Dalla teahouse a Starbucks. A Kyoto la nuova caffetteria del gruppo in una storica machiya. E si beve sul tatami

28 Giu 2017, 13:00 | a cura di

L'edificio risale al periodo Edo, costruito secondo i dettami dell'edilizia popolare in legno, nel distretto dei celeberrimi templi di Kyoto. E ora diventa l'ennesima sede della catena Starbucks in Giappone. Ma con caratteristiche molto particolari, che valorizzano la storia e il design del luogo. 


Un tuffo nel passato. Le machiya giapponesi

Dall'esterno l'aspetto è ancora quello di una storica townhouse, una di quelle caratteristiche case in legno giapponesi che all'immaginazione di noi occidentali evocano subito storie di geishe e samurai. Oltre il folclore un po' macchiettistico del genere, i costruttori giapponesi hanno una lunga consuetudine con la progettazione di abitazioni in legno, le cosiddette machiya tipiche dell'edilizia popolare originariamente destinate a mercanti e artigiani, e particolarmente diffuse in una delle città che meglio preserva le tradizioni nipponiche, Kyoto. Tanto che, proprio nella “città dei mille templi”, capitale del Giappone per oltre un millennio, queste townhouse che ancora caratterizzano il tessuto urbano del centro cittadino sono state ribattezzate kyomachiya. Introdotte da un angusto ingresso affacciato su strada, spesso le machiya nascondono piccoli giardini e corti interne, dietro ai locali un tempo destinati al commercio, e a collegare gli ambienti residenziali (generalmente una sequenza di stanze disseminate di tatami) dove si svolgevano le tradizionali attività casalinghe e il ricevimento degli ospiti. Ma anche a Kyoto l'urbanizzazione galoppante degli ultimi vent'anni ha portato alla distruzione di molte abitazioni tradizionali, su cui pesa anche l'elevato dispendio di soldi ed energie necessari per la manutezione. Così, per preservarle, sono sorte diverse associazioni di tutela, che oggi garantiscono la sopravvivenza di un nucleo significativo di case in legno.

Starbucks a Kyoto. Nella vecchia teahouse

Proprio in uno di questi edifici, tra pochi giorni, aprirà i battenti il primo Starbucks nella storia del gruppo statunitense ispirato a un locale tradizionale giapponese, con tatami, cuscini, arredi in stile e molti elementi peculiari di interior design. In tutto il Giappone la celebre catena di caffetterie conta più di 1100 punti vendita, ma tutti orientati al credo aziendale, che, pur sperimentando nuove formule architettoniche, ha sempre mantenuto saldo uno stile di stampo internazionale, da Chicago a Istanbul, passando per Tokyo, Londra e Parigi (scopriremo tra un anno cosa succederà in piazza Cordusio, a Milano). Il nuovo caffè di Kyoto, invece, nasce non molto distante dall'area dei templi – nella celebre Ninenzaka, tra le strade meglio conservate del distretto di Higashiyama, in vista del tempio Kiyomizu-dera – in un edificio risalente alla metà del Seicento, costruito durante il periodo Edo. E la ristrutturazione degli spazi - che fino al 2005 hanno ospitato una teahouse - ha tenuto conto degli elementi preesistenti, con l'idea di valorizzare la storia dell'edificio e le tradizioni della città, mantenendo intatta anche la facciata in legno in stile daibei.

Un caffè sul tatami

Quindi l'ingresso sarà segnalato dalla caratteristica cortina di stoffa (il noren) che scherma l'uscio di tante abitazioni e locali popolari giapponesi, bollata però dalla sirena distintiva di Starbucks. Una volta all'interno, i clienti saranno accolti dal bancone del bar, ispirato per forma, materiali e colori alle tipiche lanterne orientali, e chi preferisce potrà accomodarsi nelle corti all'aperto, tra giardini e fonti rituali (le cosiddette tsukubai). Al secondo piano, invece, ci si accomoda sui tatami, solo dopo aver tolto le scarpe, per godere di una pausa caffè (o, per restare in tema, matcha pudding e tè verde) che evoca atmosfere d'altri tempi. Una cinquantina i posti a disposizione. Inaugurazione prevista: 30 giugno. C'è un posto sulla terra dove Starbucks è incapace di arrivare?

 

a cura di Livia Montagnoli

 

 

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