Divieto di riportare la Regione in etichetta. E i vignaioli indipendenti annunciano disobbedienza civile

9 Ott 2014, 16:19 | a cura di
La Fivi, che ad oggi conta ottocento iscritti tra i vignaioli indipendenti, ha annunciato una presa di posizione contro la norma contenuta nel regolamento europeo 1308/2014, che vieta di riportare la regione di appartenenza sull’etichetta di un vino qualora dovesse coincidere con una DO o una IG non prodotta dall’azienda. E i vignaioli promettono di autodenunciarsi se la norma non sarà modificata entro la fine del 2014.

Riportare la propria regione di appartenenza sull'etichetta di un vino? Adesso non è più possibile se questa coincide con una DO o una IG non prodotta dall'azienda. Pena una pesante multa. Ed è subito polemica. Tanto che la Fivi (Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti) ha annunciato disobbedienza civile a partire dal primo di gennaio, se la norma – contenuta dal Regolamene Europeo 1308/2014 e accolta dal Testo Unico della Vite e del Vino – non verrà abolita.
Ma come funzionava fino ad ora? La norma era già valida per tutti i materiali aziendali, etichette a parte. Per cui eranogià passibili di sanzioni tutte le aziende che riportavano sui loro materiali di comunicazione, dai siti internet alle brochure ai cataloghi dei prodotti ai cartoni personalizzati, il nome della loro regione di appartenenza, lì dove questa coincide con una Do o una Ig. “Non è accettabile” è il commento dei Vignaioli Indipendenti “che, ancora una volta, la burocrazia imponga assurdi costi alle imprese che lottano ogni giorno per la propria sopravvivenza, a fronte non di un beneficio ma addirittura di un danno. Per questo chiediamo che entro il 31 dicembre 2014 tale norma venga modificata”.
Se la cosa non avvenisse i vignaioli indipendenti, ad oggi circa 800 iscritti da tutta Italia, annunciano che si autodenunceranno, agendo coscientemente in violazione della legge. Come? Pubblicando in grande evidenza sui loro siti aziendali la loro regione di appartenenza. “È un’azione forte ma sentiamo il dovere di far sentire la nostra voce per tutelare gli interessi di tutti i vignaioli italiani” dice la presidente Matilde Poggi“I nostri vini sono i portavoce delle zone viticole di tutta Italia, sono messaggi in bottiglia che parlano a tutto il mondo del nostro Paese. Insieme a tutti i nostri colleghi produttori del comparto agroalimentare nazionale siamo ambasciatori della nostra terra; ma come possiamo raccontarla al mondo senza nemmeno poterla citare?”

L.S.

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