sia coerente con le esigenze dei consumatori”.

Il caseificio interno

In un box completamente vetrato è stato creato il caseificio di Roberto Battaglia. Munto nei pascoli pontini, il latte di bufala impiega circa un'ora per raggiungere l'Ipercoop, dove verrà trasformato in mozzarella. Con questa formula il pubblico avrà quindi la possibilità di acquistare un prodotto con meno di due ore di vita e di osservarne la realizzazione direttamente dalle vetrate.

La figura di questo casaro dall'aspetto burbero merita una piccola parentesi. Da pochi giorni, infatti, dalla scorta dei Carabinieri è passato a quella della Guardia di Finanza. Il perché è presto svelato. Alle sue innumerevoli attività legate al settore lattiero caseario, Battaglia ha aggiunto la gestione di attività sequestrate al mondo del crimine. Si tratta di due forni e tre piccoli alimentari a Ostia, che sono già stati oggetto di atti intimidatori.

Il design

Firmato da Paolo Lucchetta, studio RetailDesign, il progetto prevede una sinergia tra circa quaranta micro architetture, cui è affidato il compito di fornire suggestioni da colpo d'occhio che guidino il pubblico nella scelta. “Questa enorme piazza della cultura del cibo” spiega Lucchetta “richiede luoghi meno monotoni. Per questo abbiamo concepito gli spazi sulla centralità della questione food, abbiamo voluto affidare un grande ruolo agli 'ambienti narrativi' sfruttando principalmente l'illuminotecnica più avanzata e l'impiego di materiali ben precisi per ambienti che abbiano un tono domestico, ad esempio, per il reparto dedicato agli utensili da cucina. Più che una scommessa, direi che ci troviamo di fronte a una presa di coscienza”.

 

a cura di Saverio De Luca

 

 

 

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