In America “inventano” il cotone commestibile. Per combattere la fame

5 Nov 2018, 17:02 | a cura di

I fiocchi (ancora) non si mangiano, ma i semi sì. Il merito è di un gruppo di ricercatori del Texas, che negli ultimi 20 anni ha studiato una varietà di cotone destinata all'industria alimentare. Iperproteica, facilmente coltivabile, versatile: ecco perché è una bella innovazione tecnologica. 

 

Il gusto del cotone

Che sapore ha il cotone? Che domande, sa di hummus! Difficile confermare l'impressione dei ricercatori che l'hanno assaggiato, nei laboratori dell'Università del Texas. Almeno per il momento. Quindi non resta che fidarsi di loro, aspettando che il cotone entri in produzione come prodotto commestibile, destinato alle nostre tavole. Non è più fantascienza, e il merito spetta agli stessi biologi texani che oggi provano a spiegare che gusto hanno i semi della pianta finora associata principalmente all'industria di filati e tessuti, utilizzata però anche per l'alimentazione degli animali e la produzione di olio. La scoperta passa attraverso lo sviluppo di una nuova varietà di cotone, transgenica, privata in laboratorio del gossipolo, la sostanza tossica che solitamente rende i semi di cotone velenosi per l'uomo. In Texas la squadra guidata da Keerti Rathore ha condotto gli esperimenti con l'obiettivo di identificare un nuovo alimento iperproteico (come sono i semi del cotone) per contrastare la fame nel mondo: Rathore, figlio di un medico, è originario di un piccolo paese di campagna nell'India più disagiata, e gli ultimi 20 anni li ha dedicati a cercare di sconfiggere un problema che conosce da vicino. E il Dipartimento per l'Agricoltura degli Stati Uniti ha autorizzato di recente la semina della nuova varietà, garantendo il primo lasciapassare alla coltivazione di piante di cotone per fini alimentari. Non certo i batuffoli che caratterizzano la specie – sebbene l'idea di mangiare fiocchi di cotone come fossero zucchero filato piacerebbe a molti bambini – ma appunto i semi, destinati a trasformarsi in risorsa d'energia importante per l'alimentazione umana, specie dove il cibo scarseggia e le condizioni climatiche non consentono di impiantare coltivazioni più fragili. Ed estremamente versatili, spiegano i ricercatori, da consumare in polvere, alla griglia o sotto sale, come fossero uno snack spezzafame.

 

I vantaggi dell'agricoltura hi tech

L'apporto nutrizionale, per intenderci, è simile a quello delle mandorle, e l'industria alimentare, stando al reportage pubblicato su Fortune, sarebbe già interessata a trasformare il cotone in ingrediente base di biscotti, gallette, crackers. Dal gusto molto piacevole. Ci vorranno in realtà diversi anni prima che la filiera agricola fornisca all'industria il prodotto destinato alla trasformazione alimentare, ma se la soluzione dovesse rivelarsi vincente anche le piantagioni di cotone “tradizionale” potrebbero essere soppiantate da una varietà che consente di sfruttare a pieno la pianta, dalla fibra al seme, fornendo al contempo l'industria tessile e quella alimentare. Un altro esempio di come il mercato delle proteine alternative sia in espansione e indispensabile per approcciare la produzione di cibo in chiave sostenibile. Il caso più celebre è quello della fake meat, da poco approdata anche sul mercato italiano – a Bologna – con il Beyond Burger di invenzione californiana. E grande attenzione suscitano pure i derivati e le farine ricavate dagli insetti commestibili. Ma che l'agricoltura hi tech rappresenti il futuro dell'alimentazione l'abbiamo sostenuto in più occasioni (qui sfatiamo i pregiudizi sull'idroponica), e il caso del cotone commestibile lo dimostra una volta di più.

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