Forum Internazionale su Alimentazione e Nutrizione 2017. Reportage dal convegno di Milano

5 Dic 2017, 11:00 | a cura di

Spreco di cibo, fame nel mondo, sostenibilità: sono molteplici i temi da affrontare in campo agroalimentare per garantire un sistema alimentare migliore alle nuove generazioni. I punti chiave del Forum Internazionale su Alimentazione e Nutrizione di Milano.


I paradossi del sistema alimentare

815 milioni di persone nel mondo soffrono la fame, ossia l’11% della popolazione globale. E mentre è ancora alto il numero di chi è obeso o in sovrappeso, nel mondo 1/3 del cibo prodotto viene gettato, anche prima di essere commercializzato”. A parlare è Luca Virginio, Vice Presidente BCFN, la Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition, organizzazione che da anni contribuisce alla ricerca scientifica internazionale sui sistemi agroalimentari sostenibili. Con queste parole chiare e allarmanti, Virginio ha introdotto l'ottava edizione del Forum Internazionale su Alimentazione e Nutrizione di Milano, un evento interdisciplinare aperto a tutti, iniziato sabato scorso, che oggi si conclude, dopo una tre giorni di dibattiti e convegni. L'obiettivo? Cercare soluzioni intelligenti ai grandi paradossi e alle più intricate controversie del nostro sistema alimentare: “Dobbiamo ripensare i nostri modelli se vogliamo centrare gli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030 dell’ONU. Per pesare meno sul nostro futuro dobbiamo fare qualcosa di concreto, partendo da quello che mettiamo ogni giorno nel piatto”.

La donazione sui social

Quest'anno, inoltre, l'evento gode del patrocinio del World Food Programme, la più importante organizzazione umanitaria impegnata a contrastare la fame a livello globale. “Portare cibo significa portare la vita”,ha dichiarato Tiziana dell’Orto, direttore Generale del WFP Italia, che aggiunge: “Questa edizione del Forum darà a tutti i partecipanti l’opportunità di sostenere con una donazione il lavoro del WFP attraverso una campagna sui social promossa grazie alla Fondazione Barilla. Il WFP è finanziato solo su base volontaria; abbiamo bisogno del contributo di tutti: individui, aziende, istituzioni, governi”.

Obiettivo: consapevolezza dei consumi

Una manifestazione che ha riunito a Milano accademici ed esperti internazionali per ricordare le responsabilità derivanti dal privilegio dell’accesso, della scelta e dello spreco del cibo. Ma l'edizione appena conclusasi ha previsto, oltre agli operatori del settore, un'altra grande fetta di pubblico, per la prima volta co-protagonista dell'iniziativa: i bambini, ovvero i consumatori del futuro. Barilla ha aperto le porte anche ai più piccoli, organizzando per loro una serie di laboratori interattivi in grado di far capire come ogni scelta possa influenzare l'intero ingranaggio agroalimentare. Perché l'obiettivo ultimo del Forum è proprio quello di formare consumatori consapevoli, attori sociali responsabili, consci che il piatto è il bandolo di una rete di relazioni, di storie, di vite a cui siamo connessi e che possiamo trasformare.

Cambiamenti climatici

Allarme clima: una problematica ancora irrisolta. Un dato su tutti emerge durante il convegno, ovvero lo stretto legame fra cambiamento climatico e flussi migratori: ogni punto percentuale di aumento dell'insicurezza alimentare costringe, infatti, l'1,9% della popolazione a migrare. Per far fronte a queste complicazioni, BCFN ha realizzato con MacroGeo, società di ricerche geopolitiche presieduta da Lucio Caracciolo, uno studio su migrazioni e cibo nell'area mediterranea, analizzando risorse, flussi e rotte migratorie in relazione ai diversi sistemi alimentari.

Food sustainability index

Fra le conferme di questa edizione, torna di nuovo il Food sustainability index, progetto voluto da Barilla e lanciato per la prima volta un anno fa, un indice che considera non solo il piacere della tavola, ma anche le conseguenze del sistema alimentare in termini di sostenibilità. Una mappatura a livello globale che prende in considerazione non solo i prodotti e la cultura gastronomica di un Paese, ma anche le pratiche che questo utilizza per produrre il cibo, per distribuirlo e per ridurre l’impatto delle proprie attività; un metodo in grado, quindi, di decifrare la sostenibilità dei sistemi agroalimentari dei maggiori Paesi sulla base delle scelte negli ambiti della nutrizione, dell’agricoltura e dello spreco. E la nuova edizione dell'indice porta con sé una piacevole sorpresa: l'introduzione di altre 9 nazioni (Spagna, Marocco, Grecia, Portogallo, Tunisia, Libano, Giordania, oltre a Svezia e Ungheria), che si aggiungono alle 25 già inserite l'anno scorso in elenco.

a cura di Michela Becchi

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