Fourghetti a Bologna. Bruno Barbieri sceglie l'angloitaliano per celebrare il suo ritorno in città

12 Mag 2016, 11:30 | a cura di

Apre il 24 giugno il nuovo ristorante dello star chef emiliano. E l'ex Locanda dello Sterlino diventa Fourghetti, cucina di impronta bolognese e informale e uno staff collaudato per conquistare Bologna. 


Fourghetti. Cioè “quattro spaghetti”

Forse ha ancora nostalgia della sua (breve, fin troppo?) parentesi londinese Bruno Barbieri. Solo così si può giustificare un nome tanto originale quanto inspiegabile come Fourghetti, come reciterà l'insegna del ristorante che il celebre chef si appresta a inaugurare alla prima periferia di Bologna. Dal latinorum di Cotidie (così si chiamava il locale di Londra) all'angloitaliano di Fourghetti, a quanto pare il passo è breve. Ma un motivo c'è, come ha spiegato Bruno Barbieri al Resto del Carlino, che per primo rompe il silenzio sul progetto di ristorazione dello chef emiliano dopo l'annuncio che mesi fa sanciva il suo ritorno in città: “Il nome del locale sta per quattro spaghetti (fusione di ‘four’, ovvero quattro in inglese, e ‘spa-ghetti’) e richiama l’idea del “cucinarsi quattro spaghetti”, piatto informale per antonomasia, alternativa ideale per rallegrare una serata”, rivela Barbieri raggiunto nel locale di via Murri, l'ex Locanda dello Sterlino dove sorgerà il nuovo ristorante. Più prosaicamente è molto probabile che la scelta di un nome di stampo internazionale preluda all'intenzione di esportare il brand all'estero, dopo il primo rodaggio bolognese.

Work in progress. Il cantiere all'ex Sterlino

Per ora però, si parte da casa: un ritorno alle origini per lo chef di Medicina, che giustifica l'attesa crescente degli ultimi mesi. La location definitiva era stata svelata qualche tempo fa, all'epoca dell'apertura del cantiere, e  tra poche ore aprirà i battenti per gli ospiti invitati all'inaugurazione. Poi il servizio si avvierà alla normalità, con l'obiettivo di diventare un nuovo punto di riferimento della ristorazione bolognese, che in questo inizio di 2016 si conferma una realtà particolarmente dinamica. All'interno ci sarà pure un piccolo giardino all'inglese e l'atmosfera sarà quella informale di un ritrovo dove godere di una cucina ben eseguita, un aperitivo per cominciare la serata o un piatto di pasta sempre disponibile per gli avventori dell'ultimo secondo. Il progetto di ristrutturazione è stato affidato all'architetto Davide Fabio Colaci, che si è preoccupato di mantenere intatta la “bolognesità” dell'edificio all'esterno, ma ha completamente ripensato gli spazi all'interno, perché possano convivere più situazioni, tutte studiate per mettere a proprio agio il cliente. Con l'aggiunta di quattro camere e una suite uso locanda per ribadire il desiderio di scommettere sull'ospitalità a tutto tondo. Come da dichiarazione di intenti di Bruno Barbieri: "Fourghetti sarà la casa di tutti, un luogo pensato per unire e riunire, dove il piacere del buon cibo è il fil rouge che invita ad abbandonarsi ad una nuova esperienza". 

Cucina bolognese e staff collaudato

La cucina, come già ampiamente ribadito dallo chef, sarà quella bolognese più tradizionale aperta a suggestioni mediorientali, secondo una linea sviluppata in collaborazione con lo chef e amico Daniele Simonetti. E per questo, ad assistere gli chef ci sarà pure una sfoglina che molti ricorderanno al fianco di Barbieri nella sua lunga storia in cucina: Carla Cavina. Altra vecchia conoscenza del “team Barbieri”, il maitre sommelier Giacinto Rossetti, che negli anni Ottanta militava nel mitico Trigabolo di Argenta, e per Fourghetti si occuperà della cantina. Ma anche i giovani, le nuove leve, già in fase di reclutamento, giocheranno un ruolo fondamentale nella definizione di una squadra affiatata pronta a confrontarsi con un ambizioso banco di prova: l'attesa per il ritorno dello chef, oggi più di frequente dietro una telecamera che tra i fornelli di una cucina professionale, è alta. E c'è da scommettere che molti sono già pronti a passare al setaccio un'esperienza da Fourghetti, pur di trovarci la magagna. O il temuto mappazzone. Vedremo come se la caverà un veterano della cucina d'autore come Bruno Barbieri. L'attesa è quasi finita.

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