Il futuro dell'olio italiano. Le quattro strategie del Ministero per risollevare il comparto olivicolo-oleario

23 Gen 2015, 08:40 | a cura di
Dopo l'annata sfortunata per il settore olivicolo si cerca di correre ai ripari. Una riunione strategica ha riunito presso la sede del Mipaaf il Ministro Martina e i rappresentanti dell'intera filiera, per stabilire le misure che rilancino la competitività del settore. Ecco in quattro punti cosa è emerso.

RIUNIONE AL VERTICE

Nessuno può nascondere che l'ultima raccolta olivicola abbia lasciato molti produttori con l'amaro in bocca. Le avverse condizioni climatiche e il flagello della mosca olearia hanno squarciato senza pietà l'olivicoltura nazionale, fiore all'occhiello di un territorio che si distingue per la varietà delle cultivar e la qualità dell'olio extravergine d'oliva prodotto nella maggior parte delle regioni italiane. È questo il clima che ha tenuto a battesimo l'incontro tra il Mipaaf (nella persona del Ministro Maurizio Martina) e i rappresentanti della filiera olivicola-olearia: organizzazioni agricole, produttori, industria di trasformazione e della commercializzazione.
Una riunione importante per fare il punto della situazione e rilanciare la competitività del settore, che ha portare a delineare quattro diverse strategie di intervento.

CAPACITA' PRODUTTIVA E COESIONE DELLA FILIERA

In primis, sarà necessario implementare la capacità di produzione delle singole aziende e dell'intero comparto nazionale, intervenendo su impianti e strutture produttive.
Ma sarà fondamentale anche vigilare sulla qualità del prodotto, così da valorizzare solo l'eccellenza favorendone il posizionamento sui mercati internazionali (ma pure incentivando il consumo di olio di qualità sul territorio nazionale). Altrettanto importante sarà una più efficace organizzazione della filiera, che sia coesa sia a livello orizzontale (sul fronte dell'offerta) sia a livello verticale, nella gestione delle relazioni contrattuali. L'obiettivo nasce dall'esigenza di eliminare ogni elemento di disturbo che possa danneggiare una produzione estremamente ramificata sul territorio e per questo spesso penalizzata dalle difficoltà logistiche.

COMUNICARE L'OLIO

Il quarto punto, non meno importante, si concentra sulle strategie di comunicazione: è proprio in vista dell'Expo – che amplierà a dismisura il bacino di utenza potenziale – che si avverte la necessità di diversificare e rinnovare il modo di proporsi al consumatore e sui mercati esteri. Una volontà che peraltro potrà trovare terreno fertile grazie al moltiplicarsi di iniziative incentrate sulla divulgazione di una cultura dell'olio che forse mai prima d'ora aveva trovato canali adatti alla valorizzazione della qualità (si pensi ai magazine specializzati, ai siti di e-commerce, alle nuove oleoteche nelle grandi città, e -non ultimo – al lavoro prezioso della guida Oli d'Italia del Gambero Rosso).
L'olio è un settore strategico per l'agroalimentare italiano- ha spiegato il Ministro - Abbiamo vissuto un'annata complicata e per questo già nelle prossime ore metteremo in campo con le regioni una serie di azioni che abbiano effetto nell'immediato. Nella ripartizione degli aiuti accoppiati abbiamo già stanziato oltre 70 milioni di euro all’anno per l’olivicoltura, ma vogliamo intervenire anche con i fondi di sviluppo rurale, già dalla prossima primavera. Ci sarà molto da fare anche sul fronte della promozione del prodotto e sfrutteremo l’occasione di Expo anche in questo senso”.

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