Ferrero investe sull'innovazione. A Singapore il secondo centro di sperimentazione e ricerca alimentare

17 Giu 2017, 13:30 | a cura di

Dopo il Centro Pietro Ferrero inaugurato ad Alba nel 2014, l'interesse del gruppo dolciario piemontese si focalizza sul Sud Est asiatico, mercato strategico per consolidare la leadership mondiale dell'azienda. E a Singapore nasce un centro di ricerca all'avanguardia, per studiare i bisogni del consumatore, le materie prime e sviluppare nuovi prodotti. 


Il nuovo centro di ricerca

Perché la scelta sia caduta proprio su Singapore è facile immaginarlo: la metropoli del Sud Est asiatico vanta uno scenario decisamente favorevole all'innovazione tecnologica, e a chi sceglie di investire in ricerca e sperimentazione offre strutture e competenze all'avanguardia. Ecco perché, quando si è trattato di programmare l'apertura del primo centro di innovazione del gruppo nel continente asiatico, Ferrero ha deciso di accettare il supporto del Singapore Economic Development Board, per riunire nel neonato Singapore Innovation Center un team di esperti in scienze dell'alimentazione, biotecnologie, materie prime e sviluppo di prodotti, design e bisogni del consumatore. Settanta persone in tutto, a pieno regime, per supportare la crescita del gruppo sul mercato del Sud Est asiatico e perfezionare la ricerca in materia di nutrizione e salute, che oggi è tra gli assett di sviluppo dell'azienda guidata da Giovanni Ferrero.

 

Obiettivo: innovare per conquistare il mercato

Il complesso ha preso forma all'interno di uno dei molteplici Science Park diffusi nel distretto di Singapore, e, come ha sottolineato il Ceo al taglio del nastro, “è stato progettato per rafforzare la posizione globale di Ferrero come leader nell’innovazione e ospiterà diverse funzioni strategiche nei settori della salute e della nutrizione, delle nuove materie prime, della ricerca e sviluppo prodotto, dei bisogni del consumatore e delle attività di ricerca di lungo periodo”. Del resto sulle potenzialità del mercato asiatico il gruppo piemontese ha deciso di investire tempo fa, e oggi conta due stabilimenti produttivi in Cina e India, oltre alla sede russa e al complesso produttivo in Turchia. Mentre sul versante dell'innovazione alimentare, l'avamposto di Singapore va ad affiancare il centro di ricerca di Alba (Centro Ricerche Pietro Ferrero), e si occuperà di sviluppare e testare nuovi prodotti orientati sul gusto e le richieste di un mercato di importanza strategica, senza venire meno alla mission aziendale, che con interesse crescente si prefigge di migliorare la qualità delle materie prime e dei prodotti che hanno fatto la storia del gruppo – fondato ad Alba nel 1946 – come delle novità da mettere in produzione.

 

Da Alba... A Singapore

L'idea, dunque, è quella di replicare dall'altra parte del mondo il felice precedente albese, con la spinta in più di un contesto riconosciuto dalla comunità scientifica mondiale come tra i più stimolanti e dinamici. Ad Alba, il centro di ricerca è in attività dal 2014, e la sua realizzazione ha contribuito a riqualificare un complesso importante del cuneese, l'ex filanda Pellisseri, di fondazione sette-ottocentesca, in seguito cartiera e consorzio agrario. Già nel 2012, dato il valore della trasformazione architettonica che si è protratta per 10 anni, il progetto di aggiudicava il Premio Pai di architettura e ingegneria. Oggi le attività del centro si sviluppano su una superficie di 18mila metri quadri, dalla valutazione organolettica e sensoriale dei prodotti al monitoraggio dell'industria alimentare per sperimentare nuove soluzioni mutuate da altri settori produttivi. Obiettivo finale, quasi un mantra: maggior qualità ed efficienza, a minor costo.

Innovazione alimentare. Come e perché

E l'innovazione tecnologica gioca un ruolo fondamentale, dal perfezionamento di macchinari speciali alla sperimentazione di nuove tecniche, che spesso inducono a registrare brevetti di tutela. È stato così, molti anni fa, per la cialda di wafer di forma sferica dell'iconico Ferrero Rocher. Mentre più di recente, qualche mese fa, la Soremartec (la società del gruppo che si occupa di innovazione e ricerca) ha reso noti gli studi sugli scarti della nocciola, tra gli ingredienti più importanti nei cicli produttivi di Ferrero (l'azienda ne utilizza il 32% della produzione mondiale). L'idea, ancora in fase di perfezionamento, è quella di estrarre dai gusci del frutto una fibra prebiotica dalle proprietà antiossidanti, l'Axos, che potrebbe giovare alla salute. E con la Cambridge University e l'Università di Parma si continuano a studiare le proprietà benefiche dei polifenoli contenuti nella cuticola della nocciola, così da aprire nuove strade che esulino dal settore del food, e mettere un piede nel mondo farmaceutico e della cosmetica.

Sicuramente più orientate alla ricerca alimentare saranno invece le attività di Singapore. Chissà che il mercato asiatico non tenga presto a battesimo nuovi potenziali best seller dell'industria dolciaria.

 

a cura di Livia Montagnoli

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