In viaggio. Mangiare a Miami scoprendo la nuova scena gastronomica

13 Feb 2019, 13:30 | a cura di
Febbraio a Miami è il periodo dell’anno in cui si mette mano a nuovi progetti nella galassia multiforme del food: il mondo della ristorazione va in letargo creativo.

Da lì parte un lungo periodo di rodaggio durante il quale le nuove insegne vengono testate e messe a punto in ogni dettaglio. L'obiettivo è essere pronti per l'alta stagione di fine anno. Nel numero di febbraio del Gambero Rosso siamo andati a curiosare tra le novità golose della città, qui qualche anticipazione.

L'alta stagione a Miami

Dal Thanksgiving è tutto un party unico fino a gennaio, passando per il Capodanno più Miami che c’è. La fine d’anno a Miami, è come un giro di boa: da febbraio in poi si ricomincia a progettare la stagione successiva, che per tutti è “THE Season”. Dicembre diventa il banco di prova finale dei progetti pensati, realizzati e in rodaggio, o solo aggiornati, nei pochi mesi dell’inverno estivo precedente. Il sistema ha in sé una logica tra il perverso e l’affascinante, per le alte quote di stress e creatività insieme, che contagia l’umore sociale di attese, preparazioni, curiosità e anteprime. Appuntamento fisso per ogni nuovo inizio è la Miami Art Basel, dieci giorni di febbre alta a partire dal primo weekend di dicembre. In quei giorni la comunità mondiale dei creativi migra in massa a Miami, ci si incontra tutti lì, certi di attingere a una scorta di novità e follie artistiche dal design, alla moda, all’architettura, per un bagaglio di esperienze che basta e avanza per un anno intero.

Foto di Juan Fernando Ayora

Foto di Juan Fernando Ayora

A Miami la scena culinaria è in mutazione continua

dicembre è il momento delle nuove aperture di ristoranti e progetti gastronomici allo studio dal febbraio precedente, se il lancio funziona in quei giorni, vale per il resto dell’anno e sempre. Ad ogni nuovo anno che arriva urge dunque un aggiornamento tecnico-operativo, perché a Miami, non ci stancheremo di dirlo, la scena culinaria è in mutazione continua. La lista dei posti buoni dove andare a mangiare, cresce ogni anno in proporzione diretta tra il livello sempre più alto della proposta artistica di turno, un pubblico dal palato sempre più esigente e cosmopolita, e un’offerta che non aspetta altro dal dimostrare che Miami è pronta a diventare meta gastronomica mondiale, oltre che Manhattan del Sudamerica. Prepararsi a vacanza lunga, perché si sa, una settimana non basta mai a chi come noi, ha sempre sete di nuove sollecitazioni cultural-gustative.

Febbre foodie al Design District

Se c’è un luogo che da solo può dare il polso di quel che ferve e farà trend nella scena gastronomica a Miami, questo è il Design District: il nuovo anno zero di Miami in cucina. Al suo terzo anno di vita (qui i quartieri sono un filo più recenti che in Europa), il MDD è un nuovo sorprendente pezzo di città dedicato a moda, arte e design, immaginato a suo tempo dall’immobiliarista visionario Craig Robins nel mezzo di niente, fuori dai circuiti cool di Miami Beach, e cresciuto a valanga in tempi rapidissimi. Centro del lusso mondiale, vocato all’alta moda e alle architetture d’effetto in rappresentanza dei marchi più sfavillanti del settore, fino a qualche tempo fa viveva di vita folle nei giorni della Miami Art Basel e si addormentava per il resto dell’anno. La svolta è arrivata tra 2018 e 2019, con il motore del cibo a dar forza a ogni cosa, ultimo tassello del progetto di Craig e spinta per un nuovo inizio. “Tutti mi chiedono di aprire nuovi ristoranti al MDD, ne abbiamo aperti molti per la scorsa edizione di Art Basel e altri ne verranno: almeno uno al mese entro la fine del 2019”.

I nuovi ristoranti al Design District

L’evento più atteso in città, in perfetto sincrono con il calendario delle inaugurazioni della prima settimana di dicembre, è stato ad esempio la nuova apertura di Kaido a firma Brad Kilgore. Il St. Roch Market, inaugurato un anno fa, ha superato a pieni voti il primo test di stagione hot, dopo il rodaggio tecnico. La grande food hall, gemella del primo progetto omonimo a New Orleans, è aperta sulla Palm Court, la piazza più iconica di Design District, con tavoli anche all’esterno, e fa da magnete gastronomico ad ogni ora del giorno. L’atmosfera vivace di mercato è pensata per dar spazio e visibilità a ristoranti e chef emergenti; la qualità garantita e certificata dei prodotti sono condizione necessaria per avere accesso agli stand. Grande la varietà del cibo etnico offerto, con 12 postazioni per 12 giovani chef, tra street food e cibo dal mondo. C’è il pollo fritto, il sushi peruviano da Itamae della famiglia Chang, sashimi freschissimo, cibo libanese, pasticceria e pasta italiane Dal Plin.

Swan & Bar Bevy: il ristorante di Pharrell Williams e Jean Imbert

Grande hype anche per la recente inaugurazione, lo scorso novembre, del progetto in partnership tra il magnate dell'ospitalità di Miami, David Grutman, il cantante produttore Pharrell Williams, e chef Jean Imbert, vincitore francese della terza stagione di Europe's Top Chef. Swan & Bar Bevy è tante identità in una: cortile spazio salotto e ristorante all’aperto, bar club stile anni ’50 tutto rosa al femminile, sculture di flamingo dorati incluse, night club mix&mach dai tocchi marocchini, dettagli old england e tanta vecchia America. Il mix conferma la tendenza del moltiplicare più esperienze in un unico concept, con l’effetto di cambiar scena, gusto a tavola e mood storico-culturale al cambiare delle ambientazioni: andare in tanti luoghi in un’unica sera restando sempre nello stesso posto. All’angolo sulla 39ma, al crepuscolo tra lucine e alberi, Swan attrae come calamita.

MadLab: (veri) gelati artigianali e dolci

MadLab poi è il progetto finalmente indipendente di Soraya Caraccioli Kilgore, premiata pastry chef in cucine d’hotel, dal Betsy al Setai. I gelati artigianali sono fatti con frutta di stagione e ingredienti freschissimi. Belle oltre che buone, le creazioni al banco contribuiscono alla scenografia, pensata ad hoc per il DD da Gaetano Pesce. L’ambientazione d’arte è coloratissima, con tarsie di vetroresina in forma di coni gelato spalmati al pavimento. Due enormi sculture in vetro-plastica all’ingresso, come due grandi gelati capovolti, innestano lo spazio in piazza come un cameo.

Foto di Juan Fernando Ayora

Foto di Juan Fernando Ayora

Ella pop cafe e MGFD Michael’s Genuine Food and Drink

Alla porta accanto in questa messe di nuovi locali del Design District c’è Ella pop cafe, una delle recenti creature di chef Michael Schwartz, non meglio definibile se non come (Michael dixit) un light and airy cafe’per freschezza e semplicità delle proposte in menu. Il quartier generale di Schwartz MGFD Michael’s Genuine Food and Drink, riferimento storico al Design District, è all’isolato accanto, sulla 40ma. Fuori perimetro, sul lato opposto della Florida State Rd. c’è la seconda sede di Ghee Indian Kitchen di Neven Patel, premiato miglior chef 2018 al premio James Beard: per tutti è il più innovativo, miglior cibo indiano naturale e sostenibile di Miami.

Da città–vacanza a gastro metropoli

La scena gastronomica di Miami è ad un punto particolare della sua storia: è il momento della riflessione sui grandi passi fatti fin qui, da un po’ di decenni, quando parlar di cibo serio era quasi nota stonata in una non proprio ‘seria’ Miami Beach. Da città vacanza, in cui il cibo era l’alternativa tra un fast food e un buffet indifferenziato per turisti distratti da altro, Miami è passata in pochi anni a capitale gourmet, grazie alla spinta innovativa di alcuni giovani chef, che hanno cambiato rotta ai menu precodificati. Per lungo tempo i migliori ristoranti in città erano rintracciabili nei top hotel di Miami Beach. Oggi è ancora così, e di più, ma l’evoluzione della cultura gastronomica ha invaso tutti i distretti della Greater Miami, da Downtown a Brickell, Coral Gables, Little Havana e Wynwood, passando per Design District. Ogni nuova apertura ha fatto parlare di sé. Ogni nuova figura che si adoperava in cucina, non per routine, ma per la passione di comunicare la nuova identità di Miami col cibo, è diventata riferimento per innovazione e cambiamento. Quel fermento oggi è ancora diverso, forse più incisivo di qualche tempo fa, riguarda la maturazione manageriale e professionale di ognuno dei pionieri del primo cambiamento.

a cura di Emilia Antonia De Vivo

 

QUESTO È NULLA...

Nel numero di febbraio del Gambero Rosso, in questi giorni in edicola, trovate il racconto completo con tutti gli indirizzi nuovi e imperdibili di Miami. Un servizio di 14 pagine che include anche i nuovi progetti del migliore chef di Miami Brad Kilgore, i 3 ristoranti da non mancare secondo lo chef italo argentino Giorgio Rapicavoli, gli utili consigli suddivisi quartiere per quartiere e la Miami dei locals. Non solo, nello speciale trovate anche le nuove tendenze come le Food Hall, i musei da non perdere, la mappa degli Hospitality Group, le 13 insegne italiane che hanno conquistato la città e una super mappa by Alessandro Naldi con tutti gli indirizzi utili. Insomma, un vademecum per godersi al meglio Miami.

Il numero lo potete trovare in edicola o in versione digitale, su App Store o Play Store

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