Ferrero e il Progetto Nocciola Italia. Chiamata per Abruzzo e Molise: chi vuole coltivare nocciole?

29 Ott 2018, 14:00 | a cura di

L'Italia è il secondo produttore di nocciole nel mondo, ma solo 70mila ettari del territorio nazionale sono dedicati alla corilicoltura. E Ferrero punta a incentivare la filiera, per dipendere sempre meno dalle importazioni. Ora cerca adepti in Abruzzo e Molise. 

 

Il mercato globale delle nocciole

Quando si parla di settore corilicolo il riferimento è alla coltivazione della nocciola, che vede l'Italia al secondo posto nel mondo per volumi di produzione, subito sotto la Turchia. La forbice, però, è ampia, dal momento che il primo Paese produttore assorbe il 70% del mercato complessivo, mentre l'Italia si assesta sul 12% della produzione globale. Ma i margini di crescita, grazie al gran numero di territori particolarmente vocati alla coltivazione di nocciole di qualità, sono incoraggianti: oggi nella Penisola sono 70mila gli ettari di terreno riservati al comparto corilicolo, per una produzione media annua di nocciola in guscio di circa 110mila tonnellate l'anno. E chi ha particolare interesse che il mercato nazionale subisca un'impennata tanto in fatto di quantità, che – soprattutto – di qualità, è Ferrero, il gruppo piemontese del cioccolato che dei suoi prodotti a base di nocciola, Nutella in testa, ha fatto un vanto da esportare in tutto il mondo. Non a caso, nel 2014 è nata la divisione interna Ferrero Hazelnut Company, con il duplice obiettivo di sviluppare il settore corilicolo e insieme incentivare l'innovazione e le buone pratiche territoriali, in fatto di sostenibilità ambientale e salvaguardia delle tradizioni rurali. Del resto Ferrero opera lungo tutta la filiera, dal campo fino al processo industriale, con la vendita di prodotti semilavorati e prodotti diretti al consumatore finale; e questo rende necessario pianificare un'azione integrata con gli agricoltori, gli agronomi e i ricercatori.

 

Il Progetto Nocciola Italia

Con questo obiettivo è nato Progetto Nocciola Italia, per investire su una filiera di qualità 100% italiana e creare sul medio-lungo periodo le condizioni per una riconversione e valorizzazione di ampie porzioni di territori agricoli in tutta la Penisola. Come? Partendo dalle basi, e quindi seguendo il comparto vivaistico perché incentivi la piantumazione di nuovi frutteti selezionati; ma pure operando sul territorio per schedare i terreni, fornendo della mappe di “vocazionalità” redatte in collaborazione con le Regioni, per individuare le aree più adatte a sviluppare la filiera. Infine schierandosi in prima linea, garantendo cioè accordi di filiera che impegnino Ferrero all'acquisto al giusto prezzo delle nocciole prodotte dal circuito integrato.

 

La chiamata per Abruzzo e Molise

In concreto a chiamata più recente del Progetto Nocciola Italia sollecita gli agricoltori di Abruzzo e Molise che vogliono investire nel settore: l'obiettivo di Ferrero è quello di raggiungere i 90mila ettari dedicati alla corilicoltura sul territorio nazionale (una soglia che comunque coprirebbe solo il 5% del fabbisogno della produzione mondiale di Ferrero, tanto per sottolineare quali sono i margini di crescita: una nocciola su tre prodotte nel mondo viene utilizzata per produrre ). E per scovare i 20mila ettari “mancanti” sollecita i produttori che operano in territori a rischio abbandono o utilizzati per colture a bassa redditività. In cambio, come confermato in occasione dell'Euro ortofrutticola del Trigno (in un territorio tradizionalmente legato alla coltivazione del pesco), Ferrero si impegna ad acquistare le nocciole a un prezzo minimo garantito per un periodo di 19 anni. Sull'esempio del progetto già avviato nella Tuscia – dove entro il 2022 saranno piantati a nocciolo 500 nuovi ettari – e che nei prossimi anni potrà coinvolgere molte altre regioni. Il progetto è partito la primavera scorsa, entro il 2025 si punta a disporre di 20mila ettari di noccioleti in più. Invertendo anche una tendenza che negli ultimi anni ha visto diminuire la qualità delle produzioni per fattori climatici e agenti patogeni (ma qualcuno fa già notare che proprio l'incentivo alla monocoltura rischia di compromettere la biodiversità e la produttività dei terreni).

 

progettonocciolaitalia.it 

 

a cura di Livia Montagnoli

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