Il vino per gli Etruschi alla Rocca di Frassinello. La cantina di Renzo Piano ospita i reperti della necropoli

1 Giu 2015, 13:45 | a cura di
Nota per la sua apertura al mondo del design e dell’arte contemporanea, la cantina toscana apre le porte all’esposizione di reperti in arrivo dalla vicina necropoli etrusca, che testimoniano la passione dell’aristocrazia locale per il vino, potente status symbol.

Vino, design e archeologia

Vino e design, due espressioni dell’eccellenza italiana che si incontrano a Giuncarico (nel comune toscano di Gavorrano), presso la Rocca di Frassinello, dove la cantina progettata da Renzo Piano rappresenta uno dei più pregevoli esempi di cattedrali del vino diffuse sul territorio regionale. Da qualche ora, questo dialogo tra arti – seppur così diverse tra loro – si apre alla triangolazione con l’universo archeologico e l’importante patrimonio di reperti etruschi rinvenuti nell’area.
Proprio il 30 maggio scorso è stata inaugurata l’Area Archeologica Rocca di Frassinello, che apre al pubblico la suggestiva necropoli etrusca di San Germano, nel comprensorio dell’abitato di Vetulonia, fiorente centro del regno etrusco: i reperti provenienti dallo scavo saranno invece esposti in cantina, ricostruendo un percorso esperienziale allestito dall’architetto Italo Rota (già creatore del Padiglione del Vino all’Expo) per raccontare il mondo del vino nella civiltà etrusca.

Il vino nella civiltà etrusca

Presso l’area archeologica sarà possibile visitare le sfarzose tombe monumentali a tumulo realizzate tra il VII e il VI secolo a.C., mentre in mostra arriveranno i corredi funebri che dovevano accompagnare il defunto nel suo viaggio verso l’aldilà, prevedendo quindi molti oggetti di uso quotidiano. Vasi in ceramica dipinta e in bucchero, unguentari, calici e coppe per il consumo del vino, ma anche gioielli, fibule e orecchini in bronzo e metalli preziosi. In particolare, dal cosiddetto tumulo 9, più ricco e complesso degli altri, arrivano molti reperti che testimoniano la passione degli Etruschi per il vino, come lo stamnos proveniente da Atene, restaurato e oggi apprezzabile in mostra: il contenitore veniva utilizzato per mescere il vino, come testimonia la decorazione con il corteo dionisiaco.
Da qui prende le mosse l’allestimento espositivo per ricostruire un racconto che individua il consumo di vino come potente status symbol, attraverso il quale i membri dell’aristocrazia locale cercavano di emulare i banchetti della corte principesca cittadina. Il vino era infatti protagonista dei riti sociali, presentato in grandi vasi (come il kantharos monumentale in mostra) da cui si attingeva con ciotole personali.
Un’esperienza che anche i visitatori della cantina potranno provare durante il periodo di allestimento fortemente voluto da Paolo Panerai, presidente di Rocca di Frassinello, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica della Toscana e l’Università di Firenze, per ribadire una tradizione vinicola locale che affonda le radici in una cultura millenaria.

Il vino e gli Etruschi a Rocca di Frassinello | Rocca di Frassinello, Giuncarico, Gavorrano (GR) | per informazioni tel. 0577 742903

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