Food&Science a Mantova. Come un festival scientifico può fare intrattenimento (e sfatare falsi miti sul cibo)

22 Mag 2018, 13:00 | a cura di

Si è appena concluso a Mantova il festival che legge il mondo del cibo e i meccanismi di produzione e consumo alimentare sotto la lente d'ingrandimento della scienza e dell'innovazione tecnologica. Tanti momenti di approfondimento e intrattenimento che hanno raccolto un successo di pubblico. E coinvolto l'intera città. 


Tanto pubblico per la seconda edizione del festival

È solo il secondo anno, ma l'urgenza dei temi affrontati sul palco, e la qualità degli interventi, ne fanno già una rassegna che raccoglie consensi pressoché unanimi. Non a caso l'edizione che si è appena conclusa, orchestrata dal palco del suggestivo Teatro Bibiena e in giro per la città (tra la Loggia del grano e la libreria allestita in piazza delle Erbe, il Cinema Carbone e il parco Bertone), ha riunito a Mantova un pubblico numeroso interessato a leggere i meccanismi del sistema alimentare attraverso la scienza e i progressi della tecnologia. Questo il focus di Food&Science, ideato da Confagricoltura Mantova con il supporto dell'amministrazione locale, per evidenziare come la valorizzazione della cultura gastronomica possa beneficiare del contributo dell'innovazione: 18mila presenze in tre giorni, dal 18 al 20 maggio, per assistere al ricco calendario di appuntamenti in programma, circa 200 tra conferenze, laboratori, spettacoli, mostre e incontri con i protagonisti del settore (tutti a ingresso gratuito). Per dire del livello della manifestazione, al microfono si sono avvicendati il professor Marcello Ticca per parlare di nutrizione e miraggi alimentari (con le 99 idee sbagliate su cosa e come mangiamo), Dario Bressanini Renato Bruni chiamati ad approfondire il controverso rapporto dell'uomo con il consumo di zucchero, la designer Sonia Massari, il neurochirurgo e direttore dell'istituto di scienze della vita della scuola superiore Sant'Anna di Pisa, Luca Sebastiani chiamato a spiegare il valore della nutraceutica (quegli alimenti che oltre a nutrire l'organismo hanno anche un apporto benefico sulla salute, e qui entra in gioco, per esempio, il pomodoro nero ricco di antociani “inventato” da Pierdomenico Perata, anche lui presente al festival).

 

Tra approfondimento e spettacolo

Ma si è parlato pure di etichettatura degli alimenti con Michele Fino, mais transgenico e storia delle bevande fermentate conPatrick McGovern, direttore del Laboratorio di archeologia biomolecolare della cucina, delle bevande fermentate e della salute al Museo dell'Università della Pennsylvania di Philadelphia, ribattezzato goliardicamente l'Indiana Jones della birra. Spazio anche allo spettacolo e all'intrattenimento, con il concerto della Vegetable Orchestra, il reading di Neri Marcorè e Alessandro Marzo Magno in apertura del festival, per risalire alle origini di un'antica ricetta romana, la conferenza-spettacolo Ubriachi di scienza di Alessio Perniola. Alla base, come ribadiscono gli organizzatori della kermesse, la volontà di stimolare il confronto senza suggerire una risposta univoca, ma anzi incentivando la costruzione di nuove idee, a vantaggio del comparto agroalimentare italiano. E infatti non sono mancati gli incontri concentrati sui nuovi modelli di produzione e consumo nel sistema dell'economia circolare, il focus sulle sfide del marketing in tempo di crisi, l'approfondimento sulla qualità del cibo e la sicurezza alimentare, incentrato sulle nuove soluzioni per protrarre la shelf life del prodotto, la tavola rotonda sulla lotta allo spreco. Del resto sono moltissimi gli interrogativi che continuano ad alimentare il nostro rapporto col cibo: di tribù alimentari e cibo tra cultura e identità si sono occupati gli antropologi sociali Elisabetta Moro e Marino Niola, tra vegani, crudisti e fruttariani; di glifosato Roberto Defez, Deborah Piovan e Donatello Sandroni; di futuro della risicoltura con Piero Morandini, una storia di 8mila anni avviata verso nuove frontiere agricole. Intanto, in piazza, assaggi e laboratori per mettere le mani in pasta, con l'obiettivo di coinvolgere non solo gli addetti ai lavori, ma soprattutto un pubblico di curiosi di tutte le età. E la formula vincente è proprio quel mix tra formazione e intrattenimento che finora la rassegna ha dimostrato di saper dosare con sapienza, portando pure i visitatori alla scoperta del territorio, con gli agricoltour, tra il Parco del Mincio e la visita alla Latteria di Marmirolo, le navigazioni sul Lago Superiore e il pomeriggio all'azienda agricola Bugno. Per chi volesse recuperare, molti degli incontri sono disponibili online sul canale YouTube di Confagricoltura Mantova.

 

www.mantovafoodandscience.it

 

a cura di Livia Montagnoli

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