Etna Doc, da fenomeno a eccellenza: torna Sorsi dell’Etna. A Palermo la degustazione

8 Mar 2014, 10:36 | a cura di
Dieci anni con la marcia ingranata che oggi fanno dell'Etna Doc una delle più prestigiose denominazioni italiane. Tanto prestigiosa da non aver bisogno della campana della Doc Sicilia.

Il 9 marzo i vini dell'Etna si bevono a Palermo al Grand Hotel Villa Igiea per la sesta edizione di Sorsi dell'Etna: circa 40 le aziende presenti con i loro vini vulcanici. Un modo per festeggiare i buoni risultati di un'annata che promette bene. “Non ci sono ancora i dati ufficiali del 2013” dice a Tre Bicchieri il presidente del Consorzio Giuseppe Manninoma le uve sono state abbondanti e, nonostante la pratica del diradamento seguita da molte aziende, prevediamo un notevole incremento della produzione rispetto allo scorso anno”. Gli ultimi dati disponibili parlano di una superficie vitata pari a 650 ettari e di una produzione di circa 3,13 milioni di kg d’uva. La parte del leone la fa, naturalmente la versione rossa, con 2,4 milioni di Kg. E se inizialmente si parlava di fenomeno Etna, oggi è più che altro una realtà ben solida e affermata: “Si pensi che nel 2002 le aziende imbottigliatrici erano appena sei” rivela Mannino “oggi sono circa 80, mentre la superficie vitata ha subito in media un aumento di 50 ettari all'anno”. Dieci anni con la marcia ingranata che oggi fanno dell'Etna Doc una delle più prestigiose denominazioni italiane. Tanto prestigiosa da non aver bisogno della campana della Doc Sicilia: per scelta, infatti, i produttori hanno preferito continuare a riportare in etichetta sola la dicitura Etna Doc.“Niente in contrario alla denominazione unica” spiega il presidente “Ma nel nostro caso non porterebbe nulla di più, anzi creerebbe solo confusione: il brand Etna Doc è già molto forte di per sé. E poi sfido chiunque a non saper identificare l'Etna con la Sicilia, anche all'estero”. L'estero che al momento per i vini dell'Etna rappresenta una delle maggiori destinazioni: “Il mercato americano sta andando alla grande, ma anche quello europeo. I Paesi emergenti, come Cina e Brasile, cominciano ad incuriosirsi, ma sono ancora troppo impreparati a questo tipo di vino. In ogni caso non puntiamo alla produzione di massa, rimaniamo comunque una nicchia di mercato, lontana dai grandi numeri”. E l'Italia? “Il mercato italiano appare fin troppo depresso, e non solo per il nostro vino” continua Mannino “Così come le manifestazioni ad esso legato. Penso ad esempio al Vinitaly che negli ultimi tempi ci sembra troppo statico. Il futuro è l'estero”. Prossimo appuntamento in loco è il 14 aprile alla cantina Graci con Contrade dell'Etna, la degustazione annuale dei Cru del Vulcano che riunisce tutti i produttori etnei.

a cura di Loredana Sottile

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