In Italia cresce ancora il numero dei “nuovi poveri” che hanno fame

26 Mag 2021, 14:59 | a cura di
Lo evidenzia il monitoraggio della Caritas, impegnata con le sue sedi diocesane su tutto il territorio nazionale; ma anche l’indagine sulle famiglie italiane condotta dalla Banca d’Italia. Oltre il 6% della popolazione adulta, nel Paese, non può garantirsi un pasto.

Chi sono i “nuovi poveri”

Supera abbondantemente il 50% del totale il numero degli italiani che nel periodo compreso tra settembre 2020 e marzo 2021 si sono rivolti alla Caritas, in cerca di un aiuto – alimentare, ma non solo – per sopravvivere e sostentare la propria famiglia. Un dato significativo, non certo per fare distinzioni tra assistiti di serie A o B, ma perché evidenzia come quasi un persona su quattro, tra chi si è rivolto alla Caritas a cavallo tra il 2020 e il 2021, possa essere identificata come “nuovo povero”. Nel periodo in questione, infatti, delle 544.775 persone che hanno richiesto assistenza alla Caritas sul territorio nazionale – “in media 2.582 al giorno”, spiega il cardinal Bassetti -  il 24,4% non si era mai rivolto prima alla rete assistenziale. E ampliando l’orizzonte all’intero periodo interessato dalla pandemia, nel corso di poco più di un anno, l’organizzazione ha accolto almeno 453.731 nuovi poveri. Il quadro emerge drammatico dall’ultimo monitoraggio condotto da Caritas Italiana, che registra la sofferenza delle sedi diocesane dislocate sul territorio: l’80% di loro ha registrato un aumento di situazioni legate ai bisogni fondamentali della persona (il lavoro, la casa, il cibo), ma anche di povertà educativa e di disagio psico-sociale, che colpisce soprattutto donne e giovani.

L’indagine sulle famiglie italiane e la povertà alimentare

Una tendenza che trova riscontro nell’Indagine straordinaria sulle famiglie italiane ai tempi del Covid-19 condotta da Banca d’Italia e ripresa da Coldiretti per quel che riguarda i dati sulla povertà alimentare: quasi quattro italiani su dieci (38,6%) hanno smesso o ridotto gli acquisti nei negozi alimentari e di altri beni essenziali a causa dell’emergenza Covid. E dunque si torna a parlare di “nuovi poveri”, tutti coloro che hanno perso il lavoro, piccole realtà costrette ad alzare bandiera bianca, lavoratori sommersi impossibilitati a percepire i sussidi. Sono moltissime le persone che hanno conosciuto nell’ultimo anno la realtà delle mense dei poveri, ancor di più quelle che hanno fatto richiesta per ricevere pacchi alimentari. Tradotto ancora una volta in numeri, sempre secondo Coldiretti, il 6,3% della popolazione nazionale adulta ha difficoltà a garantirsi un pasto. Ma la percentuale varia dal 3,2% del centro Italia al 5,6% del nord, e sale fino al 9% nel Mezzogiorno. E secondo l’Istat, le persone affamate, in Italia, hanno superato quota 3 milioni.

Il valore della solidarietà

Al contempo, la mobilitazione solidale ha mostrato di saper fare fronte alla necessità: nel 2020, per esempio, sono stati oltre 5 milioni i chili di prodotti tipici italiani a chilometro zero distribuiti dagli agricoltori della Coldiretti e Campagna Amica attraverso l’iniziativa della Spesa sospesa, esemplata sul modello del caffè sospeso (e dunque con il contributo dei clienti che frequentano i mercati e le aziende agricole della rete). Più in generale, “quasi 1 italiano su 3 ha partecipato quest'anno a iniziative di solidarietà, fra beneficenza e donazioni per aiutare le famiglie più bisognose”, evidenzia ancora l’indagine Coldiretti/Ixè.

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