Future Food Market: a Milano apre il supermercato del futuro firmato Ratti

16 Dic 2016, 09:30 | a cura di

Dopo l'esperienza di Expo2015, il Future Food Market di Carlo Ratti, l'architetto del Mit, apre ufficialmente i battenti a Milano, nel centro commerciale Bicocca Village. Un supermercato innovativo con materie prime di qualità e schermi interattivi che mostrano la filiera produttiva dei vari ingredienti.


Il progetto da Expo2015 a oggi

Un progetto pensato per garantire la trasparenza e il libero scambio tra produttore e consumatore che punta a creare un nuovo modo di concepire gli acquisti alimentari: erano queste le premesse anticipate da Carlo Ratti, architetto alla guida del Mit, in occasione del lancio del Future Food District, padiglione all'interno di Expo2015 a Milano. Si trattava, a quel tempo, di un'area permanente dedicata alla Scienza e tecnologia dell'alimentazione all'interno del complesso della Scienza e della Tecnica. Oggi, il Supermercato del Futurodiventa realtà a Milano, nel nuovo spazio a cura di CoopItalia dove saranno venduti oltre 6mila prodotti diversi. Il nuovo store meneghino - una superficie di 1000 metri quadri all'interno del Bicocca Village, centro commerciale della periferia nord della città ma servito dalla nuova linea M5 – ha già debuttato qualche giorno fa.

Tavole interattive e proiezioni in tempo reale sulle origini e le caratteristiche dei prodotti su oltre 50 monitor, questi i punti di forza del supermercato, che punta tutto sulla tracciabilità e trasparenza della filiera per educare i consumatori e renderli sempre più consapevoli delle proprie scelte alimentari. “Ci siamo ispirati a una scena di Palomar di Italo Calvino, dove il protagonista entra in una formaggeria di Parigi e immediatamente si sente dentro un museo”, ha spiegato Carlo Ratti. “Dietro ogni formaggio c'è una pastorizzazione diversa, un pascolo differente e un altro cielo. Proprio come al Louvre, dove dietro ogni oggetto c'è la presenza della civilizzazione che gli ha dato forma. Crediamo che i supermercati di domani ci faranno sentire un po' come Palomar”. Perché “ogni prodotto avrà una storia da raccontare” e il compito dei negozianti è proprio quello di rendere questo racconto fruibile a tutti.

La tecnologia e gli obiettivi

Il cuore del supermercato sono infatti proprio questi schermi, sui quali vengono proiettate non solo informazioni sull'origine e il produttore ma anche quelle nutrizionali, nonché consigli su come smaltire le confezioni nella spazzatura. Il consumatore può selezionare sullo schermo i diversi prodotti, a seconda delle categorie: biologici, gluten free, vegan friendly, senza lattosio, prezzi scontati e via discorrendo. Una tecnologia di livello, la stessa alla base del sistema dei videogiochi Kinect Xbox, a cura di Accenture. Un investimento significativo, che è costato a Coop ben 4,5 milioni di euro. L'obiettivo? Raggiungere i 2mila clienti al giorno. Oltre ai 600 metri quadri destinati alla distribuzione, nel supermercato del futuro ci sono anche spazi riservati all'area bar e ristorazione self-service. Tutto all'interno del centro commerciale Bicocca Village, nella periferia meneghina, una location non casuale che garantisce un passaggio continuo e quotidiano di clientela: “Abbiamoscelto un centro di intrattenimento come il Bicocca Village perché qui c’è il secondo cinema in Italia per biglietti staccati, una palestra con 8.000 iscritti, l’università Bicocca con 30mila studenti, ha spiegato Alfredo De Bellis, vicepresidente di Coop Lombardia. Un progetto ambizioso, che mira a raggiungere in breve tempo un numero considerevole di persone, tanto da offrire già un servizio di spesa online, da ritirare nel parcheggio prima di lasciare il centro commerciale, per rendere il momento degli acquisti settimanali più snello e veloce e incontrare le esigenze dei consumatori. “Questo negozio è un ibrido”, ha commentato il presidente di Coop Italia Marco Pedroni, “continueremo a introdurre innovazioni. Non costruiremo altri negozi così in Italia, ma potremo applicare specifiche tecnologie all'esistente”.

a cura di Michela Becchi

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