Deliveristo: il food delivery dei ristoratori

23 Mag 2019, 14:49 | a cura di
Un servizio di consegna che connette produttori e ristoratori, eliminando tutti gli intermediari. È l'idea semplice, ma in Italia ancora innovativa, dei ragazzi di Deliveristo, il food delivery dei ristoratori.

Dalle mani dei produttori direttamente a quelle dei ristoratori, con la garanzia di un team di giovani imprenditori, alcuni con laurea alle spalle all'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.

Deliveristo. Come funziona

Il ristoratore entra nella piattaforma ideata dal team di Deliveristo, fa il suo ordine e riceve il tutto nel giro di pochissimi giorni. Un Amazon Prime del food, dunque, che migliora il rapporto qualità/prezzo delle forniture ai ristoranti accorciando la filiera. I nostri produttori sono stati selezionati da me e Gabriele Angeleri – ci racconta Erica Fifield (Responsabile produttori) – sulla base del network che ci siamo costruiti durante gli anni dell'università”. Oltre a Erica e Gabriele, sono coinvolti nel progetto i due fondatori Ivan Aimo e Luca Calia - “che un anno e mezzo fa hanno lasciato il lavoro in un'azienda che si occupava di finanziamenti a startup, per concretizzare la loro idea” - e altri sei ragazzi, tutti con un'età compresa dai 26 ai 31 anni.

I produttori coinvolti da Deliveristo

Su Deliveristo si trovano ovviamente prodotti di ogni genere: pasta, riso, formaggi, salumi, conserve, carne e pesce, oli, aceti. “E se tra i prodotti presenti non c’è ancora quello che soddisfa le esigenze del ristoratore, basta richiedere una ricerca personalizzata”. A oggi nella piattaforma si trovano un centinaio di produttori, come per esempio le aziende agricole Bezzi, Nonno Andrea o Cascina Lago Scuro, chi produce formaggi o mozzarelle come I sapori delle Vacche Rosse e la famiglia Chirico, e ancora il pastaio Bossolasco, ItaliaTartufi o i norcini Luiset.

“Con un click i ristoratori possono acquistare direttamente dai produttori, avendo un unico interlocutore – noi! - che gestisce la logistica con i fornitori e semplifica gli aspetti burocratici come l’emissione di una fattura unica e riepilogativa a fine mese”. Tutto questo, gratuitamente: anche le spese di trasporto che sono a carico del mittente. “E la prima la sponsorizziamo noi, per dar modo a entrambe le parti di comprendere come funziona il nostro servizio”.

I ristoranti coinvolti

Attualmente i prodotti di Deliveristo si possono trovare nell'hinterland milanese, a Torino e principalmente a Milano. Qualche esempio? Al Mercato, Enoteca Naturale, Champagne Socialist, Forno Collettivo, Exit, Porcobrado o Tipografia Alimentare. Proprio a Mattia Angius di Tipografia abbiamo chiesto come si trova con questo servizio: “Molto bene, è il giusto compromesso tra un fornitore e un piccolo produttore. Da una parte, non vogliono venderti qualcosa perché ce l'hanno per esempio in magazzino (loro il magazzino proprio non ce l'hanno), dall'altra hanno una comoda piattaforma con un parco prodotti sempre più strutturato e di qualità. Ci siamo trovati subito allineati per quel che riguarda la scelta dei produttori – non a caso hanno frequentato la stessa università – con molti dei quali già ci lavoravamo. Poi c'è un rapporto diretto, efficace e vicendevole: se ho bisogno di un prodotto in particolare, si attivano nella ricerca. E, viceversa, se scopro un produttore nuovo, glielo comunico. Infine, c'è la comodità di un portale online, al quale possiamo accedere anche a fine servizio, e della fatturazione unica, il tutto praticamente senza ricarichi. Insomma, mi trovo talmente bene che tra un po' sarò anche io uno dei loro produttori con le erbe e i funghi”.

Logiche commerciali di Deliveristo

Ma dove sta il guadagno dei ragazzi di Deliveristo? “Chiediamo al produttore una percentuale sul venduto, percentuale che cambia a seconda delle categorie. È questo accordo che ci ha permesso di convincere in pochissimo tempo molti produttori, perché praticamente si tratta di un rapporto commerciale a costo zero”. Un sistema vincente che ha convinto anche gli investitori privati, che hanno scommesso, praticamente a scatola chiusa, 130mila euro, e ora si accingono a investire un altro mezzo milione di euro. Ogni tanto c'è chi ha fiducia nei giovani anche in Italia e l'ecosistema delle start up ne beneficia.

www.deliveristo.com

a cura di Annalisa Zordan

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