Election Day. La Food policy del futuro presidente USA: Hillary e Trump su obesità, Ogm, fame

8 Nov 2016, 15:30 | a cura di

Il diavolo e l'acqua santa, forse solo in apparenza. Mentre gli americani scelgono il futuro presidente degli Stati Uniti, noi facciamo il punto sulle posizioni dei candidati in materia di sicurezza alimentare, sostenibilità, obesità, buoni pasto. Opposte, ma non sempre. 


La food policy del futuro presidente

Hanno detto che una campagna elettorale così, negli Stati Uniti, non s'era mai vista. E non certo per elogiarla. Nelle ultime settimane Hillary Clinton e Donald Trump hanno combattuto in mondovisione senza esclusioni di colpi, tra scandali sessuali, accuse reciproche, gossip e frasi poco opportune, con buona pace di chi avrebbe preferito ascoltare qualche buona ragione per votare repubblicano o democratico, schierarsi col tycoon all'esordio politico o dalla parte della prima donna in lizza per la Casa Bianca. E così, a poche ore dalla chiusura dei seggi, molti si recheranno a votare con le idee confuse e senza troppa cognizione di causa sui programmi elettorali dei due candidati. Che pure una linea di condotta per il futuro, a patto di riuscire a mantenerla, devono averla studiata. E se la partita si giocherà principalmente sulle dichiarazioni in materia di politica estera, immigrazione, terrorismo e criminalità, economia e misure sociali, sono molti gli argomenti satellite che un buon capo di stato deve tenere a mente. Food policy compresa, considerati anche gli sforzi compiuti finora dall'amministrazione Obama (e particolarmente dalla first lady Michelle) per sensibilizzare l'America in materia di educazione e sicurezza alimentare.

Lasciando da parte il gossip che ha scandagliato le abitudini alimentari dei pretendenti al trono, le problematiche che il futuro presidente si troverà ad affrontare in materia alimentare sono quelle che da sempre affliggono l'America: il tasso di obesità crescente, un aumento esponenziale di intolleranze e malattie alimentari (che il Center for Disease Control and Prevention riconduce alle falle del sistema di sicurezza e prevenzione, tra carne contaminata, abuso di pesticidi e diserbanti agricoli, noncuranza delle condizioni igieniche), l'annoso dibattito su Ogm e cibi geneticamente modificati. Tematiche strettamente connesse alla politica economica, come a quella sanitaria e occupazionale. Sulla vicenda, in rete, circola un approfondito focus di John Robbins, presidente dell'associazione Food Revolution, che ha analizzato nel dettaglio le posizioni di Hillary e Trump circa sicurezza alimentare e sostenibilità.

 

Diritto al cibo. Buoni pasto e programmi alimentari

A tal proposito, in caso di vittoria, l'ex first lady punterà a incrementare il programma di assistenza (SNAP) già varato da Obama, con l'obiettivo di garantire l'accesso a cibo fresco e certificato per tutti. Diversa e provocatoria la posizione di Trump, che considera risolta l'emergenza fame per molte famiglie indigenti americane (così ha dichiarato in passato) e punterebbe a ridimensionare un programma di buoni pasto ritenuto troppo dispendioso per le casse pubbliche.

Ogm ed etichette

In materia di Ogm, Hillary si affida a Tom Vislack, fervente sostenitore delle tecnologie e dell'innovazione alimentare, miglioramenti genetici inclusi, ma per altro verso supporter di agricoltura biologica, mercati contadini e km 0. Tutto e il suo contrario. E i detrattori della Clinton non mancano di sottolineare l'appoggio economico ricevuto in campagna dalla Monsanto. Preferisce nicchiare Donald Trump: gli interessi economici e politici in ballo l'hanno finora persuaso a evitare la questione, pur strappando un sì non troppo convinto a favore degli Ogm. Opposto anche il pensiero sulla legge che dovrà regolamentare l'etichettatura dei prodotti, specificando gli ingredienti: necessaria per Hillary, trascurabile per Trump.

Obesità infantile ed educazione alimentare

Per affrontare la piaga dell'obesità, invece, Clinton scommette sull'educazione alimentare nelle scuole (ma uno degli innumerevoli scandali esplosi in campagna la vorrebbe vicina alla Coca Cola per alleggerire la cosiddetta soda tax: solo illazioni?). Per contro Trump non ha mai fatto mistero della sua passione per il junk food e per le grandi catene di fast food americane; però si è detto intenzionato a valorizzare il ruolo dello sport nelle scuole, per supplire al budget limitato di cui dispongono le mense per approntare i pasti degli studenti.

Ancora in materia di sicurezza, Hillary dichiara guerra all'uso degli antibiotici negli allevamenti, Trump non si pronuncia; Hillary sostiene i piccoli produttori agricoli e l'energia sostenibile, Trump propone di ridurre le tasse per i proprietari terrieri.

Astuzia, propaganda o verità? A chi vincerà l'onere di mantenere le promesse.

 

a cura di Livia Montagnoli

 

 

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