Francia e Italia insieme per valorizzare i prodotti Dop e Igp

28 Dic 2016, 16:00 | a cura di

Un patto per la tutela e la valorizzazione dei prodotti di alta qualità. È il progetto dei consorzi Dop e Igp italiani e francesi dei settori formaggi e salumi, che hanno deciso di fare squadra comune per portare le proprie idee in Europa. L’obiettivo è quello di potenziare e rendere più efficaci i piani produttivi dei prodotti tutelati, attraverso una serie di proposte che saranno presto sul tavolo della Commissione Europea. 


Il patto fra francesi e italiani

“Nemici” sul mercato, alleati quando si tratta di valorizzare le produzioni d’eccellenza dei rispettivi Paesi. Alcuni produttori italiani e francesi hanno deciso di mettere insieme le forze per acquistare maggiore peso in Europa. Grazie all’incontro di qualche settimana fa a Reggio Emilia, l’accordo è stato raggiunto fra i consorzi italiani formaggi Dop Asiago, Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano, prosciutti Dop Parma e San Daniele, e quelli francesi dei formaggi Dop della Savoia e del Comtè.

 

Cosa dice l’accordo

La prima fase dell’accordo prevede che tutti i consorzi impegnati nel patto rilevino in maniera precisa i dati economici che riguardano le quantità di materia prima, di latte prodotto o animali allevati, la sua trasformazione nei salumifici e nei caseifici certificati per la filiera DOP, la stagionatura e l’immissione in mercato. Contemporaneamente sarà analizzata la domanda sul mercato, nazionale ed estero, in modo da attuare iniziative di comunicazione e di ricerca tecnica per migliorare l’offerta qualitativa. Infine, una serie di proposte saranno portate sul tavolo della Commissione europea per migliorare i piani produttivi.

Analizzare l’esperienza nell’applicazione di questo recente strumento di regolazione dell’offerta introdotto dalle norme comunitarie” ha spiegato Giuseppe Liberatore, presidente dell’Aicig, l’associazione italiana che raccoglie i consorzi che hanno promosso l’iniziativa,“ci mette in grado di fornire delle indicazioni al legislatore in modo da rendere i piani produttivi sempre più adatti alle necessità di valorizzazione e tutela delle denominazioni”.

 

a cura di Francesca Fiore

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