Il nuovo D'O di Davide Oldani che riapre al pubblico. Con 10 piatti inediti

14 Giu 2016, 13:00 | a cura di

Mesi di lavoro e finalmente il locale adiacente al vecchio D'O di Cornaredo è pronto per accogliere i primi ospiti di Davide Oldani, che del nuovo ristorante ha progettato persino tavoli e sedie. Perché l'alta cucina sia funzionale e salutare. Senza dimenticare il gioco. 


Il nuovo D'O

Più grande (ma il numero di coperti resta lo stesso, 48), completamente rinnovato negli interni, con un salottino anni Settanta che strizza l'occhio alla cultura Pop che tanta fortuna ha portato a Davide Oldani, ai blocchi di partenza nella piazza di San Pietro dell'Olmo, Cornaredo, a pochi metri dalla vecchia cucina che l'ha consacrato tra gli chef più interessanti del panorama gastronomico nazionale. E di più, vero precursore di quella tendenza pop della gastronomia che oggi ha conquistato tanti addetti ai lavori, ma oggi lo chef si dice pronto a superare in vista di un cambio di mentalità che forse gli toglierà di dosso l'etichetta un po' ingombrante di chef popolare. I lavori sono iniziati diversi mesi fa, al fianco dello chef l'amico Piero Lissoni, che ha dato forma al pensiero di Oldani, regalando al nuovo D'O affacciato sulla piazza del paese attraverso grandi vetrate un bel salotto per l'aperitivo ispirato al design di Philippe Starck, tra divanetti di velluto, tavolini d'antan e tappeti. In pianta, l'altra novità evidente è il tinello adiacente alla cucina, a vista, dove si muoverà ogni giorno lo chef: qui un grande tavolo conviviale accoglierà gli ospiti in arrivo per scoprire da vicino cosa rende così speciale un'esperienza gastronomica al ristorante di Cornaredo, alle porte di Milano.

Design e funzionalità

In sala, inondata di luce, tavoli in legno d'olmo senza tovaglia che confermano il desiderio di ricreare un'atmosfera accogliente e funzionale, con un design studiato ad hoc proprio dallo chef, per favorire la permanenza e la digestione. Lo stesso può dirsi per la mise en place e le suppellettili che accompagnano i commensali durante il pasto, anch'esse parte di un progetto integrato che Oldani ha intrapreso da qualche anno a questa parte, confermando che l'alta ristorazione non si fa solo dietro ai fornelli, ma curando il dettaglio. Con coerenza e solidità. Non a caso, al piano inferiore, lo chef si è riservato uno spazio per sperimentare (e ospitare eventi e sviluppo prodotti), la test-kitchen, che vede nascere e svilupparsi le idee prima che i piatti arrivino in tavola.

I piatti

Cosa si mangerà al nuovo D'O di Cornaredo? Cucina (pop) che vince non si cambia? Niente affatto, Oldani è pronto a guardare avanti, con una “cucina alta e buona” come ha raccontato al Corriere della Sera, ma comunque accessibile. Sicuramente l'attenzione sarà ancor più centrata sulla ricerca del benessere, con molto proposte vegetariane e preparazioni equilibrate. Ma la componente ludica continuerà a giocare un ruolo da protagonista: dalla Battuta d'inizio che si finge campo da tennis (a base di teff prodotto al ristorante) alla Carbonara 3.0, dalla Mozzarella a piedi (presentata a Paestum) alla Bustina da tè. In tutto dieci nuovi piatti per interagire con i classici. Quattro i menu degustazione: Molteplicità, Rapidità, Esattezza, Armonia (quest'ultima, la più articolata con 10 portate, solo nel tinello). Oggi il ristorante apre al pubblico: il libro delle prenotazioni fa segnare già 6 mesi d'attesa.

 

D'O | San Pietro all'Olmo, Cornaredo (MI) | piazza della Chiesa | tel. 02 9362209 | dal 14 giugno | www.cucinapop.do

 

a cura di Livia Montagnoli

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