Gordon Ramsay vende la metà del suo impero per finanziarne la prossima espansione. Ma c’è lo spettro dei debiti

7 Nov 2014, 10:56 | a cura di
Il noto chef televisivo, alla guida di un impero della ristorazione che conta 24 ristoranti nel mondo (con una solida base in terra natia, la Gran Bretagna) starebbe pensando di venderne la metà per disporre di liquidità nelle casse del Gordon Ramsay Group, intenzionato ad aprire nei prossimi cinque anni 50 nuovi ristoranti. Ma c’è chi parla di ingenti debiti (50 milioni di dollari) che lo chef scozzese farà fatica a risanare in mancanza di investitori che sposino la causa. Nel frattempo proseguono le aperture di nuovi locali.

Abbiamo imparato a conoscerlo anche qui in Italia non tanto per le sue doti di chef, quanto per il personaggio controverso costruito ad hoc dallo showbiz del piccolo schermo. Chi dice Gordon Ramsay pensa immediatamente a MasterChef e, a seguire, a molti altri format che con gli anni hanno trovato mercato anche da noi, come il collaudato Cucine da incubo, interpretato dal gigante buono Antonino Cannavacciuolo nella versione nostrana.
Ciò che il grande pubblico ha sempre percepito solo in parte sono le doti manageriali dello chef inglese (di origini scozzesi) - formatosi tra gli altri con Marco Pierre White e Joel Robuchon - che negli ultimi due decenni ha saputo costruire un vero impero della ristorazione – con baricentro tra Gran Bretagna e Stati Uniti – in tutto il mondo, a partire dalla prima apertura londinese dell’Aubergine, inaugurato nel 1993 e dopo tre anni già detentore di due stelle Michelin. Arrivando anche in Italia, dove gestisce il Forte Village di Santa Margherita di Pula in Sardegna e Castel Monastero in provincia di Siena.
Ora dall’Inghilterra arriva la notizia che Ramsay e il suo socio in affari, Stuart Gillies, sarebbero intenzionati a vendere la metà dei 24 ristoranti del gruppo per poter disporre di 80 milioni di sterline e così rifondare le casse della società, recentemente “avvistata” in cattive acque. Nessuna battuta d’arresto, però, dal momento che l’intenzione dichiarata è quella di investire i fondi che confluirebbero in cassa con il buon esito della trattativa per aprire 50 nuovi locali nei prossimi cinque anni, un obiettivo ambizioso già tra i progetti del Gruppo.
Una politica di espansione aggressiva che contrasta con i rumor che si rincorrono insistenti circa la situazione del Gordon Ramsay Group: lo chef avrebbe già tirato fuori di propria tasca diversi milioni, eppure i debiti ammonterebbero a 50 milioni di dollari. Per questo la volontà di attirare investitori nell’arco del prossimo anno riuscirebbe a garantire una parvenza di stabilità, quella ostentata a più riprese dallo stesso chef, che si dice tranquillo della solidità, dell’appeal e della forza del suo brand.
E infatti nel frattempo proseguono le aperture, l’ultima in ordine d’arrivo quella dell’Heddon Street Kitchen nel Regent’s Street Food Quarter di Londra, che aprirà l’8 novembre.

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