Il Libro Bianco sugli insetti commestibili a Expo. Linee guida per una normativa europea del futuro

29 Lug 2015, 12:30 | a cura di

Normalizzare l’entomofagia nel mondo occidentale. Ce lo chiede il Pianeta, che necessita di nuove risorse abbondanti e sostenibili; la soluzione sembra arrivare dagli insetti commestibili. Ma oltre a vincere i tabù culturali, come gestirne allevamento e produzione? Le proposte di Milano. 

 

Il futuro è degli insetti. Proteine sostenibili oltre i tabù

Se n’è molto parlato, tante sono state le reazioni di disgusto di chi non vede di buon occhio l’irruzione nel sistema alimentare occidentale di nuove proteine sostenibili – perché in fondo di questo si tratta – sotto forma di insetti. L’entomofagia è un tabù culturale difficile da superare per buona parte delle società gastronomiche a noi vicine, uso comune e dieta quotidiana in molti Paesi del Sud Est Asiatico. Eppure le esigenze di un Pianeta in affanno, per crescita demografica incontrollata e reiterato sfruttamento delle risorse disponibili, ci portano a riconsiderare l’apporto di nuovi settori alimentari. In espansione, volenti e nolenti. Sono queste le premesse che hanno portato alla stesura di un Libro Bianco sugli Insetti commestibili, presentato a Expo qualche giorno fa come parte integrante del progetto Edible Insects della Società Umanitaria di Milano, per fornire le prime linee guida alla definizione di una normativa italiana ed europea per l’allevamento di insetti per l’alimentazione umana e animale.

 

Il Libro Bianco sugli insetti. Un team di esperti per la legge europea

Alla redazione del rapporto hanno partecipato diversi ricercatori: Maura Calliera (Opera Centro di Ricerca per la Sostenibilità - Università Cattolica di Piacenza), Ettore Capri (Opera Centro di Ricerca per la Sostenibilità - Università Cattolica di Piacenza), Mario Colombo (Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente Università degli Studi di Milano), Antonia Ricci (Istituto Zooprofilattico delle Venezie), Roberto Valvassori (Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della vita Università degli Studi dell’Insubria), oltre a Piero Amos Nannini (Presidente Fondazione Società Umanitaria), tutti provenienti da università, aziende e realtà con esperienza nel campo degli insetti.

Obiettivo? Riempire un vuoto normativo e coadiuvare la legiferazione di una direttiva europea che regoli l’uso di prodotti alimentari ricavati da insetti. In meno di un anno – il gruppo si era riunito per la prima volta lo scorso ottobre – i ricercatori hanno definito cinque aree tematiche che sviluppano il discorso privilegiando gli aspetti nutrizionali, la sostenibilità ambientale, i rischi e le cautele con cui approcciare una disciplina nuova e innovativa, la gestione delle risorse in termini pratici, fino a disciplinarne l’allevamento. Con un occhio di riguardo alla sicurezza alimentare e alle potenzialità degli insetti edibili, che a parità di mangime utilizzato producono più proteine dei comuni animali da allevamento. Ma come superare le resistenze culturali? Staremo a vedere come si articolerà il piano di comunicazione preannunciato durante i lavori.

 

Allevare insetti. L’esempio californiano

Intanto – mentre in Olanda e Belgio già si commercializzano hamburger e polpette a base di proteine di insetti, comodamente reperibili nel banco surgelati dei supermercati - in California quattro giovani intraprendenti hanno deciso di scommettere concretamente sul business del futuro, fondando il primo allevamento di grilli per la produzione di farina commestibile.

Coalo Valley Farms dispone di un vero reggimento di grilli - 175 bidoni ognuno predisposto per duemila grilli – che si nutrono di vegetali in decomposizione e funghi e si trasformano in farina (l’aroma è quello delle mandorle, assicurano dalla California) per uso privato e ristorazione. Questione di pochi giorni e il primo lotto sarà pronto: mezzo chilo di farina al costo di 50 dollari.

 

 

 

 

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